martedì 5 gennaio 2021

QUELLO CHE GUARDA IL CAPELLO

 

Quella che vedete qui sopra è la copertina, opera di Alessandro Piccinelli, dello Zagor in edicola questo mese, gennaio del 2021. Ora, ognuno è libero di pensarla come crede, nel giudicarla. Però, con tutta la buona volontà, faccio fatica a trovarci dei difetti. E' western (e ciò dovrebbe tranquillizzare quella parte dei lettori che non gradiscono le storie horror o di fantascienza), è drammatica, è chiara, c'è l'eroe in una posa (appunto) eroica, il protagonista è inquadrato da vicino (c'è chi contesta quando Zagor è in secondo piano), i colori valorizzano (e non coprono) il disegno. Secondo me, Piccinelli (artista, peraltro, di rara umiltà)  è sempre più bravo, e non c'è mese che non riceva messaggi entusiastici di fronte alle sue copertine. Però, c'è sempre quello che guarda il capello, nel senso letterale del termine. Infatti, su Twitter, mi è stato segnalato questo commento.



Poiché il parere di tutti i lettori va preso in sacrosanta considerazione, cercherò di interpretare (prima) e analizzare (poi) il senso di ciò che viene detto, giusto per capire che cosa si potrebbe fare per accontentare tutti, ma proprio tutti, per quato difficile sia. Dunque, secondo il commentatore, siamo di fronte a una rappresentazione di Zagor "coi capelli alla LancioStory". E qui, confesso di non capire. Cosa sono "i capelli alla LancioStory"? Esistono dei capelli che si possono definire "alla LancioStory"? Uno può andare dal barbiere e chiedere: mi faccia i capelli "alla LancioStory"? Confesso la mia ignoranza e la mia mancata comprensione. Una cosa però pare certa: il taglio di capelli che ha Zagor in questa copertina, non piace al nostro lettore. Che, appunto, valuta le cover a partire dalla chioma del protagonista. Forse è un parrucchiere, uno che se ne intende. Forse dovremmo mandare Piccinelli a fare un corso di taglio e messa in piega, non so. Guardo e riguardo la copertina e mi chiedo in che cosa i capelli dello Spirito con la Scure siano diversi dal normale. Non noto niente di strano. C'è qualche ciuffo mosso, ma quello è per dare dinamismo alla scena, come quando Zagor corre e gli si muovono le frange della casacca. Dovrebbe essere facile da capire, se ci arrivo pure io. Ma evidentemente si preferiscono i capelli con la brillantina.

Sono andato a riguatdare i due più classici poster di Zagor disegnati da Ferri, e li vedete qui sotto: mi pare che quache ricciolo al vento si veda in entrambi. In quello con la liana ci sono anche le frange mosse, come si diceva prima. Niente brillantina.




Comunque, il nostro lettore sostiene che oltre ai capelli alla "LancioStory", ci sia anche "qualche testa esplosa". Rimango basito. Guardo e riguardo il disegno di Piccinelli e non vedo nessuna testa esplosa. Vedo dei colpi di pistola che sfiorano lo Spirito con la Scure e scheggiano, come da consuetudine nel fumetto western più tradizionale, qualcosa accanto a lui. Forse Piccinelli si è divertito a nascondere teste che esplodono fra i particolari del suo disegno, così come nasconde la sigla AP della sua firma? In tal caso, le ha nascoste così bene che io non riesco a vederle. Naturalmente il nostro detrattore le vede, perché a lui non sfugge nulla.
 
A meno che (in tal caso non posso pensare che il lettore abbia potuto essere così poco chiaro,  per cui sarebbe proprio un problema mio, che sono lento di comprendonio) il detrattore non si riferisca a un'altra copertina, quella (molto bella) dell'albo "La mente assassina" che potete vedere qui sotto (di una storia di alcuni mesi fa di cui parlo qui)




Guardo la testa dell'uomo che giace a terra e non la vedo "esplosa". Mi sembra che sia tutta intera. Occhi, naso, bocca, orecchie, capelli... c'è tutto. Esplosioni, zero. C'è del sangue dietro la nuca, ma potrebbe essere quello che esce comunemente dopo un urto contro una pietra (ce ne sono un paio sotto). Non si vede neppure il buco di una qualsiasi ferita, nel caso il nostro detrattore sia facilmente impressionabile. Del resto, sangue in copertina ne metteva anche Gallieno Ferri. E' il minimo sindacale di un fumetto dove si spara e si tirano frecce. Vero è che all'interno, ma non se ne può fare una colpa a Piccinelli, si parla di una donna dotata di poteri mentali. Dunque un argomento horror. Magari il detrattore non apprezza l'horror. Allora sia coerente e apprezzi la copertina tradizionalmente western di "Nessuno è innocente".  

Peraltro, ma guarda la combinazione, proprio la storia "La mente assassina", ha fatto giungere in redazione una lettera di un paio di giovani lettori, che vedete qua sotto e che comunque ho commentato di recente anche su questo blog . 



Com'era la storia che le nostre copertine non "guadagnano" giovani? Certo, fra tutte le copertine possibili, il nostro detrattore è andato a scegliere proprio quella che ce ne ha fatti guadagnare due.

Ma arriviamo al pezzo forte. Sia quel che sia, secondo il detrattore i capelli alla "Lancio Story"  fanno perdere a Zagor i vecchi lettori. Si sa, infatti, che i vecchi lettori comprano Zagor non per leggere la storia contenuta dietro la copertina, ma per la pettinatura dello Spirito con la Scure sopra. Cioè, ci si ferma a quella. Attenzione: non sto sostenendo che la storia all'interno (scritta da una guest star come Tito Faraci) non possa non piacere. Per carità, ci potranno essere pure dei lettori delusi, e magari alcuni di questi li perderemo. Secondo me, non c'è motivo. Ma ipotizziamolo. Però il detrattore non dice che i "vecchi lettori" li perdiamo per le storie. Li perdiamo per la copertina, questa la sua tesi. Per i capelli alla "LancioStory" e per le teste esplose che vede soltanto lui.

Il nostro lettore si accorge, per fortuna, che il maestro Ferri (che per me era un secondo padre) non c'è più dall'aprile del 2016. Meno male se ne rende conto, perché altri detrattori contestano che Zagor non sia più scritto e disegnato da autori che sono morti. La sua soluzione: qualcuno che disegni il più possibile simile a lui. A lui, di quale periodo? Perché lo stesso Gallieno ha disegnato le sue ultime copertine con uno stile diverso da quello degli anni Settanta. Che era diverso da quello degli anni Novanta e da quello delle cover delle strisce degli anni Sessanta. Quindi, il lettore contesterebe anche Ferri, se fosse vivo, e non "assomigliasse" a se stesso. Si pretende l'impossibile: la cristallizzazione della grafica di un fumetto, a partire dalle copertine, perché rievochino i ricordi dell'infanzia perduta. 
 
Nessun personaggio del fumetto popolare ha la grafica di copertina (e men che mai quella degli interni) uguale a quella di trenta, quaranta, cinquanta anni fa. Sono forse uguali le copertine di Topolino di oggi a quelle degli anni Settanta? Vogliamo parlare dell'Uomo Ragno? Di Tex?  Sono uguali le copertine dei libri, le locandine dei film? A tutti, evidentemente, è permessa una evoluzione, tranne che a Zagor. Che deve restare uguale agli anni Sessanta o Settanta. Ci sono, in verità, eroi sempre uguali a se stessi, anche nelle copertine: quelli morti, che vengono soltanto ristampati. Si vorrebbe ridurre lo Spirito con la Scure a una ristampa di se stesso, con la brillantina sui capelli.

Ho citato il nome di Tex. Nel 1994, le copertine passarono da Galep a Claudio Villa. Si può forse dire che Claudio Villa sia "simile" a Galep? Assolutamente no. Il cambiamento fu drastico, molto più drastico di quello fra Ferri e Piccinelli. Ci fu un abbandono dei "vecchi" lettori? No. Almeno, non evidente e non oltre quel che è il normale tasso di abbandoni. Perchè, a differenza di quello che crede il nostro detrattore, il "vecchio" lettore (categoria tra i quali mi annovero anch'io, che leggo Zagor almeno dal 1970, e cioè da cinquanta anni) non è un lettore cristallizzato, ma in grado di apprezzare un bel disegno. 
 
Anzi, c'è proprio della soddisfazione nel gustare le diverse interpretazioni di un eroe a fumetti da parte dei diversi autori. Chi vorrebbe perdere, su Tex, il confronto fra la mano di Giovanni Ticci e quella di Fabio Civitelli? O fra quella di Guglielmo Letteri e quella di Fernando Fusco?  Evidentemente, il nostro detrattotre non apprezza le sfumature, tranne quelle dei capelli. 
 
Concludendo, il lettore non si etichetta, che orrore, come "vecchio". Qualunque età abbia, è in grado di apprezzare Claudio Villa, così come Alessandro Piccinelli, che è suo allievo, e a cui assomiglia molto. Piccinelli, peraltro, è molto più simile a Ferri di quanto non lo sia Villa a Galep. Quanto a guadagnare i giovani e perdere i vecchi, magari bastasse una copertina cristallizzata sullo stile Ferri a evitare la chiusura delle edicole. Il problema infatti non è di Zagor, né del suo copertinista, è di tutta l'editoria, che perde colpi perché si legge meno: le edicole non chiudono per il capello "alla LancioStory" di Zagor.  Si ne parla qui. Se fosse per quello e basta, forse chiuderebbe Zagor e i "vecchi" leggerebbero qualcos'altro. Invece Zagor continua a cavarsela, diversamente da tante altre testate che hanno chiuso. Proprio del tutto male, il nostro lavoro, non lo facciamo.

Se può intetessare, ho trattato un argomento simile, su questo stesso blog,  anche in questo articolo:  http://morenoburattini.blogspot.com/2018/07/non-assomiglia.html