E' in edicola il Maxi Zagor n° 24, datato maggio 2015, intitolato "La pista della speranza". I testi sono miei, i disegni di Oliviero Gramaccioni e la copertina di Gallieno Ferri. Anche se non mancano (anzi, abbondano) momenti molto drammatici e avventurosi, questa storia (dal finale comunque a sorpresa) rientra in quel mio filone in cui "berardeggio". Impossibile non vederci l'influsso del classico di Ken Parker "I pionieri" (che ringrazierò sempre Giancarlo Berardi di aver scritto).
Zagor giunge in soccorso di una famiglia che sta
affrontando la prateria, con un carro e una mandria di bovini, mentre incombe
la minaccia di un tornado. Gli improvvisati pionieri sono del tutto impreparati
di fronte alle insidie del viaggio e lo Spirito con la Scure li aiuta a
superare drammatiche avversità, combattendo contro razziatori bianchi e
pellerossa e scoprendo così la loro storia. I Mood sono partiti dall'Irlanda
in cerca di fortuna e sono stati vessati da dolorose traversie che hanno minato
la fiducia della moglie e dei figli verso la figura di Miles, il padre e il
marito, ritenuto responsabile di averli condotti in una avventura più dura
delle loro forze e quindi verso un tragico destino. Ma c'è un
segreto che gli irlandesi non sanno e il Re di Darkwood invece sì, e che
conosceremo soltanto alla fine...
Il tornado è solo uno dei tanti pericoli a cui devono sfuggire il nostro eroe e la
famiglia di pionieri, che Zagor sta cercando di aiutare.
Consiglio di non perderlo soprattutto alle nostre lettrici (so per certo che ne
abbiamo più di quante comunemente si immagini) perché tra i personaggi figura
una ragazza, Sharon, che si innamora dell’uomo dalla casacca rossa giunto
improvvisamente, comparendo dalla prateria spazzata dal vento, a soccorrere
lei, i suoi fratelli e i loro genitori.
Il Mister No di Gramaccioni |
Una tavola de "La pista della speranza" |
Il disegnatore è un autore che, prima di approdare nello staff dello Spirito con la
Scure, è stato attivo per dieci anni (tra il 1994 e il 2004) in quello di
Mister No: Oliviero Gramaccioni. Il pilota di Manaus e l’eroe di Darkwood, come
ben sapete, si possono considerare parenti stretti, condividendo lo stesso
creatore (Guido Nolitta, alias Sergio Bonelli) e il medesimo respiro
avventuroso: il passaggio di Oliviero dalle pagine del primo a quelle del
secondo è stata perciò facile e naturale. Per di più, Gramaccioni ha il pregio
dell’immediatezza nel suo modo di raccontare, cosa che contraddistingue
l’affabulazione zagoriana, che di solito conduce il lettore nel vortice della
storia in un modo apparentemente semplice e senza depistaggi (anche se la
semplicità è spesso frutto di un faticoso lavoro di lima e di cesello da parte
degli autori).
Oliviero Gramaccioni è nato a Roma nel 1953, ha studiato architettura e disegna fumetti dal 1977. Ha al suo attivo racconti pubblicati prima dalla Casa editrice Eura, poi su testate quali “Intrepido” (Universo), “Mostri” e “Splatter” (ACME). Entrato in Bonelli illustrando Mister No, ha al suo attivo anche un albo di Dampyr. “La pista della speranza” è la sua terza (e più impegnativa) prova zagoriana dopo lo speciale “La luna degli scheletri” (2010) e “Il vascello fantasma” (Almanacco dell’Avventura 2012). L’avventura con cui io e lui abbiamo collaborato insieme per la prima volta non è soltanto un racconto di pionieri in viaggio nelle grandi praterie ma ricostruisce anche il dramma di molti immigrati partiti dall’Europa in cerca di un futuro in una vagheggiata terra promessa.
Oliviero Gramaccioni in una foto di Marco Corbetta |