venerdì 18 novembre 2011

L’ANNO DELL’APOCALISSE

Sono ragionevolmente sicuro che nel prossimo 2012 non ci siamo più probabilità di essere colpiti da un asteroide gigantesco di quante non ce ne siano state nel 2011 e di quante non ce ne saranno nel 2013. E’ anche abbastanza probabile che non si verificherà in tempi brevi alcuno scivolamento della crosta terrestre e nessun bombardamento di raggi cosmici, o di altri eventi del genere in grado di distruggere la vita sulla Terra o sterminare la razza umana. Sono piuttosto certo del fatto che se anche prima o poi qualcosa di simile accadrà, i Maya non avrebbero potuto prevederlo stabilendo con esattezza l’anno, il mese, il giorno e magari anche l’ora sul meridiano di Greenwich.

In ogni caso, i Maya sembrano aver indicato il 21 dicembre 2012 come il giorno fatale: questo vuol dire che, anche nella peggiore delle ipotesi, tutti i numeri di Zagor del prossimo anno sono destinati a uscire comunque, fine del mondo o non fine del mondo. Il dubbio si pone soltanto per l’albo del gennaio 2013, perciò farò in modo che la storia in corso finisca proprio in dicembre, così che nessuno resti con il racconto a metà e me lo rinfacci mentre saremo in attesa del Giudizio Universale. La programmazione zagoriana del prossimo anno è già pronta e, come di consueto, mi accingo a dare qualche anticipazione. Valgono tutte le annotazioni metodologiche di dodici mesi fa, a partire dall’invito a non proseguire nella lettura se non volete sapere niente, ma proprio niente, di ciò che accadrà (anche se sarò parco di notizie e non rivelerò nulla che tolga il gusto della lettura).

Come già lo scorso anno preferisco non rivelare i titoli, se non i primi due: a gennaio avremo “Notte senza fine” e a febbraio “Rotta verso Panama”. Il titolo di febbraio fa subito capire che l’evento più importante del 2012 zagoriano sarà l’inizio della trasferta in Sud America. Questa trasferta, a cui Sergio Bonelli in persona aveva dato l’assenso dopo la chiusura di Mister No (prima, riteneva lo “spazio” già occupato), rientra in una tradizione inaugurata da Nolitta con la storia della “Strega Rossa”, quella in pratica del “Mostro della laguna”, la prima avventura fuori da Darkwood e addirittura per mare, prologo di un viaggio dipanatosi in un ciclo di racconti collegati fra di loro. Successivamente c’era stata l’ancora più lunga “Odissea Americana”, che aveva portato Zagor nei Caraibi, in Messico e quindi in Texas e in Louisiana prima di far ritorno alla capanna nella palude dopo molti mesi di viaggio. Le successive trasferte avevano soltanto inteso proseguire sulla falsariga dell’esempio nolittiano, movimentando la serie, di tanto in tanto, con escursioni al di fuori degli scenari darkwoodiani. Così ci sono stati viaggi, raccontati dal sottoscritto e (soprattutto) da Mauro Boselli, in Alaska e nel Sud Ovest, poi in Africa, Groenlandia, Islanda, Scozia. Adesso la meta è il Sud America, una terra ricca di suggestioni, di storia, di misteri. Però, tutti i maxi, gli speciali, i volumi giganti, gli almanacchi che usciranno nel corso della trasferta continueranno a essere ambientati a Darkwood: così, non si dovrebbe scontentare nessuno.

A febbraio, dunque, Zagor e Cico lasciano gli Stati Uniti dal porto di New Orleans, diretti verso l’istmo di Panama. Il motivo che li muove dovreste già averlo scoperto se siete lettori abituali dello Spirito con la Scure, in ogni caso non lo riassumo. La prima avventura del viaggio sarà raccontata da Jacopo Rauch e dai fratelli Di Vitto, alla loro esordio sulla serie regolare dopo il maxi “La banda aerea”. Il racconto paleserà subito una delle caratteristiche della “miniserie” sudamericana: la documentazione storica, geografica e antropologica. E’ come se, uscendo da Darkwood, regno della fantasia, Zagor si confrontasse con la realtà dei suoi tempi (anche se non mancheranno excursus fantastici e orrorifici: saranno però in linea con le tradizioni magiche delle terre che andrà visitando). Un’altra caratteristica che si potrà già notare fin dalla prima storia è la serrata continuity della narrazione, messa in evidenza anche dal fatto che il passaggio di testimone fra un racconto e l’altro avverrà quasi sempre a metà albo, come ai vecchi tempi.

Dopo l’avventura a Panama, saremo io e Giuseppe Prisco a prendere in consegna Zagor e Cico e condirli fino in Perù, con una storia provvisoriamente intitolata “Il mistero della cordigliera”. Prisco, da me giudicato bravissimo fin dal suo esordio, a mio parere si è superato nel portare a termine questo suo terzo lavoro. E pensare che era titubante al pensiero di doversi confrontare con costumi, scenari, tipi somatici tutti da ricavare da foto e illustrazioni senza l’appoggio di storie classiche di Ferri o Donatelli a cui far riferimento.

A seguire, sarà proprio Gallieno Ferri a tornare sulla scena con una storia amazzonica scritta per lui da Luigi Mignacco. Perché questa accoppiata? Perché ho pensato di chiedere a Luigi un omaggio a Mister No, il personaggio che lui ha scritto per tanti anni, e di cui Ferri ha illustrato 115 copertine, oltre che il primo episodio. In che modo i due autori hanno fatto incontrare Zagor con il pilota di Manaus? Lo scoprirete solo leggendo.

Per finire, dato l’Amazzonia prende il nome dalle Amazzoni, qual è il disegnatore zagoriano più adatto a disegnare delle donne guerriere? Naturalmente Mauro Laurenti. E’ proprio a Mauro che ho affidato una mia sceneggiatura in cui lo Spirito con la Scure si imbatte nelle leggendarie figure femminili viste dai conquistador sulle rive del Rio da allora in poi definito “delle Amazzoni”. E qui finisce l’anno. Se ci sarà un seguito, lo vedremo. Ma intanto, almeno qualche bella ragazza Laurenti si è divertito a disegnarla.

Che dire invece degli albi extra serie regolare? Dei due maxi lasciatemi anticipare qualcosa soltanto sul primo, “Il mistero dell’isola”, della coppia Burattini/Chiarolla. Circa la trama, potrei cavarmela dicendo che lo spunto mi è venuto sentendo parlare della serie televisiva “Lost” (di cui però io non ho mai visto neppure una puntata, così che ho evitato il rischio di plagio). Ad aprile ci sarà uno Speciale scritto anche quest’anno da Mirko Perniola: visti i lusinghieri giudizi che gli sono stati tributati per lo Speciale precedente, mi attendo un buon gradimento anche per questa sua nuova prova, dato che anche in questo caso ci troveremo di fronte a un dramma umano e a un personaggio problematico com’era la Molly Grow de “La danza degli spiriti”.

A maggio, ecco il secondo Zagorone: se il primo Albo Gigante era caratterizzato da un omaggio al versante fantastico della saga zagoriana (di cui il fantasy fa parte a pieno titolo), oltre che alla figura di chi racconta storie e crea universi narrativi con la propria penna, dando vita a mostri ed eroi (e di questa schiera è stato un formidabile rappresentante Guido Nolitta), il secondo presenterà una storia priva di eventi magici, del tutto realistica, ma sconvolgente quanto a tematiche affrontate. Ciò che accade nelle prime tavole sarà a dir poco sconvolgente e tutto il resto del racconto ne sarà poi la conseguenza. A illustrare i miei testi, il sempre più bravo Marco Verni. Ma quanto a bravura, nel corso del 2012 sarà difficile battere Massimo Pesce, ispirato autore (con Jacopo Rauch) del racconto che troverete a settembre nell’Almanacco dell’Avventura. Si ritiene (secondo me, a torto) che le storie dell’Almanacco, forse perché brevi, siano più scadenti rispetto a tutte le altre. Ecco: quest’anno qualcuno potrebbe ritenere di non esserne più tanto convinto. Ne riparleremo.