Se avete seguito su Dime Web (la rivista telematica, erede della "Dime Press" cartacea dei bei tempi che furono) "L'Atlante di Mister No" sapete di che cosa sia capace l'enciclopedico Massimo Capalbo. Se non l'avete seguito (nonostante persino il sito ufficiale della Bonelli l'avesse segnalato) si è trattato di un grosso sbaglio di cui, però, fate ancora in tempo a emendarvi. In quell'immane lavoro (il cui unico torto, ai miei occhi, è di non essere disponibile in un tomo cartonato da porre nel posto d'onore della biblioteca), venivano dettagliatamente segnalati, illustrati, contestualizzati, con dovizia di particolari e di rimandi ipertestuali e multimediali, in ordine alfabetico, tutti i luoghi visitati dal Pilota di Manaus, tutti i personaggi da lui incontrati, tutti gli animali in cui si è imbattuto, tutti gli argomenti affrontati.
Ho sperato a lungo che Capalbo potesse concentrare i suoi sforzi anche su Zagor, ma il fatto che la collana dello Spirito con la Scure fosse un mare magnum assai più vasto della serie di Jarry Drake mi faceva dubitare che si potesse portare a termine l'impresa. A dire il vero, qualcosa del genere era stato tentato in Turchia da Eren M. Paykal, autore, qualche anno fa, di un "dizionario" dei personaggi zagoriani, uscito a Istanbul e, purtroppo, mai tradotto in italiano. Nel mio piccolo, io sto curando, da quasi centoventi settimane, la rubrica "Buoni & Cattivi" sulla Collezione Storica di Repubblica, in cui dedico ogni volta un "ritratto" a quattro protagonisti delle pagine di quel volume. Sono dunque arrivato a oltre quattrocentocinquanta schede, che magari un giorno potrebbero venire raccolte in un libro a parte, chissà. Ma, con mia sorpresa, ecco Max Capalbo che, nell'attesa, si è davvero dedicato a Zagor, ma scegliendo di circoscrivere, se così si può dire, il campo della sua indagine: non tutti i luoghi e tutti i personaggi, ma "solo" i Mostri che compaiono nella collana del Re di Darkwood.
Il suo nuovo dizionario ha cominciato ad apparire su "Dime Web" e nel momento in cui scrivo l'autore è arrivato alla lettera "C". Per rendervi di che cosa si tratta dovete soltanto andare a vedere cliccando sui link sottostanti.
Zagor Monster Introduzione e lettera "A"
Zagor Monster lettera "B"
Zagor Monster lettera "C"
Qui di seguito trovate invece la presentazione del proprio lavoro da parte dello stesso Massimo Capalbo, che ringrazio per ciò che ha fatto e sta facendo.
ZAGOR MONSTERS
di Massimo Capalbo
Quella di Zagor è la serie bonelliana classica dove la componente fantastica ha avuto e ha tuttora il maggior peso. Se è vero che sia in Tex sia nel Piccolo Ranger è presente un nutrito filone di storie ricche di elementi soprannaturali - e che persino all’interno di due serie essenzialmente realistiche come Mister No e il Comandante Mark non sono mancati episodi ai confini della realtà - solo nella saga dello Spirito con la Scure il fantastico costituisce uno degli ingredienti principali, e ciò fin dai primissimi episodi. Basti solo pensare che Darkwood, la foresta dove Zagor vive - assieme all’amico fraterno Cico - e nella quale si svolgono la maggior parte delle sue avventure, è un luogo immaginario, sebbene abbia una precisa collocazione geografica (si trova infatti sotto la regione dei Grandi Laghi, tra Pennsylvania, Ohio e West Virginia) e sia abitata da autentiche tribù pellerossa, come pure storicamente autentici sono molti degli avamposti militari disseminati sul suo territorio. Nella sua Foresta Oscura, Zagor si è scontrato di volta in volta, oltre che con i tipici cattivi del genere western (banditi, trafficanti di whisky, indiani ribelli, militari guerrafondai, speculatori, ecc.), con un’interminabile schiera di vampiri, scienziati pazzi, maghi, lupi mannari, morti viventi, animali e vegetali mostruosi, entità demoniache, robot, extraterrestri, folletti e via fantasticando. Non solo, ma anche nei suoi viaggi oltre i confini di Darkwood – le varie odisseeambientate nel resto del Nordamerica o in luoghi più lontani come l’America Latina e l’Africa – il nostro eroe ha dovuto affrontare diversi pericoli soprannaturali. Il fantastico zagoriano nasce da molteplici suggestioni letterarie, cinematografiche e fumettistiche, a cominciare da quelle che hanno nutrito l’immaginario del papà dello Spirito con la Scure, Sergio Bonelli alias Guido Nolitta. Nei vent’anni che lo hanno visto al timone della collana, l’editore/sceneggiatore – che ha creato il personaggio nel 1961, assieme al disegnatore Gallieno Ferri - ha attinto a piene mani dal cinema di fantascienza degli anni Cinquanta, dagli amati horror della Universal e della Hammer, da celebri e meno celebri serie a fumetti degli anni Trenta e Quaranta: il Flash Gordon di Alex Raymond, il Phantom di Lee Falk e Ray Moore, ilTarzan di Burne Hogarth il Casey Ruggles/Red Carson di Warren Tufts, il Brick Bradford di William Ritt e Clarence Grey, l’italianissimo Virus di Federico Pedrocchi e Walter Molino (ma si tratta, ovviamente, di un elenco parziale). Gli altri autori che – a fianco di Nolitta, ma soprattutto dopo il suo ritiro come sceneggiatore zagoriano - si sono cimentati con il Re di Darkwood (nomi come Castelli, Sclavi, Canzio, Toninelli, Capone, Boselli, Burattini, Rauch, per citare i più importanti) hanno fatto assimilare al personaggio ulteriori suggestioni: da Stephen King a Tolkien, da Verne a Conan Doyle, da Lovecraft a Hodgson, da Poe ad Haggard, da Howard ad Ashton Smith, dalla mitologia pellerossa a quella celtica, dal mito del Graal a quelli di Atlantide e Mu.
Zagor Collana Lampo II serie, n. 18, 4 agosto 1963. |
Data l’abbondanza, nella saga zagoriana, di personaggi, creature e luoghi fantastici, abbiamo deciso in quest’opera di occuparci solo – si fa per dire – di una specifica categoria, quella dei mostri. In essa abbiamo incluso non soltanto i vari uomini-bestia, i morti viventi, i vampiri, i dinosauri, gli spettri, gli animali impossibili e le piante assassine che Zagor ha dovuto affrontare a Darkwood e altrove, ma pure altri esseri e personaggi fuori dall’ordinario: per esempio, mutanti come Skull; abitatori di altri pianeti come gli spietati Akkroniani e il mite Warzak; criminali in grado di assumere particolari proprietà fisiche come l’Uomo Invisibile; divinità e spiriti malvagi quali Donn l’Oscuro, Haggoth, Dagon, Wendigo, Kudan ecc.; robot come il distruttivo Titan. E ancora: le letali pietre viventi che compaiono nella storia Odissea americana, uomini artificiali come Molok e il Golem, bizzarri esseri che abitano dimensioni parallele quali il perfido Urmur e i goblin RedCap e Red Jacket; animali realmente esistenti ma comunque insoliti, perché dotati di strani poteri (come il capodoglio esper di Incubo sul mare), manipolati dall’uomo (come gli insetti assassini della storia omonima), inseriti in contesti particolari che conferiscono loro un’aura mitica (è il caso del colossale puma e dell’anaconda che compaiono ne La montagna degli dei). Non abbiamo trascurato, inoltre, i buffi mostri apparsi negli albi speciali dedicati a Cico (il quale è a tutti gli effetti il co-protagonista della saga zagoriana) e creature altrettanto insolite e simpatiche quali il Pisum Alatum e il Going-Going. Non troverete, invece, nessuna voce dedicata al mad doctor Hellingen, a streghe come Dharma e Mawanah, al druido Kandrax, al barone Wolfingham, all’occultista Stephan, ai negromanti Zondar e Moridian, ecc. I suddetti personaggi, pur avendo anch’essi caratteristiche straordinarie, non rientrano certo nella categoria dei mostri; tuttavia, li citeremo lo stesso, e non potrebbe essere altrimenti, giacché – per fare alcuni importanti esempi – l’Uomo Tigre è una creatura della sopracitata Dharma, Kandrax è un seguace di Donn l’Oscuro, Titan è stato fabbricato da Hellingen, Moridian ha al suo servizio un esercito di morti viventi. E’ possibile che alcune scelte e alcune esclusioni da noi operate non troveranno d’accordo tutti gli appassionati dello Spirito con la Scure; a ogni modo, crediamo di aver fornito, attraverso le oltre centotrenta voci che compongono questa sorta di enciclopedia, un quadro abbastanza soddisfacente del filone fantastico zagoriano, filone che ha contribuito in maniera notevole al successo ormai ultracinquantennale dell’eroe nolittiano. (m.c.)