All'inizio del mese di luglio è uscito lo Zagor n° 708 (Zenith 759), intitolato "Verdetto finale". I testi sono miei, i disegni di Marco Verni. La copertina di Alessandro Piccinelli è stata colorata da Roberto Piere. Si tratta della sesta e ultima puntata di una lunga saga in sei parti iniziata nel febbraio 2024 con l'albo "Supermike!",
di cui abbiamo parlato a suo tempo in questo stesso spazio: cliccate
sul testo colorato per leggere o rileggere ciò che ci eravamo detti. La
stessa cosa (l'averne parlato e la possibilità di leggere o rileggere)
vale per la seconda puntata, "I guerrieri di Tumak", per la terza, "Lo Spirito giallo", per la quarta, "Verso un oscuro destino", e per la quinta, "I due sfidanti". Nella seconda parte dell'albo è contenuta una avventura breve e autoconclusiva, di 46 pagine, intitolata "La piccola ombra", da me sceneggiata per Fabrizio De Fabritiis. Di questa avventura parleremo prossimamente in un post apposito.
Prima di entrare nel merito del racconto, due parole sul tentativo di record che io e Marco Verni abbiamo provato a battere, quello della storia di Zagor più lunga di sempre. Ecco come l'esito finale è stato da me annunciato nella rubrica "I tamburi di Darkwood".
Ebbene sì: il
precedente record, quello detenuto da “Incubi” (513 pagine), è stato battuto!
In tutto, le tavole disegnate da Marco sono state ben 518: quindi, cinque in
più del racconto del 1988 di Tiziano Sclavi e di Gallieno Ferri. Non si tratta
comunque della storia più lunga di casa Bonelli, titolo che appartiene a Guido
Nolitta e Guglielmo Letteri con “Gli uomini giaguaro”, una avventura di Tex del
1993 che di pagine ne conta addirittura 586. L’albo che avete fra le mani, inoltre,
segna anche un piccolo traguardo per il sottoscritto: raggiungo infatti, e
supero, la quota delle trentamila tavole bonelliane pubblicate dal 1990 a oggi
(di cui 28.900 scritte per Zagor). La fonte dell’ informazione è Saverio Ceri,
che da anni cura (prima sulla rivista Dime Press, poi sul sito Dime Web) il
calcolo di classifiche e statistiche relative agli eroi e agli autori dei
nostri eroi (cercate in Rete la sua rubrica “Diamo i numeri”). Grazie, Saverio!
Record battuto per cinque tavole, dunque, e nello stesso albo il giro di boa delle trentamila pagine bonelliane uscite a mia firma. Riguardo questo risultato, mi pone al sesto posto tra gli sceneggiatori pubblicati dalla Sergio Bonelli Editore (nelle sue variegate denominazioni) nella sua storia ottantennale, con qualche margine di miglioramento.
La quantità di storie pubblicate nulla c'entra con la qualità, ovviamente, ma il fatto che tra il 1991 e il 2024 mi sia stata data la possibilità di pubbicare trentamila pagine a fumetti vuol dire che un minimo di riscontro da parte del pubblico si è pur dovuto avere. E a proposito di riscontro del pubblico, l'impressione che io e Marco Verni abbiamo ricevuto dai feedback che ci sono giunti è che almeno quest'ultima ciambella ci sia riuscita con il buco. Entrambi abbiamo passato un bel po' di tempo a rispondere a chi ci ha fatto giungere parole di apprezzamento. Il giorno 20 luglio siamo stati entrambi ospiti del festval Riminicomix dove abbiamo incontrato un pubblico caloroso intrattenendolo per oltre un'ora appunto dibattendo a proposito di "Verdetto finale" e degli albi precedenti.
A Rimini ha preso la parola anche Giampiero Belardinelli, saggista e critico, autore della puntualissima recensione che pote leggere qui:
https://giampierob2.blogspot.com/2024/07/un-narcisista-darkwood.html
Un'altra recensione di un noto esperto zagoriano è quella di Marco Corbetta, rintracciabile cliccando il link sottostante:
http://zagorealtro.blogspot.com/2024/07/supermike-zagor-703708.html
Per il sito della Bonelli ho registrato un breve video che potete vedere un click:
https://youtu.be/ciHnz7ObnwM?si=wRqYgstNqYjZYKmL
Considerazioni e aneddoti finali.
E' stata un'impresa faticosa in cui sono contento di essermi imbarcato ma che difficilmente avrò voglia di replicare, resa tanto più difficile dalle grandi aspettative create da quarant'anni di attesa (tanti ne sono passati dall'ultima apparizione di Supermike). Io e Marco Verni ci siamo proposti di riportare Supermike alle caratteristiche originarie nolittiane, partendo dall'assunto che Mike Gordon non sarebbe dovuto risultare un cattivo a tutto tondo, non uno spietato assassino, ma uno che fa del male dando più importanza alla soddisfazione del proprio smisurato narcisismo che alle conseguenze sulla vita degli altri. Proprio il narcisismo e l'incapacità di sopportare persino la possibilità di una sconfitta mettono in crisi Supermike a cui cedono i nervi quando anziché attaccare da una posizione di vantaggio si trova a dover rincorrere il risultato. Viceversa, Zagor vince perché riesce meglio a dominare le proprie emozioni. C'è in questo una evoluzione della situazione nolittiana da cui siamo partiti, dato che durante la prima gara era stato lo Spirito con la Scure a innervosirsi: ha imparato la lezione. Lo Spirito Giallo invece non può imparare niente, perché si sente già super.
La lunga avventura giunta a conclusione cerca anche di dare alcune spiegazioni su quanto di irrisolto restava dopo la storia precedente, quella scritta da Alfredo Castelli, a cui peraltro il racconto mio e di Marco Verni è dedicato. Si è cercato con questo di creare spessore attorno alle vicende e ai personaggi. A chi si è sentito infastidito dall'attesa prima dell'inizio della sfida delle sei (o sette) prove è facile rispondere facendo notare come l'organizzazione della nuova serie di gare nella Radura della Piccola Acqua non poteva essere facile né improvvisata: come avrebbe potuto Supermike convincere il rivale e gli spettatori a sottostare ai suoi propositi, se non attraverso un piano molto elaborato? Piano che crea, almeno nelle nostre intenzioni, un crescendo di aspettative e pone le premesse per la soluzione. Tutto quanto preparato prima (dalla presenza di Tumak, sakem estraneo al gruppo degli altri capi indiani di Darkwood, alla caccia a Doc Lester) serve nel finale.
Si è trattato poi di escogitare sei prove diverse da quelle immaginate da Guido Nolitta, ma che si potessero effettuare senza preparazione del terreno di gara, e di stabilire quelle il cui vincitore potesse essere Zagor e quelle appannaggio di Supermike. Le prime tre sfide mettono lo Spirito con la Scure in difficoltà, soprattutto per il suo ragionevole ma drammatico ritiro proprio nella gara d'esordio, poi segue la rimonta e il ribatamento del risultato. Tutti si aspettavano un pareggio che avrebbe comportato la disputa di uno spareggio, e invece, mi pare sorprendentemente, il punteggio finale è quattro a due. Un punteggio che non è più controverso come quello della gara nolittiana (il cui esito, per lui discutibile, spinge appunto Mike a chiedere la rivincita) e che pare aver convinto la maggor parte dei lettori. Disputare lo spareggio avrebbe fatto assomigliare troppo la rivincita alla prima sfida, quella nolittiana. C'è poi da registrare lo "scambio di cortesie" tra Zagor (che salva la vita a Gordon nel racconto nolittiano) e Supermike (che contraccambia in questo). Si sappia, inoltre, che Mike è vivo per intercessione di Marco Verni, il quale, diversamente da me, era convinto che dovesse salvarsi e io ho finito per convincermi che avesse ragione lui.
Un aneddoto per concludere: la storia record di 518 tavole è in realtà addirittura più lunga. Infatti avevamo cominciato con una gag iniziale di 25 pagine in cui Cico si trovava coinvolto nei giochi olimpici organizzati in una cittadina abitata da gente sportiva. La gag sarebbe stata perfetta per introdurre le gare, appunto da olimpionici, tra Zagor e Supermike. Però, quando è stato stabilito che nel 2021, anno del sessantennale, ci sarebbe stato un albo speciale dedicato a Cico, "Provaci ancora Cico", ho estrapolato le tavole già disegnate da Verni, allungando la gag di altre quindici e portandola fino a quaranta, in modo da costituire una delle tre parti dello speciale (che ebbe per l'appunto una copertina verniana). A cose fatte, ho riscritto l'inizio dell'avventura con Supermike sceneggiando una gag diversa, ma più breve. Se si aggiungono le 25 tavole tolte e destinate diversamente alle 518 finali, arriviamo a 543. Infine, il caso vuole che l'albo "Verdetto finale" sia quello in edicola in Italia nei giorni delle olimpiadi di Parigi. Sempre che sia davvero un caso.
Questa la recensione di Marco Corbetta