"Spedizione nel deserto" è il titolo dell'albo di Zagor n° 643 (Zenith 694), del febbraio 2019. I testi sono miei, i disegni sono di Bane Kerac e la copertina è di Alessandro Piccinelli. Si tratta della seconda parte di una storia iniziata con il numero precedente, "Monument Valley" e destinata a durare ancora un po'. Mi sono giunti solo echi positivi da parte di chi ha letto l'avventura finora, il che mi fa piacere.
Siccome a pagina 30 assistiamo a quel che si potrebbe definire un "colpo di scena", preferisco non fare spoiler, rimando l'approfondimento a quanto parleremo del prossimo albo. Dico solo che la persona a capo del numeroso gruppo di banditi e di pellerossa contro cui lo Spirito si trova a combattere è alquanto insolito, per la sua figura e le sue motivazioni. Rinnovo invece volentieri i complimenti, anche per questa seconda puntata, al mio sodale Bane Kerac, autore serbo su cui mi solo dilungato su questo blog presentando "Monument Valley". L'avventura nel Sud Ovest è nata proprio da una risposta che lui mi diede quando, dopo la pubblicazione del Color dedicato a "Guitar" Jim, da lui illustrato, gli chiesi che scenario o argomento avrebbe preferito per una successiva soria. Bane disse: "basta che ci sia un pueblo". Detto fatto, la terza puntatasi chiamerà "Il pueblo misterioso" e già qualche scorcio di una cittadella di pietra (chiamata Teon) si vede in questa seconda.
Temo però di aver giocato un tiro mancino al nostro Kerac, giacché per assecondarlo sul pueblo gli ho chiesto di assecondarmi nel tirare in ballo anche la Biblioteca di Alessandria e la matematica e astronoma Ipazia, esponente della filosofia neoplatonica, nata tra il 350 e il 370 dopo Cristo e morta nel marzo del 415 (uccisa durante un tumulto di cristiani nemici della cultura "pagana" che lei rappresentava). Fu una donna illuminata che riuscì a ottenere rispetto e ammirazione in un contesto che certo non prevedeva "quote rose" e la si può indubbiamente considerare una martire del libero pensiero. Nel 2009 il regista Alejandro Amenábar ha girato il film "Agora" in cui Ipazia è interpretata da Rachel Weisz. Questa pellicola mi ha fatto scaturire l'idea da cui poi è nata la storia illustrata da Bane Kerac. Quale possa essere il collegamento fra Ipazia e Zagor lo scoprirete solo leggendo, credo di aver giocato con l'impossibile e aver trovato una quadra convincente (almeno secondo il limite della "sospensione di incredulità" stabilita dallo strada zagoriano). Secondo me, Bane se l'è cavata egregiamente anche nella realizzazione delle scene ambientante nel V secolo ad Alessandria dìEgitto. A voi, ovviamente, il giudizio.