mercoledì 19 agosto 2020

LA BANDA DEI METIS






La miniserie "Zagor Darkwood Novels" è arrivata al terzo episodio, intitolato "La banda dei Métis". I testi sono miei, i disegni di Max Bertolini e la copertina di Michele Rubini. Delle caratteristiche di questa collana in sei numeri abbiamo già parlato (vi basterà cliccare qui per recuperare quanto si è detto). Nel prologo e nell’epilogo di questo terzo episodio della nostra miniserie troverete altri indizi (mescolati, però, a false piste, pur senza alcuna informazione sbagliata) sull’identità del Misterioso Personaggio che racconta al giornalista Roger Hodgson brevi storie inedite della vita di Zagor, allo scopo di meglio spiegarne la personalità.  Tra i lettori si è già scatenata la caccia all’uomo, basata su ipotesi e controdeduzioni, per giungere a scoprire di chi si tratta: naturalmente tutto sarà rivelato nel sesto albo. 

Oltre a fare i complimenti a Max Bertolini, efficacissimo nella recitazione dei personaggi e nelle scene d'azione, mi preme sottolineare come l'intento di realizzare storie con una valenza postmoderna (adattamento dei temi del passato a narrazioni più moderne, ma anche a il voler raccontare un eroe leggendario come avrebbe potuto essere se fosse stato un personaggio reale, diminuendo la dicotomia fra fantasia e realtà) abbia portato non solo a una maggiore crudezza di alcune scene, ma anche a permettere alla trama uno sviluppo in cui il protagonista non domini del tutto gli eventi, come accade nel finale (che mi auguro inaspettato). Se ne è accorto anche un attento commentatore, David Padovani, su "Lo Spazio Bianco".


Per comodità, ecco una parte della sua recensione.

Il terzo appuntamento con la miniserie Darkwood Novelsconferma due elementi fondanti voluti da Moreno Burattini in questo progetto: la volontà di raccontare storie realistiche, più dure e violente, che si allontanano dalle tipiche contaminazioni fantastiche del canone dell’eroe e, soprattutto, la scelta narrativa di fare di Zagor un co-protagonista delle storie che il giornalista Hodgson va raccogliendo. Lo Spirito con la scure in queste pagine non è un eroe che piega il destino e i fatti alla propria volontà, bensì è un testimone partecipe degli episodi e delle esistenze in cui si imbatte.  Con questo Burattini sembra quasi voler ribadire al lettore la distanza e la differenza che passano tra il personaggio creato da Nolitta e Ferri e il ranger di GL Bonelli e Galep, tra l’empatia dell’uno e la graniticità dell’altro.