domenica 27 aprile 2014

LA CRIPTA


Il 9 marzo 2014 si è svolto a Rivoli, nei pressi di Torino, un pranzo di gala destinato a festeggiare i venticinque anni dell’Associazione “Gli amici del Fumetto” che fa capo a Salvatore Taormina e che pubblica una rivista intitolata “Cronaca di Topolinia” e tutta una serie di albi e volumi in cui si dà spazio a giovani autori e, soprattutto, autrici. 

In quell’occasione è stato distribuito in omaggio ai partecipanti al banchetto un albo spillato di sedici pagine con una copertina inedita realizzata da Gallieno Ferri inedita, contenente tra l’altro una storia dello Spirito con la Scure mai uscita prima, “La cripta”, sceneggiata da me e illustrata da otto diversi disegnatori (una tavola ciascuno). Dell’iniziativa ho parlato diffusamente nella rubrica “I tamburi di Darkwood” apparsa sullo Zagor di marzo, lo Zenith n°635, “Oltre i confini del mondo”, in cui sono state spiegate le modalità per entrare in possesso della pubblicazione. Queste modalità hanno lasciato perplesso più di un lettore, perciò approfondiremo l’argomento tra pochissimo, dopo che avrò raccontato come è nata questa iniziativa. 

La tavola di Marco Verni
Chiarisco subito che non sono io, in alcun modo, titolare dei diritti dello Spirito con la Scure: com’è ovvio, i proprietari sono i creatori e la Casa editrice. Ogni volta che qualcuno vuole pubblicare una storia di Zagor con un marchio diverso da quello Bonelli, deve chiedere una autorizzazione ai detentori del copyright. Tempo fa, per esempio, l’ANAFI (Associazione Italiana Amici del Fumetto e dell’Illustrazione) chiese e ottenne il permesso di dare alle stampe “Il sachem senza piume”, una storia apocrifa uscita in Francia nel 1963 e da allora rimasta inedita in Italia. Il volume venne distribuito agli iscritti, nel programma di pubblicazioni destinate ai soci. L’anno successivo, le copie avanzate sono state messe in vendita a beneficio di tutti. Qualcosa del genere è accaduto per “La cripta”. Salvatore Taormina ha preso accordi con Davide Bonelli, Mauro Marcheselli e Gallieno Ferri, che hanno ritenuto i venticinque anni degli “Amici del Fumetto” meritevoli di un “grazie” ed è stata concessa l’autorizzazione per un albetto celebrativo prodotto a spese dello staff di “Cronaca di Topolinia”, rivista su cui compare da tempo una rubrica fissa chiamata “Darkwood Monitor” (a cura di Daniele Bevilacqua) e che spesso ha dedicato delle copertine allo Spirito con la Scure. 

Il volume ANAFI che pubblica una storia di Zagor del 1963 apocrifa e inedita in Italia
A questo punto (e solo a questo punto) sono stato convocato io, e mi è stato dato l’incarico dall’Azienda di supervisionare il progetto perché Taormina stampasse un albo in linea con lo standard qualitativo bonelliano. Oltre al mio “controllo”, fu imposta agli “Amici del Fumetto” la regola che l’albetto avrebbe dovuto essere distribuito gratis alla Festa del 9 marzo e agli iscritti dell’Associazione, e non venduto in fumetteria o nei normali canali distribuitivi. Taormina  allora mi ha chiesto di formulare un progetto che potesse rientrare in un certo budget e rientrasse nei tempi di realizzazione. Serviva una storia inedita per festeggiare alla grande il venticinquennale e anche attirare nuovi iscritti (esattamente come aveva fatto l’ANAFI). C’erano varie possibilità, ma certamente non si poteva pensare di affidare a un solo disegnatore una storia molto lunga, perché in tal caso il prescelto avrebbe dovuto dedicarsi per un mese o più soltanto a quella intralciando la programmazione della serie di Zagor in edicola. 

Da sinistra verso destra, alcuni degli artefici de "La cripta": Michela Cacciatore, Francesco Bonanno, Salvatore Taormina, Marcello Mangiantini, Moreno Burattini, Marco Verni e Walter Venturi.

Così, ho pensato a una storia breve (otto tavole) ma disegnata da mani diverse, in modo che il tempo sottratto a ciascun autore fosse tutto sommato limitato. Taormina ha preso accordi con otto autori: sei dello staff dello Spirito con la Scure, che hanno accettato la sua proposta, e due abituali collaboratori delle pubblicazioni di “Cronaca di Topolinia”. I disegnatori zagoriani sono stati, in ordine alfabetico: Stefano e Domenico Di Vitto (li considero un sol uomo per comodità,  pur essendo una coppia), Raffaele Della Monica, Marcello Mangiantini, Gianni Sedioli, Walter Venturi, Marco Verni. I due “ospiti” sono stati Francesco Bonanno (attualmente all’opera su “Le Storie” della Bonelli) e Michela Cacciatore (autrice di alcuni volumi della serie “Gabbia Dorata” e prima donna a disegnare una tavola di Zagor). Questa, dunque, la squadra messa a mia disposizione. C’era poi una illustrazione di Ferri, già realizzata per fare una stampa, che mostrava il Re di Darkwood di fronte al redivivo Bela Rakosi: Taormina pensò di utilizzarla come cover e mi chiese se potevo scrivere una storia incentrata appunto sulla lotta contro un vampiro. 

Salvatore Taormina mi presenta al pubblico alla festa per i 25 anni della sua Associazione
Ho immaginato una vicenda estremamente essenziale (doveva stare in otto pagine), e nonostante tutto non priva di elementi: ci sono ben sei personaggi diversi e quattro trame che si intrecciano (la caccia ai dei banditi, la liberazione di una ragazza, la morte di un cacciatore di vampiri avvenuta tempo prima e la lotta di Zagor con il non-morto nel presente). Ho pensato le otto tavole adattandole allo stile di ogni disegnatore, e ho fatto in modo che lo Spirito con la Scure fosse presente in tutte le tavole almeno in una vignetta, per conservare il valore degli originali sul mercato del collezionismo (dato che tutti gli originali sono stati messi all’asta per beneficienza). Non ho chiesto niente come compenso, se non l’invito al pranzo il giorno della festa. Ho regalato la copia originale autografata della mia sceneggiatura perché venisse venduta a scopo benefico (cosa che è avvenuta). Inoltre, ho scritto un breve saggio iniziale, che si può leggere in apertura di albo. Ho quindi coordinato il lavoro dei disegnatori facendo in modo che tutti vedessero quel che avevano fatto gli altri (almeno, vedessero quel che serviva loro) in modo che i personaggi e gli scenari fossero uniformati fra loro. Alla fine, il risultato è stato eccellente: gli otto stili diversi si fondono armoniosamente in una unica narrazione senza sobbalzi. Ringrazio tutti i disegnatori per il loro impegno e la loro professionalità. 

Per riempire le restanti pagine dell’albetto, Taormina ha affidato a Daniela Zaccagnino ed Elena Mirulla un finale umoristico “alternativo” al mio, con protagonista il loro Zavor, la parodia zagoriana presentata a Lucca Comics edizione 2013, di cui abbiamo a lungo parlato. Alla fine, insomma, quel che è venuto fuori è stato un signor albetto, frutto di un esperimento perfettamente riuscito. La sua realizzazione testimonia una volta di più, se mai ce ne fosse bisogno, la vitalità dello Spirito con la Scure, richiesto come testimonial e ritenuto in grado di attirare l’interesse sia dall’ANAFI che dagli “Amici del Fumetto”, ma anche da Cartoon Club come da molte altre associazioni che spesso fanno richiesta del nostro eroe per portfolio o riviste o volumi amatoriali. Chi segue Zagor e ne colleziona i gadget sa insomma che deve stare sempre ben attento a non farsi sfuggire questa o quella iniziativa, e il divertimento, in fin dei conti, sta anche nella “caccia”.

Io e Walter Venuri alla festa degli "Amici del Fumetto"
Ciò nonostante non sono mancate le critiche di chi ha ritenuto che “La cripta” avrebbe dovuto essere messo a disposizione di tutti e non soltanto degli iscritti all’Associazione torinese. Dopo che mi sono dato da fare, sgobbando a titolo gratuito, per la riuscita e la promozione della pubblicazione, svolgendo al meglio l’incarico ricevuto dalla Casa editrice, mi sono sentito accusato di essere io l’artefice di una sorta di “sgarbo” fatto ai lettori. 

La tavola di Michela Cacciatore, la prima donna a disegnare Zagor
Siamo alle solite. Non posso che ribadire il concetto che per quanto mi riguarda “La cripta” avrebbe potuto essere distribuito gratis nelle edicole di tutta Italia: non sono io il responsabile della distribuzione. Già in passato bisognava essere soci ANAFI per impossessarsi del “Sachem senza piume”, e oggi bisogna essere soci degli “Amici del Fumetto” per avere “La cripta”: io che c’entro? In realtà a nessuno è impedito di iscriversi a questa o a quell’altra associazione e, a rigor di logica, agli iscritti non è richiesto un centesimo in più per avere l’albetto (che io sappia). Posso solo auspicare (e anzi farò di tutto perché accada) che in un prossimo futuro “La cripta” sia ristampato e distribuito in modo diverso. Del resto anche la storia di “Amico Treno”, difficile da procurarsi quando uscì sulla rivista delle Ferrovie (non andava in edicola e non si trovava in tutte le stazioni), è stata poi ripubblicata in due diversi formati da Cartoon Club

Non potendo fare di più, pubblico qui di seguito sia la sceneggiatura originale della mia storia, sia l’articolo introduttivo che la presenta.


BRIVIDI SENZA TEMPO
di Moreno Burattini

Prima di essere il “giocattolo” dei lettori, Zagor è stato il “giocattolo” di Sergio Bonelli. Una frase, questa, soltanto apparentemente scherzosa. Guido Nolitta (questo lo pseudonimo, come ben sappiamo, sotto cui si nascondeva l’editore del personaggio quando ne scriveva le storie) era il primo a divertirsi mentre sceneggiava le avventure dello Spirito con la Scure, e il suo pubblico ne percepiva il divertimento, venendone contagiato. Più volte l’autore ha raccontato, nelle sue interviste, come i suoi racconti nascessero non già da chissà quale lunga elaborazione teorica e da ripetuti aggiustamenti in corso d’opera, quanto piuttosto istintivamente, assecondando l’estro creativo di una scrittura che fluiva di getto. Il trucco perché questo desse buoni frutti, al di là del suo talento affabulatorio, era semplicissimo: Bonelli saccheggiava il grande magazzino delle letture e dei film che aveva visto, scegliendo quello che, da ragazzo, lo aveva impressionato, gli aveva fatto paura, lo aveva lasciato a bocca aperta. Dopodiché, filtrandoli opportunamente, cercava di trasmettere gli stessi brividi a chi leggeva i suoi fumetti. 

Zagor è stato volutamente immaginato come un eroe trasversale ai generi, e le sue storie come il regno della contaminazione fra le suggestioni più diverse appunto perché dentro lo stesso sceneggiatore, consumatore onnivoro di cinema e carta stampata, ribollivano le idee suggerite dalla fruizione di ogni tipo di “fabula”. Lo Spirito con la Scure ha potuto attraversare i decenni rinnovandosi al passo con i tempi ma sempre restando se stesso, proprio per questo: perché gli sceneggiatori che si sono succeduti dopo che Nolitta ha ceduto loro il testimone hanno messo in pratica la sua lezione, continuando a riversare nella serie le loro stesse emozioni. 

Ovviamente, Sergio attingeva a un magazzino che, con il passare degli anni, ha dovuto essere aggiornato: i film e i fumetti che aveva visto e letto lui negli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta, pur restando in gran parte miti evergreen, venivano fatalmente sostituiti, nella scelta dei nuovi autori, dai fumetti e dai film letti e visti dagli autori più giovani, ma il meccanismo restava lo stesso. “Se una cosa ha fatto rabbrividire te”, suggeriva il modus operandi nolittiano, “rendila zagoriana e proponila ai lettori perché rabbrividiscano anche loro”. E’ esattamente ciò che ha fatto Mauro Boselli inserendo nelle sue storie, per esempio, gli elementi lovecraftiani a lui tanto cari, o quel che ho fatto io ispirandomi, tanto per dire, al “Nome della Rosa”, una lettura che Sergio non poteva aver fatto ai suoi tempi ma che è stata trasformata in un racconto intitolato “L’abbazia del mistero”. Se dunque questo è il segreto (o almeno, uno dei segreti) del successo di Zagor, un eroe che ha superato alla grande il mezzo secolo di vita editoriale, come comportarsi quando gli autori di oggi vengono chiamati a confrontarsi con i “miti” letterari già sfruttati da Nolitta? 

In altre parole, se uno sceneggiatore attuale volesse richiamare sulle scene un Uomo Lupo, figura resa protagonista da Bonelli di un paio di albi degli anni Sessanta, dovrebbe rifarsi alla stessa iconografia che era servita a Franco Donatelli per realizzare il suo mostro (e precisamente quella del film di George Waggner del 1941, con Lon Chaney Jr.)? O piuttosto far riferimento al modo di raffigurare i licantropi visto nei film più recenti? La risposta viene da sé, solo ripensando al discorso sull’adattamento ai tempi di cui Zagor è stato capace per così tanti decenni. I nuovi sceneggiatori devono necessariamente far ricorso alla “biblioteca ideale” di cui è dotato il loro bagaglio, così come Sergio attingeva dalla propria. Inoltre, gli stessi lettori sono stati abituati dal cinema, dalla televisione, dai libri e dai comics a una interpretazione postmoderna delle leggende letterarie, leggende che, peraltro, da sempre si aggiornano passando di generazione in generazione (i mostri affrontati da Giasone non sono gli stessi contro cui lottano i paladini dell’Ariosto, e il Dracula di Bram Stoker non è assomiglia ai vampiri di “Twilight”). Per questo, quando ho scritto “Plenilunio”, io e Joevito Nuccio ci siamo trovati d’accordo nell’utilizzare una raffigurazione del Lupo Mannaro così come l’evoluzione dei media imponeva, dunque aggiornata. Lo stesso è capitato nell’albetto che avete fra le mani. 

Il vampiro alla Christopher Lee, vestito di tutto punto e solito riposare in una elegante bara foderata di velluto è stato reso decisamente sorpassato dai succhiasangue ipercinetici e postmoderni. Resta, evidentemente, l’icona: ma dopo Dampyr (che a sua volta viene dopo Ann Rice e cento altri autori) è chiaro che il modo con cui è lecito immaginarsi un non-morto debba essere diverso. Se il vampiro che aveva fatto rabbrividire il giovane Sergio Bonelli dormiva in una cassa da morto, i vampiri che hanno terrorizzato i pubblico negli anni successivi erano di tutt’altro genere, dei mutaforma senza nessuna paura dell’aglio e delle croci. Anzi, proprio gli elementi che contraddistinguevano i loro progenitori rischiano oggi di sembrare delle parodie, essendo stati messi alla berlina da decine di caricature. Tuttavia, se anche Zagor affronta un succhiasangue che non si presenta vestito con il frac, ma ostentando un corpo mostruoso, il nostro eroe va all’attacco con la sua scure e il suo solito, indomito coraggio. I mostri cambiano pur restando sempre uguali, lui resta sempre uguale, pur cambiando.





Zagor

LA CRIPTA

Soggetto e sceneggiatura 
di Moreno Burattini




TAVOLA 1


Vignetta 1\2

Striscia con uno spazio per il titolo.
Esterno notte. Vediamo sulla destra le torri di un maniero in rovina, come quelle di un vecchio castello diroccato. Vedi la copertina di Ferri dell’albetto, per avere un’idea. Sullo sfondo un accenno di foresta cupa (foresta che circonda il castello). Sulla sinistra si vede il cielo notturno con la luna piena e un volo di pipistrelli. Nel cielo verrà scritto il titolo “LA CRIPTA”.
Nessun balloon, nessuna didascalia.


Vignetta 3

Vediamo la base di una delle torri in rovina con dei massi rotolati dall’alto e finiti tra l’erba alta. L’idea è che prima abbiamo visto i ruderi alti, adesso vediamo la parte bassa.

VOCE DA FUORI CAMPO – NON AVVICINARTI O LA UCCIDO!


Vignetta 4

Siamo sotto un grosso albero. Un bandito sta con la schiena appoggiata a tronco e tiene una bella ragazza in ostaggio, stretta contro di sé, con un coltello alla della fanciulla. La ragazza è impaurita. Il bandito ha anche il cinturone con la pistola.

BANDITO – SO CHE SEI QUA ATTORNO! …MA TI CONVIENE STARE ALLA LARGA!


Vignetta 5

Di colpo, Zagor si lascia cadere, scure in mano, dai rami dell’albero. Solo lui inquadrato.
Nessun balloon, nessuna didascalia.


Vignetta 6

Zagor atterra, determinato, di lato al bandito che sgrana gli occhi voltandosi verso di lui. Distanza fra Zagor e il bandito: tre metri.
Sonoro: TUMP.

BANDITO - !



TAVOLA 2


Vignetta 1

Zagor si proietta in avanti colpendo con la scure la mano del bandito, e facendogli volar via il coltello. La ragazza trasalisce. Sonoro: TUMP.

BANDITO – AH!

RAGAZZA - ?


Vignetta 2

Zagor strappa la ragazza dalle braccia del bandito (la afferra per un braccio tirandola via) mentre il ceffo porta la destra alla pistola.

BANDITO – Maledetta carogna!

RAGAZZA - !


Vignetta 3

Il bandito spara a Zagor che spinge la ragazza a terra cadendo con lei. Il colpo manca di poco lei e lei. Sonoro: BANG.

BANDITO – TI AMMAZZO!

RAGAZZA – Ah!


Vignetta 4

Zagor da terra si ruota e scaglia la scure verso il lettore.
Sonoro: SWIIISS. Nessun balloon, nessuna didascalia.


Vignetta 5

La scure colpisce in fronte il bandito, uccidendolo.
Sonoro: THUD.

BANDITO – Ungh!


Vignetta 6

Zagor aiuta la ragazza a rialzarsi, guardando il bandito morto a terra qualche metro più in là. Siamo sempre alla base dell’albero.

ZAGOR –  Quell’uomo non ti farà più alcun male.

RAGAZZA – G-Grazie…



TAVOLA 3


Vignetta 1

Zagor alla ragazza, rimessa in piedi, a cui scuote le braccia guardandola negli occhi.

ZAGOR – E’ rimasto un solo assassino… Monroe, il capo della banda! …Dov’è?

RAGAZZA – Lui… lui ha preferito non affrontarti a viso aperto… 



Vignetta 2

Primo piano della ragazza impaurita.

RAGAZZA – E’ andato a cercare un nascondiglio… ha detto che ti avrebbe aspettato al varco!


Vignetta 3\4

Striscia.
La ragazza indica il maniero diroccato sullo sfondo. Zagor guarda da quella parte.

RAGAZZA – L’ho visto entrare fra i ruderi di quel castello! …Il suo complice, invece, non ha voluto seguirlo… per paura!

ZAGOR – Paura di che cosa?


Vignetta 5

La ragazza a Zagor.

RAGAZZA – Al villaggio dicono che da qualche tempo, non si sa come, nei sotterranei si un vampiro si sia risvegliato dal suo sonno secolare… e che la notte esca in cerca di vittime!

ZAGOR – Per mille scalpi!


Vignetta 6

Zagor alla ragazza.

ZAGOR – Se la gente ci crede… nessuno è andato a cercarlo, di giorno, armato con un paletto di frassino?

RAGAZZA – Alcuni l’hanno fatto… e non sono più tornati!



TAVOLA 4


Vignetta 1\2

Striscia. La ragazza parla a Zagor che raccoglie la scure mentre guarda verso il castello sullo sfondo.

RAGAZZA – Quel Monroe ha detto che sono tutte superstizioni… ha riso del suo complice che ci prestava fede… ed è andato ad aspettarti!

ZAGOR – Non lo deluderò. Tu torna a casa tua!


Vignetta 3

Zagor guarda la ragazza scappare via. In cielo la luna piena.

ZAGOR (pensa) – C’è un sentiero facile da seguire, con questa luna! …Lei lo conosce bene e non si perderà!


Vignetta 4

Zagor, scure in mano, corre verso il castello diroccato illuminato dalla luna.
Nessun balloon, nessuna didascalia.


Vignetta 5

Zagor, scure in mano, entra guardingo fra i ruderi del castello: non è dentro ma fra i massi delle mura cadute, nell’erba alta. La luna lo illumina.
Nessun balloon, nessuna didascalia.


Vignetta 6

Zagor, scure in mano, entra nel vano ogivale di una porta sfondata, circospetto.
Nessun balloon, nessuna didascalia.



TAVOLA 5


Vignetta 1\2

Striscia. Zagor percorre in una vasta sala dove termina uno scalone mezzo crollato: di sopra non si va. Antica sala da castello, con il caminetto. Dalle mura crollate filtra la luce della luna. Zagor si dirige verso una porta in cui si intravede la scala che va nel sotterraneo. Attorno a quella porta ci sono però delle colonne o delle nicchie che possono nascondere nell’ombra.

ZAGOR (pensa) – Monroe può essere nascosto dovunque, qua attorno! …Ma di sopra non può essere andato, visto che la scala è crollata!


Vignetta 3

Nei pressi della porta che immette sulle scale che vanno di sotto, un lastrone cede sotto il peso di Zagor! Zagor cade giù con il lastrone, perdendo la scure. Il lastrone è una botola che cede sotto il suo peso. Botola di due metri per due. Sonoro: SLAM

ZAGOR – Per mille scalpi!


Vignetta 4

Zagor resta appeso al bordo della voragine apertasi sotto i suoi piedi e guarda in basso. 

ZAGOR (pensa) – Appena in tempo! …Non ha ceduto la volta del sotterraneo! …E’ proprio un trabocchetto predisposto per farci cadere gli incauti!


Vignetta 5

Sul fondo c’è il cadavere scheletrico ma mezzo mummificato di un uomo.

PENSIERI DI ZAGOR (dall’alto fuori campo) – Quelli sembrano i resti di qualcuno che non è stato fortunato come me!


Vignetta 6

Zagor si issa guardando nel buco che resta aperto.

ZAGOR (pensa) - Chi ha progettato il castello ha voluto proteggere l’accesso alle cripte sottostanti… e se anche Monroe ci fosse caduto dentro?



TAVOLA 6


Vignetta 1

Zagor, pistola in pugno, cammina di fianco a una colonna o una cripta e non di accorge che nella penombra c’è una sagoma umana che sembra in agguato: il bandito Monroe (vedremo meglio dopo com’è).

ZAGOR (pensa) – Oppure non ha cercato di scendere e si è appostato…


Vignetta 2

Zagor si volta di scatto torcendo il busto, pistola in mano.

ZAGOR (pensa) - …qua attorno!


Vignetta 3/5

Striscia verticale.
Zagor fa un balzo indietro vedendo Monroe nel buio dietro di sé. Ma è morto, con gli occhi sbarrati, e appeso a un gancio nel muro per il collo, così che stia in piedi, penzoloni,  braccia giù. Inoltre è tutto smunto e con le guance scavate: un vampiro lo ha prosciugato!  Lo capiremo meglio dopo. Qui Monroe fa paura.

ZAGOR - !


Vignetta 4

Vediamo Monroe più da vicino, orrendo. L’inquadratura permette di intravede il gancio a cui è appeso. Sul collo, i fori lividi dei canini del vampiro.

VOCE DI ZAGOR (da fuori campo) – MONROE!


Vignetta 6

Zagor, occhi sgranati, guarda il cadavere.

ZAGOR (pensa)  - E’ stato ucciso e appeso a un gancio della parete! E quei fori sul collo dicono chi è stato a farlo!



TAVOLA 7


Vignetta 1\2

Striscia.
Zagor si volta di scatto torcendo il busto… e dietro di lui c’è un vampiro che lo attende, con i denti in  mostra. E’ un vampiro alla Dampyr, post moderno, non il Bela Rakosi di Nolitta. Fa paura. Qualcosa come quello dell’immagine qui sotto.

ZAGOR (pensa) – UN VAMPIRO!





Vignetta 3

Busto del vampiro che “ruggisce” verso il lettore.
Sonoro: AUURRGGH.
Nessun balloon, nessuna didascalia.


Vignetta 4

Il vampiro salta verso Zagor che inutilmente spara contro di lui.
Sonoro: BANG BANG.
Sonoro vampiro: UUURGH.

ZAGOR – !


Vignetta 5

Il vampiro travolge Zagor (che perde la pistola) e tutti e due rotolano sul pavimento. Si vede però che Zagor fa dirigere la rotolata verso una direzione precisa.
Sonoro: RAAUURGH.

ZAGOR (pensa) –  Maledizione! …Ho una sola speranza!


Vignetta 6

Zagor e il vampiro cadono nella botola rimasta aperta.

VAMPIRO -!

ZAGOR (pensa) – La botola!



TAVOLA 8


Vignetta 1

Zagor e il vampiro cadono sul fondo della cripta. Il vampiro sotto, Zagor sopra.
Sonoro: TUMP.

ZAGOR - !


Vignetta 2

Zagor allunga la mano verso un paletto acuminato tenuto nel pugno dalla mummia rinsecchita che giace nella cripta sotto la botola.

ZAGOR (pensa) – La mummia è di uno degli uomini venuti a cacciare il vampiro!


Vignetta 3

Zagor usa il paletto come una spada per trafiggere il vampiro!
Sonoro: SWACK.

ZAGOR (pensa) – E questo è il paletto di frassino con cui era armato!

VAMPIRO – AARGH!


Vignetta 4

Il vampiro si inarca cadendo indietro con il paletto di frassino nel cuore.

VAMPIRO –RAAAAH!


Vignetta 5/6

Striscia.
Fondo della cripta, luce lunare dall’alto. Zagor, in piedi, guarda il vampiro morto con il paletto nel petto. Vicino c’è la mummia.

ZAGOR (pensa) – I trabocchetti proteggevano il sonno diurno del vampiro… ma mi hanno messi a disposizione un’arma con cui ucciderlo!

DIDASCALIA (in basso) – FINE.