Un lettore mi ha scritto:
Per favore basta con le mini storie sui Maxi Zagor frantumano gli zebedei... create una storia unica che ti prenda dalla prima all’ultima pagina.
Io ho risposto:
Pensa che pareri contrastanti. "I racconti di Darkwood" hanno avuto plausi entusiastici ovunque e a qualcuno frantumano gli zebedei.
I sondaggi di opinione dicono che le storie brevi sono preferite contro le lunghe (e difatti le pubblicazioni Bonelli dici uniscono le pagine) ma qualcuno controcorrente ci sarà sempre. In realtà, i Maxi con le storie brevi SONO una storia unica lunga, dato che i racconti sono uniti da una cornice anche molto elaborata (si veda il primo della serie, e l'ultimo uscito). Uno potrebbe leggere quella e saltare le brevi. Peccato perché fra le brevi a volte ci sono delle chicche come, appunto, quelle di Lola Airaghi (che ha ricevuto il Premio Ferri). Il lettore di solito accetta, comunque, un albo meno gradito (ma che può piacere ad altri) confidando nel successivo più gradito (che magari ad altri non piace).
E' la regola del fumetto serale. Anche negli anni Sessanta, Settanta o Ottanta non tutte le storie piacevano a tutti allo stesso modo. In ogni caso, invece di pretendere albi su misura, basta scegliere ciò che ci piace e scartare ciò che non ci piace: mi sembra una riflessione di una semplicità disarmante.
Il più recente Maxi, "I disertori di Fort Kenton", è comunque una storia unica. Per anni, ci sono state decine di "balenotteri" a storia unica, le antologie di racconti brevi sono state, finora, solo quattro. Antologie, peraltro, come quelle dei color Tex e color Dylan Dog, una formula collaudata che garantisce una offerta variegata per tutti i gusti. Il Maxi di maggio, invece, sarà appunto composto da sei storie brevi più una cornice.
Nel video che segue, ecco una recensione de "I racconti di Darkwood".
In Rete se ne possono trovare molte altre.