Nella foto, ho in mano il Maxi Zagor n° 40. Oltre all'ottimo lavoro di Gianni Sedioli a supporto dei testi di Antonio Zamberletti, mi colpisce il numero quaranta. Ricordo quando Sergio Bonelli scrisse la presentazione del primo Maxi Zagor nel luglio 2000 (sono passati vent'anni), rivelando di essersi deciso a inaugurare quella nuova collana dedicata allo Spirito con la Scure in seguito alle insistenti richieste dei lettori. Lettere, cartoline, telefonate e messaggi così numerosi da perdere il conto, con cui a lungo in tanti gli avevano chiesto un “volumone” come quello che alla fine aveva mandato in edicola. “Se ce ne saranno altri – aggiungeva Bonelli – non lo so. Dipenderà dalla vostra accoglienza”. Non soltanto l’estate successiva vide un secondo Maxi dato alle stampe, ma in seguito la collana sarebbe diventata prima semestrale, poi quadrimestrale.
Nel 2000 ancora non lavoravo in Redazione, ma dal n° 2 in poi, datato 2001, ho cominciato a seguire la preparazione dei volumoni. Questo è dunque il trentanovesimo Maxi che curo. Ventuno Maxi li ho scritti io (e di alcuni vado particolarmente orgoglioso): sono i numeri 1, 2, 3, 4, 6, 8, 9, 11, 14, 15, 17, 20, 22, 24, 28, 29, 31, 35, 36, 37 e 39. Dovessi indicare un podio, direi "La lunga marcia", "Agenti segreti" e "Il varco tra i millenni". Però giocherei dei jolly anche per "Uomini in guerra", "La banda aerea" e "Le strade di New York". Mandare in edicola tre volte l'anno tomi da quasi trecento pagine è un bell'impegno, e ogni Maxi finisce per essere un pezz' e core. Tenete conto che restano comunque da curare anche i didici numeri della serie regolare, due Color, uno Speciale e le eventuali miniserie.
Lasciatemi ricordare anche Lorenzo Bartoli, prematuramente scomparso nel 2014 e in qualche modo collegato con "Sezione Omega", in quanto sceneggiatore di "Christopher non deve morire" (su soggetto mio), lo Speciale di cui questo Maxi è il seguito (senza che ci sia bisogno di conoscere gli antefatti). Ciao, Lollo.