Proprio oggi, rileggendo le bozze di stampa di uno dei prossimi volumi di Zagor Collezione Storica a colori, in edicola con Repubblica, mi sono imbattuto in un commento di Luca Raffaelli, che firma le prefazioni, riguardante gli “Zagor Index” pubblicati da Paolo Ferriani Editore (ne sono usciti quattro, che commentano gli albi da 1 a 400). Raffaelli elogia l’acutezza e la profondità dei commenti degli autori. Cioè, si complimenta in pratica con Giampiero Belardinelli, Angelo Palumbo e Stefano Priarone. Mi è subito venuto in mente che tutti e tre sono cresciuti alla “scuola” di Dime Press, la rivista che ho avuto la fortuna di ideare e, per un bel po’, condurre, insieme al gruppo di cui vi ho parlato in alcuni articoli, fra cui quello con il quale ho inteso celebrare i vent’anni dal primo numero di quella fortunata pubblicazione.
Oltre ai nomi appena citati, si devono alla palestra del “magazzino bonelliano” anche le ossa di Giuseppe Pollicelli e Daniele Bevilacqua (nella foto qui sopra, risalente al 1995, vedete me e Francesco Manetti, quello con gli occhiali, appunto con gli ultimi due citati, più Palumbo e, in piedi al centro, Belardinelli). Ma sono stati tanti i collaboratori anche illustri (e dunque già celebri per conto loro) di cui abbiamo pubblicato articoli, commenti e recensioni, da Luca Boschi a Leonardo Gori, da Gianni Brunoro a Paolo Guiducci. Accanto a queste firme molto importanti, appunto, si esercitavano altri che poi avrebbero scritto libri per proprio conto, o sarebbero passati a collaborare con altre riviste, quotidiani, siti web. Perciò, dato che il clima di celebrazioni per il ventennale di Dime Press continua a ispirare ripescaggi e ricordi (recentissimamente è piaciuta molto la riproposta dell’articolo “La tana”, dedicato alla casa di Alfredo Castelli, originariamente apparso sul primo numero della rivista), ho chiesto a Giampiero Belardinelli, appunto uno (all’epoca) dei ragazzi di bottega, di rievocare per noi quel periodo. Giampiero ha accettato, ed ecco il suo contributo (grazie!).
Il ricordo ha venti anni
di Giampiero Belardinelli
Per raccontare la mia collaborazione su Dime Press non posso evitare di partire da una ben precisa data: il 14 novembre 1992 mi trovavo a Firenze, alla Fortezza da Basso, dove era stata allestita l’esposizione Zagor. Un’avventura lunga trent’anni. Mi aggiravo entusiasta nei locali della Fortezza ammirando le tavole di Gallieno Ferri, di Franco Donatelli, di Franco Bignotti, di Michele Pepe, di Marco Torricelli e, tra un pannello espositivo e l’altro, incontro un giovanotto con gli occhiali; ci troviamo a commentare alcune tavole e decidiamo di restare lì il resto del pomeriggio: quel ragazzo, di diversi anni più giovane di me, risponde al nome di Angelo Palumbo. Palumbo aveva appuntamento con Moreno Burattini, a cui doveva consegnare il dattiloscritto di un articolo zagoriano per un numero della rivista Dime Press.
Quel giorno ho incontrato la persona che ritengo il mio miglior amico in assoluto (Angelo Palumbo) e conosco Moreno Burattini (allora magrissimo come un grissino) e faccio il mio primo incontro con la suddetta rivista Dime Press: allo stand acquisto i primi due numeri usciti e l’impatto è stato meravigliosamente devastante. Non dimenticherò mai le emozioni dell’articolo "Il Tex di Nolitta", scritto da Palumbo e pubblicato sul secondo numero della rivista. Dime Press mi ha segnato perché, in quello stesso giorno, ho formulato il desiderio di poter anch’io scrivere dei pezzi sui fumetti bonelliani: sono profondamente convinto che, se coltiviamo un sogno con intensità, esso spesso si realizza. Infatti, un paio di anni dopo, Moreno Burattini mi contatta per chiedermi se volevo scrivere le recensioni di Nick Raider: il resto è venuto da sé, anche se non è stato subito facile. Non mi hanno mai infastidito le correzioni fatte sui miei dattiloscritti perché avevo molto da imparare dai già rodati collaboratori della rivista. Per scrivere recensioni o articoli serve preparazione e umiltà ed io, completo autodidatta, ho assorbito come una spugna gli insegnamenti ricevuti. Collaborare con lo staff della rivista mi ha fatto crescere perché, da sempre, se frequenti persone migliori di te un giorno, a tua volta, potrai insegnare qualcosa a qualcuno con l’umiltà di accettare dei suggerimenti.
Negli anni successivi, quando Antonio Vianovi ha deciso di chiudere la Glamour International Production e dare vita all’associazione culturale Glamour Associated (2004) molte cose erano cambiate: dall’impostazione grafica ai collaboratori della rivista. Su suggerimento di Giuseppe Pollicelli ho assunto il ruolo di coordinatore ed editor di Dime Press: sotto la mia supervisione, prima che Vianovi abbandonasse l’attività editoriale, abbiamo realizzato due numeri (l’8 e il 9 della Nuova Serie). È stata un’esperienza di crescita notevole: organizzare gli argomenti per i Dossier, coordinare il lavoro della squadra di collaboratori, leggersi e rileggersi decine di pezzi (tra articoli e recensioni) mi ha insegnato molto sui meccanismi redazionali. Tirando le somme, sono particolarmente contento della mia esperienza su Dime Press (dal 1995 al 2004) e, nel periodo della mia direzione, di aver portato collaboratori esterni come Valentina Semprini (Fumo di China) e Gisello Puddu (Editoriale Mercury). L’impegno profuso da costoro insieme al mio e quello degli altri redattori ha premesso di realizzare una delle cose di cui sono più fiero a livello di critica fumettistica: il Dossier Magico Vento pubblicato in Dime Press 8 della Nuova Serie.
Dime Press è morta, viva Dime Press!