E’ in edicola lo Speciale Zagor n° 27, intitolato “Christopher deve morire!” (marzo 2015). I disegni sono di Walter Venturi, la copertina di Gallieno Ferri. Soltanto il soggetto è mio, mentre la sceneggiatura porta la firma di Lorenzo Bartoli. Si tratta di un’opera postuma, dato che Lorenzo ci ha lasciato nell'ottobre del 2014 all'età di soli quarantotto anni. In ricordo di Bartoli ho scritto sia sul sito Bonelli, sia in un intervento su Comicus. Ma, ovviamente, ho parlato di lui in ogni incontro pubblico degli ultimi mesi e sono andato a farlo anche a Radio Popolare, dove mi hanno invitato a parlare di questo suo ultimo racconto. Su Comicus, tra gli altri ricordi (che vi invito ad andare a leggere, ho raccontato:
Lorenzo Bartoli |
E' probabile che si tratti dell'ultima cosa da lui scritta, dato che la sceneggiatura venne finita pochi mesi prima della morte, in circostanze molto difficili per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute. Sembrava però che stesse riprendendosi e lui, come sempre, era fiducioso. Io, sentendolo parlare, speravo di poterlo rivedere presto del tutto rimesso. Incontravo Lorenzo in occasione di qualche mostra, ma naturalmente lo seguivo come autore e leggevo John Doe, il suo personaggio più famoso, scritto con Roberto Recchioni. Ho anche divorato i suoi libri, quelli firmati con il suo nome e quelli usciti sotto pseudonimo, e di uno (l'ultimo, con protagonista Tony Plumbeo) ho fatto la presentazione a Lucca. Lorenzo, a un certo punto, mi chiese se poteva sceneggiare una storia dello Spirito con la Scure. Come dire di no a una guest star del suo calibro? Però", mi disse, "dammi tu un soggetto da seguire: Zagor ha una tradizione cinquantennale da rispettare ed è meglio se mi aiuti a mantenermi nell'ortodossia". Fui galvanizzato dalla prospettiva di affidargli un soggetto mio e di poter avere il mio nome affiancato al suo. Lorenzo lesse la proposta che gli mandai, e gli piacque perché parlava, in chiave di metafora, del peso della disabilità e delle conseguenze del rifiuto dell'handicap da parte dei genitori di un bambino, un tema caro a me ma anche a lui. Riuscii anche a farlo lavorare in coppia con un disegnatore di cui era grande amico, Walter Venturi. Le condizioni di salute di Lollo si aggravarono improvvisamente proprio all'inizio della realizzazione dell'albo, che proprio per questa è stata portata avanti sempre chiedendoci se avremmo dovuto interromperci in attesa di un miglioramento di Lorenzo o se invece saremmo stati in grado di rispettare la data d'uscita prevista, quella del marzo 2015. Ce l'abbiamo fatta, ma Bartoli ci ha lasciato subito dopo, Vedere uscire "Christopher deve morire!" è stato per me come dargli l'ultimo saluto.
C'è una seconda storia di Zagor sceneggiata da Bartoli, affidata ad Alessandro Chiarolla che la trasformerà in un Maxi destinato a uscire tra un anno o due. Due parole sulla singolarità di questo Speciale (occhio agli spoilier), cominciando dal commento di un lettore eccellente (che non conosco di persona ma che scrive su un sito specializzato), giuntomi via mail:
“Ho appena finito di leggere lo Speciale e ti devo fare i complimenti per varie ragioni. Sei riuscito ad abbattere, con delicatezza e nel rispetto delle atmosfere zagoriane, un altro tabù, quello dei bambini vittime tout court, e, inoltre, sei riuscito a introdurre elementi horrorifici con estrema naturalezza. Ma soprattutto ti sono grato per essere riuscito ad evitare derive buoniste, verso cui la seconda parte della storia pareva inevitabilmente naufragare. Il finale aperto, va bene, è molto inquietante e lascia aperti innumerevoli spunti che immagino penserai di trattare prossimamente”.
Un altro messaggio giuntomi in privato (gli ammiratori scrivono in privato, i detrattori in pubblico: è una delle regole della vita) parla di "soggetto coraggioso". Indipendentemente dal gradimento, credo che il coraggio in effetti non lo si possa negare, anche se al tempo stesso si sono rispettate le regole di base della zagorianità (che prevedono anche gli esperimenti, fatti per non sorprendere una volta di più chi legge).
Walter Venturi e Moreno Burattini |
Non entro nel merito della storia, che può piacere o non piacere, come tutte le storie. Mi limito a sottolineare i due punti centrali individuati del commentatore appena citato: i bambini per una volta non sono necessariamente buoni e il finale non è consolatorio perché aperto a ogni possibile sviluppo. Il ritorno di Christopher è stato richiesto da più persone e non è escluso che avvenga. Maneggiare le figure infantili è difficile e complicato, Bartoli secondo me c’è riuscito caratterizzando il nostro protagonista come vittima e carnefice al tempo stesso. E’ un “diversamente abile” che, se aiutato, può controllare le sue “abilità”, e se rifiutato può invece cadere preda della propria “malattia”. Lascio a voi, se avete voglia, il compito di sciogliere la metafora.