martedì 23 agosto 2016

CICO AGENTE SEGRETO



E' in edicola il n° 20  della collana a colori bimestrale dedicata dalle Edizioni If alla riproposta degli albi di Cico in ordine cronologico (quelli originariamente pubblicati, in bianco e nero, sotto il marchio Bonelli tra la fine degli anni Settanta e il 2007). Si tratta di "Cico Agente Segreto", con testi mie e disegni di Francesco Gamba. Ogni volta che rileggo gli albi di questa serie li trovo divertenti (e di sicuro io mi sono divertito, a suo tempo, a scriverli).
Un divertimento aggiuntivo alla lettura di questa ventesima riproposta potrebbe essere la caccia ai riferimenti alle avventure di James Bond, delle quali si è voluto, con ogni evidenza, fare la parodia. A pagina 28, per esempio, il capo della sezione di Baltimora dei servizi segreti si presenta così: “Sono Sean George Roger Thimoty Pierce Peephole, nome in codice Acca”. Non importa essere dei cinefili per riconoscere i nomi di battesimo dei cinque attori che hanno interpretato il personaggio di 007 sul grande schermo, almeno fino al 2000 (anno della prima pubblicazione di “Cico Agente Segreto”), e cioè Sean Connery, George Lazemby, Roger Moore, Thimoty Dalton e Pierce Brosnan. Daniel Craig, ovviamente, all’epoca non aveva ancora vestito i panni della spia con la licenza di uccidere creata nel 1953 dallo scrittore inglese Ian Fleming. A proposito di spie, il cognome “Peephole” significa appunto “spioncino”, così come è chiaro che “Acca” rimanda a “M”, nome in codice che Fleming attribuisce al direttore del SIS (Secret Intelligence Service), struttura meglio nota come MI6 (Military Intelligence, Sezione 6). La lettera “Q” definisce invece il mitico ingegnere al servizio di Sua Maestà che costruisce trucchi sempre diversi per accessoriare l’Aston Martin dell’agente segreto più famoso del mondo, interpretato in diciassette film dall’attore Desdmond Llevelyn (non a caso, nella nostra parodia il tecnico, designato come X, si chiama proprio Desmond). Q non compare in realtà in nessun romanzo: si tratta di una figura presente solo nelle pellicole cinematografiche. Fleming cita soltanto la “Q Branch”, la divisione a cui appartiene. I gadget di cui viene rifornito Cico non sono tuttavia una caratteristica esclusiva delle storie bondiane: viene alla mente per esempio anche John Steed, il protagonista di una serie televisiva inglese, “The Avengers”, che noi conoscevamo come “Agente speciale”. Prodotta in sei stagioni tra il 1961 e il 1969, per un totale di 161 episodi, raccontava avventure a cavallo tra la spy-story e la fantascienza, in cui gadget tecnologici (soprattutto armi) si celavano in oggetti di uso comune. Per esempio, l’ombrello maneggiato da Steed (interpretato dal flemmatico Patrick Macnee) nascondeva una lama affilata. Potremmo continuare a lungo con gli esempio “MacGyver”, una popolare serie televisiva statunitense (sette stagioni tra il 1985 e il 1992), interpretata da Richard Dean Anderson. Angus MacGyver è sì una sorta di agente segreto, ma anche un eroe solitario che ripudia la violenza ed è equipaggiato unicamente con un coltellino svizzero, con cui costruisce i suoi gadget improvvisati utilizzando i materiali che ha a disposizione sul momento. Si tratta di ingegnosi marchingegni che lui chiama “macgyverismi”.