Charles Darwin |
Una breve riflessione mi ha convinto dell’opportunità di
riprendere il discorso iniziato (e provvisoriamente concluso) nel post
precedente. In realtà non ce ne sarebbe una vera necessità. Anzi, quando un
autore ritiene di dover spiegare qualcosa che ha scritto, a beneficio di chi non ha
capito, di solito non ci fa bella figura. Le cose si spiegano da sé e se non si
spiegano vuol dire che lo scrittore ha fatto male il suo lavoro, oppure se a non
capire è il lettore il problema non riguarda chi ha scritto.
In Bonelli,
soprattutto su Zagor, per indicazione chiara e precisa di Guido Nolitta (ho
citato più volte le sue esatte parole), la regola è quella di essere i più
chiari possibili per rendere la lettura facilmente comprensibile a tutti, anche
a meno attrezzati dal punto di vista del background culturale o meno abituati a
decifrare segni e significati. “Chiarezza”, ovviamente, non significa
“banalità”. Questo comporta la conseguenza che chi si sente sgamato pretende di
non vedersi spiegare nulla, che tanto capisce tutto da solo, e quindi accusa
gli autori di “spiegazionismo” e trova intollerabili i balloon in cui si
chiariscono i percome e i perché. Salvo però contestare le cose non spiegate
capite male, perché poi anche gli intelligentoni prendono dei granchi. Insomma,
chi fa il mio mestiere cammina sulle sabbie mobili e a ogni passo ci può essere
una trappola. I lettori tendono gli agguati e ci aspettano al varco, non gliene
va mai bene una. Bisogna farsene una ragione e prendere uno Xanax al mattino
per aver la forza di continuare a lavorare nonostante i detrattori.
Proprio
alla critica di uno di essi ho accennato nell’articolo che precede questo. Il
mio avversario, riferendosi alla storia di Zagor ambientata in Cile, aveva
scritto su un forum di essere “irritato” dalla presenza di Charles Darwin nella
storia, il cui ruolo sarebbe “inspiegabile”. A questa singolare affermazione io
rispondevo così: “Signore mio, non è inspiegabile: è lei che non sa
spiegarselo. E siccome siamo tutti contrari allo spiegazionismo, se non ci
arriva da solo (mi dispiace) non posso aggiungere altro. Faccia uno sforzo,
suvvia: vedrà che non è difficile”.
Per venire incontro, però, all’anonimo interlocutore (di
cui conosco solo il nik, e non voglio conoscere altro), ma anche per aiutare
qualche altro critico che possa aver avuto la stessa impressione, eccomi qua a
illustrare, per filo e per segno, il senso della presenza del naturalista
inglese nell’avventura dello Spirito con la Scure. Avventura, peraltro, per la
quale ho ricevuto entusiastici riconoscimenti da ogni dove, a testimonianza di
come, Darwin o non Darwin, il racconto sia piaciuto. Procediamo per gradi.
1) Il punto più basso da cui partire
è, ovviamente, quello per cui se c’è un personaggio che rischia la vita e Zagor
lo salva, il ruolo di quella figura si spiega già da sé: serve a farsi salvare
e a dimostrare il coraggio, la generosità, l’abilità e la forza dell’eroe. Se
il detrattore non capisce nemmeno questo, siamo messi male.
2) Ma andiamo oltre: se il tipo in difficoltà è una figura emotivamente “importante”, la posta
in gioco si alza. Poniamo il caso di una fanciulla in pericolo: il
coinvolgimento del lettore è proporzionale al livello di empatia che la ragazza
suscita perché è debole, magari bella, giovane, oppure è una madre, o è innamorata,
o ha chi la ama. Lo stesso vale per chi è vittima di soprusi e ingiustizie e il
salvataggio serve anche a dimostrare la necessità di ribellarsi all’altrui
violenza. Se la persona salvata ha inoltre un ruolo importante e la sua morte
sarebbe causa di grandi problemi o sciagure, il fatto che lo Spirito con la
Scure la difenda assume un rilievo non indifferente: magari il nostro eroe
salva la vita al testimone di un processo, a un medico che possa curare una
epidemia o al Presidente degli Stati Uniti, e il suo intervento non si limita
dunque a tutelare una vita umana ma a proteggere molte altre vite o il destino
di una Nazione. Nel caso di Darwin, salvando lui Zagor salva lo sviluppo futuro
della scienza. Senza Zagor, non ci sarebbero state le opere del grande
naturalista con tutte le conseguenze del caso. Se tutto ciò pare poco, davvero
uno sceneggiatore di fumetti non sa più che inventarsi.
3) Di solito, quando il
saputello di turno contesta l’uso di un personaggio, lo fa partendo da questo
punto di vista: il tale character non si comporta come dovrebbe o potrebbe, e
alla fine che ci sia lui oppure un altro risulta indifferente. Mi chiedo
allora: Darwin, nella mia storia, si comporta come Darwin, o in un altro modo?
Secondo me, che ho letto e studiato parecchio prima di confrontarmi con la sua
figura, il buon Charles non poteva dire o fare niente di diverso di quello che
dice o fa. Anche perché lo scienziato ha lasciato un dettagliatissimo diario
del suo viaggio e io a quello mi sono attenuto. Per contestare il suo ruolo si
dovrebbe dimostrare dove mi sono distaccato, al di là delle minime licenze
poetiche, da quello che si legge nel “Viaggio di un naturalista attorno al
mondo”. Se a Darwin avessi fatto usare la pistola o lo avessi trasformato in un
Indiana Jones, allora sì che il suo “ruolo” sarebbe stato incongruente. Spero
che i detrattori abbiano anche loro letto e studiato tutto quel che c’è da
sapere sul giro del mondo del “Beagle”, prima di parlare. Dunque il “mio” Darwin è congruo.
L’accusa che mi si rivolge, invece, no.
4) Non si può neppure dire che Darwin compaia così poco da
rendere inutile la sua presenza. Le tavole in cui lo si vede sono,
nell’economia della storia, piuttosto numerose. Anche la sua psicologia e le
sue idee vengono sviscerate in maniera esaustiva. Se volessimo considerare
anche soltanto l’aspetto “divulgativo”, il suo ruolo sarebbe di straordinaria
rilevanza.
5) Ma ancora più rilevante è il fatto che ci sia l’incontro
fra un personaggio dei fumetti e una figura così importante nella Storia (con
la S maiuscola) dell’umanità. L’idea stessa che lo Spirito con la Scure
interagisca con Darwin crea un tale interesse, una tale sorpresa, una tale
attenzione sull’avventura e sulla nostra serie che basta e avanza a giustificare
il fatto che ci sia. Chiunque scriva fumetti cerca di destare la curiosità dei
lettori. In fondo, il “ruolo” di qualsiasi personaggio si riduce al fatto di
essere “interessante”. Darwin è interessante sempre e dovunque e lo diventa
ancora di più allorché lo vediamo al fianco di Zagor. Immagino però che il detrattore non sia ancora
soddisfatto (se no che detrattore sarebbe?). Procediamo. Il meglio deve ancora
venire.
6) Zagor, nell’avventura cilena, sta affrontando un viaggio
in Sud America. Il viaggio è stato costruito sulla base di una documentazione
abbastanza rigorosa. Luoghi, città, popolazioni che si incontrano sono, tranne
i casi più evidentemente fantastici, reali. Anche alcuni personaggi storici lo
sono. E’ il caso del botanico Richard Spruce incontrato in Amazzonia. Ma sono
storiche le figure dei cangaceiros, è storica la rivolta degli schiavi di Bahia
e via dicendo. Nell’ambito dei contatti con la Storia e la Geografia
dell’America meridionale, ecco anche l’incrocio fra l’itinerario dello Spirito con
la Scure e la rotta del “Beagle”. Darwin dunque è anche “parte del paesaggio”:
c’era e noi ce lo mettiamo. Non solo: è stato uno dei migliori descrittori del
Sud America, nei suoi diari. Dunque, rendergli omaggio è in qualche modo
riconoscere il suo ruolo nel descrivere le terre che noi stessi, con Zagor,
stiamo attraversando. Il detrattore, a quanto pare, vorrebbe che l’omaggio non
ci fosse stato o che ci fosse stato ricorrendo a un Darwin diverso o non
storico, il che contraddice del tutto il senso dell’operazione. Ma forse
pretendo troppo auspicando che di una operazione un detrattore per partito preso colga
il “senso”.
Robert Firzroy |
7) Arriviamo adesso a chiederci qual è appunto il “senso”
generale del racconto in cui Darwin compare. Si tratta di una storia sul
fanatismo. Il fanatismo religioso in modo particolare, che danneggia gli stessi
spiriti religiosi più veri e autentici. Tant’è vero che nella mia sceneggiatura
due frati ragionevoli e illuminati vengono massacrati dagli esaltati agli
ordini di Tomas. La religione non si contrappone alla scienza, il fanatismo sì.
Sorvolo sul fatto che si tratta di un argomento coraggioso, cosa di cui qualcuno
spero mi dia atto, detrattori esclusi. Limitiamoci a dare per acquisito il dato
che si sta parlando di questo. Come si può essere così ciechi, mi domando, dal
non capire che proprio Darwin incarna e rappresenta tutto questo? Darwin
osserva i fenomeni naturali e si scontra con il comandante Fitzroy che, come tanti uomini del
suo tempo, era legato a una interpretazione letterale della Bibbia. E’ chiaramente
il simbolo dell’avventura stessa, del suo più profondo significato! Basterà
pensare a come Tomas, ottusamente, interpreta il terremoto: simbolo della
collera di Dio. Darwin invece sbarca a Concepcion e vede che il suolo si è
innalzato, come si innalzano le Ande. Intuisce una evoluzione dello stesso
pianeta Terra (precorrendo la tettonica) che trova corrispondenza
nell’evoluzione delle specie. I suoi diari sono chiari in questo senso. Darwin
è l’anti-Tomas. E’ la ragione contro la follia (non contro la religione). Direi che è un personaggio fondamentale nell’economia del
racconto. Con buona pace di quelli che, invece, faticano a capirne il “ruolo”.
8) Di Darwin e Fitzroy continueremo a sentir parlare. Dunque il loro ruolo continua. Dunque chi esprime giudizi avventati potrebbe aspettare la fine della trasferta. Esiste una cosa chiamata "continuity", e ciò che sembra poco influente adesso potrebbe rivelarsi fondamentale in un futuro addirittura imminente.
8) Di Darwin e Fitzroy continueremo a sentir parlare. Dunque il loro ruolo continua. Dunque chi esprime giudizi avventati potrebbe aspettare la fine della trasferta. Esiste una cosa chiamata "continuity", e ciò che sembra poco influente adesso potrebbe rivelarsi fondamentale in un futuro addirittura imminente.