E’ in edicola da qualche settimana “L’eredità di Hellingen”, l’albo di Zagor n° 601 (Zenith 652) datato agosto 2015. I testi sono miei, i disegni e la copertina di Gallieno Ferri. Si tratta della prima puntata di una storia destinata a concludersi nell’albo di dicembre, dopo che già nel prossimo, “Resurrezione!”, avverrà un cambio di consegne con l’arrivo di Gianni Sedioli (matite) e Marco Verni (chine) a cui il Maestro di Recco passerà il testimone.
La divisione del racconto in due tranche si è resa necessaria perché Ferri da solo, già impegnato nella realizzazione del n° 600 (“Il giorno dell’invasione”, scritto da Jacopo Rauch) non avrebbe potuto illustrare un’avventura tanto lunga. Lo stacco avverrà comunque in un momento topico dell’albo n° 602, là dove si capirà bene come Gallieno si sia occupato di un articolato prologo e la coppia Sedioli/Verni riporterà invece sulla scena quel professor Hellingen del cui ritorno, piuttosto atteso, tanto si è parlato.
La locandina di Lola Airaghi per la mostra di Albissola Comics dedicata a Hellingen |
Infatti, già in aprile a Rimini, in occasione di una fiera dedicata all’hobbistica in cui c’era una sezione riservata ai fumetti, io e Sedioli abbiamo presentato una mostra sul “mad doctor” davanti a un interessato pubblico di zagoriani. Successivamente, in maggio, ad Albissola Comics, quaranta importanti fumettisti che mai si erano dedicati prima allo Spirito con la Scure, hanno dato vita a una straordinaria mostra di loro interpretazioni del villain nolittiano per eccellenza, intitolata “Helligen: io, il nemico”. Di questa esposizione, la rivista SCLS Magazine ha dato alle stampe un bellissimo catalogo. Infine, il sito Bonelli ha pubblicato un mio lungo articolo che ripercorre tutta la “carriera” del professore che Sergio Bonelli creò ispirandosi al Virus di Pedrocchi e Molino.
Insomma: si è trattato di un piccolo evento che, collegato com’è anche con il ritorno degli Akkroniani narrato ne “Il giorno dell’invasione”, non dovrebbe passare del tutto inosservato. Al di là dell’apprezzamento per l’albo di agosto, per i successivi o per il mio lavoro in generale, spero che mi venga dato atto di aver organizzato la faccenda in modo da coinvolgere il maggior numero di lettori possibili. Del resto (e questo per fortuna qualcuno l’ha notato) le novità e i motivi di interesse da parecchi anni su Zagor non mancano mai. L’aver creato tante aspettative ovviamente fa correre il rischio di deluderle, ma noi ci proviamo.
In attesa di continuare il discorso commentando il numero successivo, due parole su Ferri. Innanzitutto, la qualità dei suoi disegni è notevolissima nonostante la mano di un uomo di ottantasei anni. Gallieno è davvero un caposaldo, dal punto di vista di dedizione al suo lavoro e per qualità umane, davanti al quale non si può che togliersi il cappello. In secondo luogo, la copertina, che a molti ha ricordato quella del primo numero di Nathan Never, è effettivamente un “omaggio” voluto (sia pure con tutte le differenze del caso) alla fantascienza rappresentata dall’Agente Alfa, che ha avuto comunque molti altri precedenti bonelliani (un esempio su tutti, il Judok di Bonelli padre e Giovanni Ticci) e che in cento occasioni ha contaminato anche le tavole di Zagor. Se dunque Nathan viene dopo Zagor, anche Zagor può venire dopo Nathan, in un gioco di specchi e di rimandi.