domenica 27 aprile 2014

LA CRIPTA


Il 9 marzo 2014 si è svolto a Rivoli, nei pressi di Torino, un pranzo di gala destinato a festeggiare i venticinque anni dell’Associazione “Gli amici del Fumetto” che fa capo a Salvatore Taormina e che pubblica una rivista intitolata “Cronaca di Topolinia” e tutta una serie di albi e volumi in cui si dà spazio a giovani autori e, soprattutto, autrici. 

In quell’occasione è stato distribuito in omaggio ai partecipanti al banchetto un albo spillato di sedici pagine con una copertina inedita realizzata da Gallieno Ferri inedita, contenente tra l’altro una storia dello Spirito con la Scure mai uscita prima, “La cripta”, sceneggiata da me e illustrata da otto diversi disegnatori (una tavola ciascuno). Dell’iniziativa ho parlato diffusamente nella rubrica “I tamburi di Darkwood” apparsa sullo Zagor di marzo, lo Zenith n°635, “Oltre i confini del mondo”, in cui sono state spiegate le modalità per entrare in possesso della pubblicazione. Queste modalità hanno lasciato perplesso più di un lettore, perciò approfondiremo l’argomento tra pochissimo, dopo che avrò raccontato come è nata questa iniziativa. 

La tavola di Marco Verni
Chiarisco subito che non sono io, in alcun modo, titolare dei diritti dello Spirito con la Scure: com’è ovvio, i proprietari sono i creatori e la Casa editrice. Ogni volta che qualcuno vuole pubblicare una storia di Zagor con un marchio diverso da quello Bonelli, deve chiedere una autorizzazione ai detentori del copyright. Tempo fa, per esempio, l’ANAFI (Associazione Italiana Amici del Fumetto e dell’Illustrazione) chiese e ottenne il permesso di dare alle stampe “Il sachem senza piume”, una storia apocrifa uscita in Francia nel 1963 e da allora rimasta inedita in Italia. Il volume venne distribuito agli iscritti, nel programma di pubblicazioni destinate ai soci. L’anno successivo, le copie avanzate sono state messe in vendita a beneficio di tutti. Qualcosa del genere è accaduto per “La cripta”. Salvatore Taormina ha preso accordi con Davide Bonelli, Mauro Marcheselli e Gallieno Ferri, che hanno ritenuto i venticinque anni degli “Amici del Fumetto” meritevoli di un “grazie” ed è stata concessa l’autorizzazione per un albetto celebrativo prodotto a spese dello staff di “Cronaca di Topolinia”, rivista su cui compare da tempo una rubrica fissa chiamata “Darkwood Monitor” (a cura di Daniele Bevilacqua) e che spesso ha dedicato delle copertine allo Spirito con la Scure. 

Il volume ANAFI che pubblica una storia di Zagor del 1963 apocrifa e inedita in Italia
A questo punto (e solo a questo punto) sono stato convocato io, e mi è stato dato l’incarico dall’Azienda di supervisionare il progetto perché Taormina stampasse un albo in linea con lo standard qualitativo bonelliano. Oltre al mio “controllo”, fu imposta agli “Amici del Fumetto” la regola che l’albetto avrebbe dovuto essere distribuito gratis alla Festa del 9 marzo e agli iscritti dell’Associazione, e non venduto in fumetteria o nei normali canali distribuitivi. Taormina  allora mi ha chiesto di formulare un progetto che potesse rientrare in un certo budget e rientrasse nei tempi di realizzazione. Serviva una storia inedita per festeggiare alla grande il venticinquennale e anche attirare nuovi iscritti (esattamente come aveva fatto l’ANAFI). C’erano varie possibilità, ma certamente non si poteva pensare di affidare a un solo disegnatore una storia molto lunga, perché in tal caso il prescelto avrebbe dovuto dedicarsi per un mese o più soltanto a quella intralciando la programmazione della serie di Zagor in edicola. 

Da sinistra verso destra, alcuni degli artefici de "La cripta": Michela Cacciatore, Francesco Bonanno, Salvatore Taormina, Marcello Mangiantini, Moreno Burattini, Marco Verni e Walter Venturi.

Così, ho pensato a una storia breve (otto tavole) ma disegnata da mani diverse, in modo che il tempo sottratto a ciascun autore fosse tutto sommato limitato. Taormina ha preso accordi con otto autori: sei dello staff dello Spirito con la Scure, che hanno accettato la sua proposta, e due abituali collaboratori delle pubblicazioni di “Cronaca di Topolinia”. I disegnatori zagoriani sono stati, in ordine alfabetico: Stefano e Domenico Di Vitto (li considero un sol uomo per comodità,  pur essendo una coppia), Raffaele Della Monica, Marcello Mangiantini, Gianni Sedioli, Walter Venturi, Marco Verni. I due “ospiti” sono stati Francesco Bonanno (attualmente all’opera su “Le Storie” della Bonelli) e Michela Cacciatore (autrice di alcuni volumi della serie “Gabbia Dorata” e prima donna a disegnare una tavola di Zagor). Questa, dunque, la squadra messa a mia disposizione. C’era poi una illustrazione di Ferri, già realizzata per fare una stampa, che mostrava il Re di Darkwood di fronte al redivivo Bela Rakosi: Taormina pensò di utilizzarla come cover e mi chiese se potevo scrivere una storia incentrata appunto sulla lotta contro un vampiro. 

Salvatore Taormina mi presenta al pubblico alla festa per i 25 anni della sua Associazione
Ho immaginato una vicenda estremamente essenziale (doveva stare in otto pagine), e nonostante tutto non priva di elementi: ci sono ben sei personaggi diversi e quattro trame che si intrecciano (la caccia ai dei banditi, la liberazione di una ragazza, la morte di un cacciatore di vampiri avvenuta tempo prima e la lotta di Zagor con il non-morto nel presente). Ho pensato le otto tavole adattandole allo stile di ogni disegnatore, e ho fatto in modo che lo Spirito con la Scure fosse presente in tutte le tavole almeno in una vignetta, per conservare il valore degli originali sul mercato del collezionismo (dato che tutti gli originali sono stati messi all’asta per beneficienza). Non ho chiesto niente come compenso, se non l’invito al pranzo il giorno della festa. Ho regalato la copia originale autografata della mia sceneggiatura perché venisse venduta a scopo benefico (cosa che è avvenuta). Inoltre, ho scritto un breve saggio iniziale, che si può leggere in apertura di albo. Ho quindi coordinato il lavoro dei disegnatori facendo in modo che tutti vedessero quel che avevano fatto gli altri (almeno, vedessero quel che serviva loro) in modo che i personaggi e gli scenari fossero uniformati fra loro. Alla fine, il risultato è stato eccellente: gli otto stili diversi si fondono armoniosamente in una unica narrazione senza sobbalzi. Ringrazio tutti i disegnatori per il loro impegno e la loro professionalità. 

Per riempire le restanti pagine dell’albetto, Taormina ha affidato a Daniela Zaccagnino ed Elena Mirulla un finale umoristico “alternativo” al mio, con protagonista il loro Zavor, la parodia zagoriana presentata a Lucca Comics edizione 2013, di cui abbiamo a lungo parlato. Alla fine, insomma, quel che è venuto fuori è stato un signor albetto, frutto di un esperimento perfettamente riuscito. La sua realizzazione testimonia una volta di più, se mai ce ne fosse bisogno, la vitalità dello Spirito con la Scure, richiesto come testimonial e ritenuto in grado di attirare l’interesse sia dall’ANAFI che dagli “Amici del Fumetto”, ma anche da Cartoon Club come da molte altre associazioni che spesso fanno richiesta del nostro eroe per portfolio o riviste o volumi amatoriali. Chi segue Zagor e ne colleziona i gadget sa insomma che deve stare sempre ben attento a non farsi sfuggire questa o quella iniziativa, e il divertimento, in fin dei conti, sta anche nella “caccia”.

Io e Walter Venuri alla festa degli "Amici del Fumetto"
Ciò nonostante non sono mancate le critiche di chi ha ritenuto che “La cripta” avrebbe dovuto essere messo a disposizione di tutti e non soltanto degli iscritti all’Associazione torinese. Dopo che mi sono dato da fare, sgobbando a titolo gratuito, per la riuscita e la promozione della pubblicazione, svolgendo al meglio l’incarico ricevuto dalla Casa editrice, mi sono sentito accusato di essere io l’artefice di una sorta di “sgarbo” fatto ai lettori. 

La tavola di Michela Cacciatore, la prima donna a disegnare Zagor
Siamo alle solite. Non posso che ribadire il concetto che per quanto mi riguarda “La cripta” avrebbe potuto essere distribuito gratis nelle edicole di tutta Italia: non sono io il responsabile della distribuzione. Già in passato bisognava essere soci ANAFI per impossessarsi del “Sachem senza piume”, e oggi bisogna essere soci degli “Amici del Fumetto” per avere “La cripta”: io che c’entro? In realtà a nessuno è impedito di iscriversi a questa o a quell’altra associazione e, a rigor di logica, agli iscritti non è richiesto un centesimo in più per avere l’albetto (che io sappia). Posso solo auspicare (e anzi farò di tutto perché accada) che in un prossimo futuro “La cripta” sia ristampato e distribuito in modo diverso. Del resto anche la storia di “Amico Treno”, difficile da procurarsi quando uscì sulla rivista delle Ferrovie (non andava in edicola e non si trovava in tutte le stazioni), è stata poi ripubblicata in due diversi formati da Cartoon Club

Non potendo fare di più, pubblico qui di seguito sia la sceneggiatura originale della mia storia, sia l’articolo introduttivo che la presenta.


BRIVIDI SENZA TEMPO
di Moreno Burattini

Prima di essere il “giocattolo” dei lettori, Zagor è stato il “giocattolo” di Sergio Bonelli. Una frase, questa, soltanto apparentemente scherzosa. Guido Nolitta (questo lo pseudonimo, come ben sappiamo, sotto cui si nascondeva l’editore del personaggio quando ne scriveva le storie) era il primo a divertirsi mentre sceneggiava le avventure dello Spirito con la Scure, e il suo pubblico ne percepiva il divertimento, venendone contagiato. Più volte l’autore ha raccontato, nelle sue interviste, come i suoi racconti nascessero non già da chissà quale lunga elaborazione teorica e da ripetuti aggiustamenti in corso d’opera, quanto piuttosto istintivamente, assecondando l’estro creativo di una scrittura che fluiva di getto. Il trucco perché questo desse buoni frutti, al di là del suo talento affabulatorio, era semplicissimo: Bonelli saccheggiava il grande magazzino delle letture e dei film che aveva visto, scegliendo quello che, da ragazzo, lo aveva impressionato, gli aveva fatto paura, lo aveva lasciato a bocca aperta. Dopodiché, filtrandoli opportunamente, cercava di trasmettere gli stessi brividi a chi leggeva i suoi fumetti. 

Zagor è stato volutamente immaginato come un eroe trasversale ai generi, e le sue storie come il regno della contaminazione fra le suggestioni più diverse appunto perché dentro lo stesso sceneggiatore, consumatore onnivoro di cinema e carta stampata, ribollivano le idee suggerite dalla fruizione di ogni tipo di “fabula”. Lo Spirito con la Scure ha potuto attraversare i decenni rinnovandosi al passo con i tempi ma sempre restando se stesso, proprio per questo: perché gli sceneggiatori che si sono succeduti dopo che Nolitta ha ceduto loro il testimone hanno messo in pratica la sua lezione, continuando a riversare nella serie le loro stesse emozioni. 

Ovviamente, Sergio attingeva a un magazzino che, con il passare degli anni, ha dovuto essere aggiornato: i film e i fumetti che aveva visto e letto lui negli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta, pur restando in gran parte miti evergreen, venivano fatalmente sostituiti, nella scelta dei nuovi autori, dai fumetti e dai film letti e visti dagli autori più giovani, ma il meccanismo restava lo stesso. “Se una cosa ha fatto rabbrividire te”, suggeriva il modus operandi nolittiano, “rendila zagoriana e proponila ai lettori perché rabbrividiscano anche loro”. E’ esattamente ciò che ha fatto Mauro Boselli inserendo nelle sue storie, per esempio, gli elementi lovecraftiani a lui tanto cari, o quel che ho fatto io ispirandomi, tanto per dire, al “Nome della Rosa”, una lettura che Sergio non poteva aver fatto ai suoi tempi ma che è stata trasformata in un racconto intitolato “L’abbazia del mistero”. Se dunque questo è il segreto (o almeno, uno dei segreti) del successo di Zagor, un eroe che ha superato alla grande il mezzo secolo di vita editoriale, come comportarsi quando gli autori di oggi vengono chiamati a confrontarsi con i “miti” letterari già sfruttati da Nolitta? 

In altre parole, se uno sceneggiatore attuale volesse richiamare sulle scene un Uomo Lupo, figura resa protagonista da Bonelli di un paio di albi degli anni Sessanta, dovrebbe rifarsi alla stessa iconografia che era servita a Franco Donatelli per realizzare il suo mostro (e precisamente quella del film di George Waggner del 1941, con Lon Chaney Jr.)? O piuttosto far riferimento al modo di raffigurare i licantropi visto nei film più recenti? La risposta viene da sé, solo ripensando al discorso sull’adattamento ai tempi di cui Zagor è stato capace per così tanti decenni. I nuovi sceneggiatori devono necessariamente far ricorso alla “biblioteca ideale” di cui è dotato il loro bagaglio, così come Sergio attingeva dalla propria. Inoltre, gli stessi lettori sono stati abituati dal cinema, dalla televisione, dai libri e dai comics a una interpretazione postmoderna delle leggende letterarie, leggende che, peraltro, da sempre si aggiornano passando di generazione in generazione (i mostri affrontati da Giasone non sono gli stessi contro cui lottano i paladini dell’Ariosto, e il Dracula di Bram Stoker non è assomiglia ai vampiri di “Twilight”). Per questo, quando ho scritto “Plenilunio”, io e Joevito Nuccio ci siamo trovati d’accordo nell’utilizzare una raffigurazione del Lupo Mannaro così come l’evoluzione dei media imponeva, dunque aggiornata. Lo stesso è capitato nell’albetto che avete fra le mani. 

Il vampiro alla Christopher Lee, vestito di tutto punto e solito riposare in una elegante bara foderata di velluto è stato reso decisamente sorpassato dai succhiasangue ipercinetici e postmoderni. Resta, evidentemente, l’icona: ma dopo Dampyr (che a sua volta viene dopo Ann Rice e cento altri autori) è chiaro che il modo con cui è lecito immaginarsi un non-morto debba essere diverso. Se il vampiro che aveva fatto rabbrividire il giovane Sergio Bonelli dormiva in una cassa da morto, i vampiri che hanno terrorizzato i pubblico negli anni successivi erano di tutt’altro genere, dei mutaforma senza nessuna paura dell’aglio e delle croci. Anzi, proprio gli elementi che contraddistinguevano i loro progenitori rischiano oggi di sembrare delle parodie, essendo stati messi alla berlina da decine di caricature. Tuttavia, se anche Zagor affronta un succhiasangue che non si presenta vestito con il frac, ma ostentando un corpo mostruoso, il nostro eroe va all’attacco con la sua scure e il suo solito, indomito coraggio. I mostri cambiano pur restando sempre uguali, lui resta sempre uguale, pur cambiando.





Zagor

LA CRIPTA

Soggetto e sceneggiatura 
di Moreno Burattini




TAVOLA 1


Vignetta 1\2

Striscia con uno spazio per il titolo.
Esterno notte. Vediamo sulla destra le torri di un maniero in rovina, come quelle di un vecchio castello diroccato. Vedi la copertina di Ferri dell’albetto, per avere un’idea. Sullo sfondo un accenno di foresta cupa (foresta che circonda il castello). Sulla sinistra si vede il cielo notturno con la luna piena e un volo di pipistrelli. Nel cielo verrà scritto il titolo “LA CRIPTA”.
Nessun balloon, nessuna didascalia.


Vignetta 3

Vediamo la base di una delle torri in rovina con dei massi rotolati dall’alto e finiti tra l’erba alta. L’idea è che prima abbiamo visto i ruderi alti, adesso vediamo la parte bassa.

VOCE DA FUORI CAMPO – NON AVVICINARTI O LA UCCIDO!


Vignetta 4

Siamo sotto un grosso albero. Un bandito sta con la schiena appoggiata a tronco e tiene una bella ragazza in ostaggio, stretta contro di sé, con un coltello alla della fanciulla. La ragazza è impaurita. Il bandito ha anche il cinturone con la pistola.

BANDITO – SO CHE SEI QUA ATTORNO! …MA TI CONVIENE STARE ALLA LARGA!


Vignetta 5

Di colpo, Zagor si lascia cadere, scure in mano, dai rami dell’albero. Solo lui inquadrato.
Nessun balloon, nessuna didascalia.


Vignetta 6

Zagor atterra, determinato, di lato al bandito che sgrana gli occhi voltandosi verso di lui. Distanza fra Zagor e il bandito: tre metri.
Sonoro: TUMP.

BANDITO - !



TAVOLA 2


Vignetta 1

Zagor si proietta in avanti colpendo con la scure la mano del bandito, e facendogli volar via il coltello. La ragazza trasalisce. Sonoro: TUMP.

BANDITO – AH!

RAGAZZA - ?


Vignetta 2

Zagor strappa la ragazza dalle braccia del bandito (la afferra per un braccio tirandola via) mentre il ceffo porta la destra alla pistola.

BANDITO – Maledetta carogna!

RAGAZZA - !


Vignetta 3

Il bandito spara a Zagor che spinge la ragazza a terra cadendo con lei. Il colpo manca di poco lei e lei. Sonoro: BANG.

BANDITO – TI AMMAZZO!

RAGAZZA – Ah!


Vignetta 4

Zagor da terra si ruota e scaglia la scure verso il lettore.
Sonoro: SWIIISS. Nessun balloon, nessuna didascalia.


Vignetta 5

La scure colpisce in fronte il bandito, uccidendolo.
Sonoro: THUD.

BANDITO – Ungh!


Vignetta 6

Zagor aiuta la ragazza a rialzarsi, guardando il bandito morto a terra qualche metro più in là. Siamo sempre alla base dell’albero.

ZAGOR –  Quell’uomo non ti farà più alcun male.

RAGAZZA – G-Grazie…



TAVOLA 3


Vignetta 1

Zagor alla ragazza, rimessa in piedi, a cui scuote le braccia guardandola negli occhi.

ZAGOR – E’ rimasto un solo assassino… Monroe, il capo della banda! …Dov’è?

RAGAZZA – Lui… lui ha preferito non affrontarti a viso aperto… 



Vignetta 2

Primo piano della ragazza impaurita.

RAGAZZA – E’ andato a cercare un nascondiglio… ha detto che ti avrebbe aspettato al varco!


Vignetta 3\4

Striscia.
La ragazza indica il maniero diroccato sullo sfondo. Zagor guarda da quella parte.

RAGAZZA – L’ho visto entrare fra i ruderi di quel castello! …Il suo complice, invece, non ha voluto seguirlo… per paura!

ZAGOR – Paura di che cosa?


Vignetta 5

La ragazza a Zagor.

RAGAZZA – Al villaggio dicono che da qualche tempo, non si sa come, nei sotterranei si un vampiro si sia risvegliato dal suo sonno secolare… e che la notte esca in cerca di vittime!

ZAGOR – Per mille scalpi!


Vignetta 6

Zagor alla ragazza.

ZAGOR – Se la gente ci crede… nessuno è andato a cercarlo, di giorno, armato con un paletto di frassino?

RAGAZZA – Alcuni l’hanno fatto… e non sono più tornati!



TAVOLA 4


Vignetta 1\2

Striscia. La ragazza parla a Zagor che raccoglie la scure mentre guarda verso il castello sullo sfondo.

RAGAZZA – Quel Monroe ha detto che sono tutte superstizioni… ha riso del suo complice che ci prestava fede… ed è andato ad aspettarti!

ZAGOR – Non lo deluderò. Tu torna a casa tua!


Vignetta 3

Zagor guarda la ragazza scappare via. In cielo la luna piena.

ZAGOR (pensa) – C’è un sentiero facile da seguire, con questa luna! …Lei lo conosce bene e non si perderà!


Vignetta 4

Zagor, scure in mano, corre verso il castello diroccato illuminato dalla luna.
Nessun balloon, nessuna didascalia.


Vignetta 5

Zagor, scure in mano, entra guardingo fra i ruderi del castello: non è dentro ma fra i massi delle mura cadute, nell’erba alta. La luna lo illumina.
Nessun balloon, nessuna didascalia.


Vignetta 6

Zagor, scure in mano, entra nel vano ogivale di una porta sfondata, circospetto.
Nessun balloon, nessuna didascalia.



TAVOLA 5


Vignetta 1\2

Striscia. Zagor percorre in una vasta sala dove termina uno scalone mezzo crollato: di sopra non si va. Antica sala da castello, con il caminetto. Dalle mura crollate filtra la luce della luna. Zagor si dirige verso una porta in cui si intravede la scala che va nel sotterraneo. Attorno a quella porta ci sono però delle colonne o delle nicchie che possono nascondere nell’ombra.

ZAGOR (pensa) – Monroe può essere nascosto dovunque, qua attorno! …Ma di sopra non può essere andato, visto che la scala è crollata!


Vignetta 3

Nei pressi della porta che immette sulle scale che vanno di sotto, un lastrone cede sotto il peso di Zagor! Zagor cade giù con il lastrone, perdendo la scure. Il lastrone è una botola che cede sotto il suo peso. Botola di due metri per due. Sonoro: SLAM

ZAGOR – Per mille scalpi!


Vignetta 4

Zagor resta appeso al bordo della voragine apertasi sotto i suoi piedi e guarda in basso. 

ZAGOR (pensa) – Appena in tempo! …Non ha ceduto la volta del sotterraneo! …E’ proprio un trabocchetto predisposto per farci cadere gli incauti!


Vignetta 5

Sul fondo c’è il cadavere scheletrico ma mezzo mummificato di un uomo.

PENSIERI DI ZAGOR (dall’alto fuori campo) – Quelli sembrano i resti di qualcuno che non è stato fortunato come me!


Vignetta 6

Zagor si issa guardando nel buco che resta aperto.

ZAGOR (pensa) - Chi ha progettato il castello ha voluto proteggere l’accesso alle cripte sottostanti… e se anche Monroe ci fosse caduto dentro?



TAVOLA 6


Vignetta 1

Zagor, pistola in pugno, cammina di fianco a una colonna o una cripta e non di accorge che nella penombra c’è una sagoma umana che sembra in agguato: il bandito Monroe (vedremo meglio dopo com’è).

ZAGOR (pensa) – Oppure non ha cercato di scendere e si è appostato…


Vignetta 2

Zagor si volta di scatto torcendo il busto, pistola in mano.

ZAGOR (pensa) - …qua attorno!


Vignetta 3/5

Striscia verticale.
Zagor fa un balzo indietro vedendo Monroe nel buio dietro di sé. Ma è morto, con gli occhi sbarrati, e appeso a un gancio nel muro per il collo, così che stia in piedi, penzoloni,  braccia giù. Inoltre è tutto smunto e con le guance scavate: un vampiro lo ha prosciugato!  Lo capiremo meglio dopo. Qui Monroe fa paura.

ZAGOR - !


Vignetta 4

Vediamo Monroe più da vicino, orrendo. L’inquadratura permette di intravede il gancio a cui è appeso. Sul collo, i fori lividi dei canini del vampiro.

VOCE DI ZAGOR (da fuori campo) – MONROE!


Vignetta 6

Zagor, occhi sgranati, guarda il cadavere.

ZAGOR (pensa)  - E’ stato ucciso e appeso a un gancio della parete! E quei fori sul collo dicono chi è stato a farlo!



TAVOLA 7


Vignetta 1\2

Striscia.
Zagor si volta di scatto torcendo il busto… e dietro di lui c’è un vampiro che lo attende, con i denti in  mostra. E’ un vampiro alla Dampyr, post moderno, non il Bela Rakosi di Nolitta. Fa paura. Qualcosa come quello dell’immagine qui sotto.

ZAGOR (pensa) – UN VAMPIRO!





Vignetta 3

Busto del vampiro che “ruggisce” verso il lettore.
Sonoro: AUURRGGH.
Nessun balloon, nessuna didascalia.


Vignetta 4

Il vampiro salta verso Zagor che inutilmente spara contro di lui.
Sonoro: BANG BANG.
Sonoro vampiro: UUURGH.

ZAGOR – !


Vignetta 5

Il vampiro travolge Zagor (che perde la pistola) e tutti e due rotolano sul pavimento. Si vede però che Zagor fa dirigere la rotolata verso una direzione precisa.
Sonoro: RAAUURGH.

ZAGOR (pensa) –  Maledizione! …Ho una sola speranza!


Vignetta 6

Zagor e il vampiro cadono nella botola rimasta aperta.

VAMPIRO -!

ZAGOR (pensa) – La botola!



TAVOLA 8


Vignetta 1

Zagor e il vampiro cadono sul fondo della cripta. Il vampiro sotto, Zagor sopra.
Sonoro: TUMP.

ZAGOR - !


Vignetta 2

Zagor allunga la mano verso un paletto acuminato tenuto nel pugno dalla mummia rinsecchita che giace nella cripta sotto la botola.

ZAGOR (pensa) – La mummia è di uno degli uomini venuti a cacciare il vampiro!


Vignetta 3

Zagor usa il paletto come una spada per trafiggere il vampiro!
Sonoro: SWACK.

ZAGOR (pensa) – E questo è il paletto di frassino con cui era armato!

VAMPIRO – AARGH!


Vignetta 4

Il vampiro si inarca cadendo indietro con il paletto di frassino nel cuore.

VAMPIRO –RAAAAH!


Vignetta 5/6

Striscia.
Fondo della cripta, luce lunare dall’alto. Zagor, in piedi, guarda il vampiro morto con il paletto nel petto. Vicino c’è la mummia.

ZAGOR (pensa) – I trabocchetti proteggevano il sonno diurno del vampiro… ma mi hanno messi a disposizione un’arma con cui ucciderlo!

DIDASCALIA (in basso) – FINE.



lunedì 21 aprile 2014

LOTTA PER LA VITA



E’ in edicola da qualche settimana l’albo “Lotta per la vita”, Zagor n° 585 (Zenith n° 636), datato aprile 2014. Si tratta della terza e ultima parte di una storia in tre puntate, iniziata in febbraio con lo Zagor n° 583, intitolato “Terra del Fuoco”, e proseguita un marzo con lo Zagor n° 584, intitolato “Oltre i confini del mondo”.I testi sono miei, i disegni di Giuseppe Prisco, le pagine totali 282.

Tavola di Giuseppe Prisco
 Di solito, ogni volta che esce un albo che porta la mia firma ne faccio una presentazione in questo spazio, mentre questa volta ho atteso la conclusione del racconto prima di parlarvene. Il motivo principale è che durante i mesi di febbraio e marzo mi sono dedicato a scrivere una serie di articoli che raccontano le varie tappe di un mio viaggio in Patagonia compiuto tra il 13 e il 30 gennaio 2014. Alcuni di queste cronache hanno riguardato appunto la Terra del Fuoco, vale a dire l’arcipelago in cui sono ambientate le vicende di “Lotta per la vita” e quelle dei capitoli precedenti. Dunque, mostrandovi le foto da me scattate in quella regione è come se avessi in qualche modo commentato la storia dello Spirito con la Scure in edicola in quelle settimane, dato che ho fatto coincidere la mia trasferta con l’arrivo del Re di Darkwood oltre lo Stretto di Magellano.Come ho avuto modo di dire, il bisogno di partire per gli estremi  confini del mondo è nato in me documentandomi per scrivere le avventure di Zagor spedito, da me e da Mauro Boselli in Sud America: è di entrambi, infatti, l’idea di far spostare l’eroe nolittiano dalla sua foresta fin nelle lande più meridionali del pianeta, e di come questa scelta fosse stata non solo approvata da Sergio Bonelli ma anche ispirata dai suoi viaggi, dai suoi fumetti e dalle trasferte zagoriane scritte proprio da lui ho già detto molte volte (e solo chi fosse in malafede potrebbe sostenere che sia trattata di una scelta non in linea con il suo esempio).

Moreno Burattini sul Canale del Beagle, in Terra del Fuoco.

In ogni caso, leggendo libri e racconti ambientati in Patagonia ho capito che era quella, più di ogni altra, la parte del continente sudamericano che volevo visitare, e sono partito assecondando l’istinto. E’, in qualche modo, la perfetta metafora di quel che mi auguro accada a chiunque legga le avventure che io e altri abbiamo sceneggiato durante la trasferta dello Spirito con la Scure in viaggio verso l’Antartide: leggere fa venire voglia di uscire dai nostri ristretti spazi domestici e quotidiani e volare altrove, se non nei fatti, almeno con la fantasia.

Ho già accennato anche a un esperimento didattico condotto in una scuola di Roma, dove i giovani allievi di una intraprendente insegnante stanno segue il viaggio di Zagor usando le nostre storie come atlante storico e geografico, ma anche come “romanzi” da recensire e commentare: ebbene, l’esperimento continua e i ragazzi ne sono entusiasti. Personalmente, mentre si avvicina la fine della saga sudamericana e ormai è prossimo il rientro a Darkwood, mi ritengo molto soddisfatto di come la complessa trama di spostamenti del nostro eroe sia, alla fine, riuscita a incastrare tutte le singole avventure, e come queste siano state varie e per molti versi sorprendenti. Abbiamo visto di tutto, perfino dinosauri e tsunami. Ci sarà senz’altro chi vorrà sostenere che erano meglio i trafficanti di whisky a Darkwood, ma pazienza: sono felice di averli lasciati là dove sono (e dove forse prima o poi li ritroveremo). Volendo dire qualcosa su “Lotta per la vita” e le due puntate precedenti, mi pare giusto partire sottolineando la straordinaria prova di Giuseppe Prisco, un disegnatore di grande talento, in grado di raccontare storie molto diverse fra loro, come quelle che gli ho affidato dal suo esordio (avvenuto con il Maxi “Uomini in Guerra”) fino a oggi. Attualmente, dopo aver chiuso l’avventura in Terra del Fuoco, sta disegnando il ritorno di Satko e dei Cherokee, che leggerete fra un paio di anni.



Tavola di Giuseppe Prisco
Poco sopra, ho accennato al lavoro di documentazione compiuto da tutti gli sceneggiatori che si sono alternati nel condurre Zagor sempre più verso Sud. So perfettamente che anche questo aspetto viene criticato da chi ritiene che lo Spirito con la Scure non debba basarsi su fatti storici, come se non fossero storici i fatti alla base delle storie nolittiane con i vikinghi o con Kandrax il Mago, o non ci fosse documentazione nei racconti scritti da Sergio con protagonisti i Seminoles o i sacerdoti del Vudu ad Haiti. Anche di questo abbiamo già discusso a lungo: lasciamo perdere senza rimpianti coloro che avrebbero voluto una America Meridionale abborracciata invece di uno ricostruito in modo verosimile, senza rinunciare peraltro alla fantasia, dato che portando in scena le Amazzonio o i dinosauri del Mondo Perduto non è certo l’immaginazione ad averci fatto difetto. Al pari delle precedenti avventure sudamericane, anche “Lotta per la vita” si basa su elementi storici ben precisi. Dopo l’uscita dell’ultima parte della storia, un collega sceneggiatore (Luigi Mignacco, per dire il peccatore insieme al peccato) mi ha detto: “Il racconto della storia di Jemmy Button, Fuegia Basket e York Minster è così bello che sembra inventato”. Invece, come lui sa benissimo e come spero abbiano capito anche tutti i lettori, i fatti narrati in un flashback di 46 tavole (divise però dallo stacco di due albi) sono autentici.

Un albo di Zagor in cui più di metà del racconto
è occupato da un flashback senza lo Spirito con la Scure
Giusto per anticipare i più polemici fra i nostri lettori, 46 pagine di flashback non sono un record. Ben 56 pagine dell’albo “Dharma la strega”, di Nolitta e Ferri (Zagor n° 137) sono occupate dal resoconto, fatto da mister Kellog a Zagor, di quanto accaduto in Asia molti anni prima: più della metà. Nell’albo successivo, “L’orrenda magia”, la narrazione continua per altre cinque tavole. In totale, 61 pagine in retrospettiva, dedicate a fatti di cui lo Spirito con la Scure non fu in alcun modo protagonista. Spero dunque che nessuno trovi anti nollittiano un flashback (utile alla storia e perfettamente coerente con il setting del racconto) molto più corto di cui io ho sentito l’esigenza, prendendo spunto proprio da un così illustre precedente. Peraltro, anche se Nolitta raccontava una vicenda inventata (quella della nascita dell’Uomo Tigre), lo faceva ricorrendo, anche in questo caso, a una precisa documentazione sull’India coloniale; io ho raccontato una vicenda vera (quella dei tre fuegini portati in Inghilterra a bordo del “Beagle”) ma romanzandola in modo che fosse avvincente seguirne gli sviluppi: almeno questo era l’intento. 

Fuegia Basket in un ritratto dell'epoca
La storia degli indigeni “civilizzati” non è stata riferita per sfizio ma perché alla fine, come sa chi è arrivato in fondo, un piccolo colpo di scena ne giustifica il racconto. La figura di Fuegia Basket, in particolare, è piaciuta a tutti quelli che mi hanno riferito le loro impressioni. A questo punto, chi non ha ancora letto “Lotta per la vita” farebbe meglio a non proseguire oltre, perché temo di rivelare qualcosa sul finale della storia: lettore avvisato, mezzo salvato.  Al pari di Fuegia Basket e di suo marito York Minster, anche  Jemmy Button è un personaggio storico.

Jemmy Button in un ritratto dell'epoca

Ne parlano Darwin e Chatwin nei loro libri, tanto per dirne due, ma ci sono molte altre testimonianze, comprese quella di Lucas Bridge che racconta di Fuegia divenuta vecchia dirsi felice della sua lunga vita. Un avvincente romanzo di 750 pagine, “Questa creatura delle tenebre” di Harry Thompson narra, ricostruendo la vita di Robert Fitzroy, anche dei fuegini da lui portati in Inghilterra. In Sud America circola un libro per ragazzi intitolato proprio “El Fegino” e dedicato a Jemmy Button, il protagonista negativo del racconto zagoriano. Il suo vero nome era Orundellico, così come lo avevano chiamato i suoi genitori della tribù degli Yaghan, o Yamana, della Terra del Fuoco, alla sua nascita nel 1815 (più o meno).  Fu però ribattezzato Jemmy Button (“Bottone di madreperla”) dai marinai del "Beagle" del capitano Fitzory, che lo fecero prigioniero nel viaggio della nave nello Stretto di Magellano prima del famoso giro del mondo in cui, a bordo del veliero, ci sarebbe stato anche Charles Darwin. Catturato in circostanze avventurose (il tentativo di recuperare una lancia del "Beagle" rubata dai fuegini), Jemmy fu portato a Londra assieme ad altri due indigeni: York Minster e Fuegia Basket, appunto.

I tre fuegini prima e dopo la loro "civilizzazione"

Fitzroy, fervente cristiano e convinto assertore della necessità di civilizzare i popoli ritenuti primitivi, volle tentare di fare dei tre dei perfetti inglesi, dando loro una buona educazione.  I tentativi sembrarono andare a buon fine, e i fuegini divennero modelli di buone maniere e furono addirittura ricevuti dal re e dalla regina. L’intento di Fitzroy era quello di riportare i fuegini nella loro terra in modo che parlassero agli altri abitanti della Terra del Fuoco dei vantaggi della vita civile e insegnassero loro la l’inglese, così che in futuro i contatti e gli scambi fra europei e indigeni fossero facilitati. Quando il Beagle ripartì dall’Inghilterra con a bordo anche Darwin (che parla dei fuegini nel suo diario), i tre ex-selvaggi furono imbarcati per tornare a casa. Con loro c’era anche un missionario. Le cose non andarono però come previsto. La missione fu saccheggiata e il missionario, terrorizzato dall' "inciviltà" dei nativi, ripartì con la nave. Alcuni mesi più tardi il "Beagle" tornò sul posto e trovò Jemmy di nuovo nudo come quando era stato catturato, con i capelli lunghi e il visto pitturato. Darwin racconra che si vergognava dello stato in cui era e attribuì il suo rifiuto di tornare in Inghilterra alla "giovane e affascinante moglie", Lassaweea. Basket e York Minster erano invece svaniti nel nulla.
Un romanzo con Jemmy Button protaginista
Circa venti anni dopo un gruppo di missionari, incontrò un fuegino che conosceva alcune parole di inglese: quasi certamente si trattava di Jemmy. Più tardi, il gruppo fu massacrato a Wulaia Bay dai fuegini, probabilmente guidati da Jemmy e dalla sua famiglia: Button si era di nuovo trasformato in un selvaggio. In pratica, il tentativo di Fitzroy fallì: lo stato di natura aveva richiamato i tre “rapiti” dal "Beagle" alla loro condizione originaria. E' storico anche il riferimento al carcere di Punta Arenas, in costruzione proprio negli anni in cui, più o meno, è ambientato il viaggio di Zagor. Segnalo la presenza di Darwin, sia pure soltanto nel racconto in flashback, all’interno di “Lotta per la vita”: ricordo sorridendo quel lettore che contestava il ruolo del naturalista nella storia ambientata in Cile, durante il terremoto di Concepcion, convinto che degli incontri con i personaggi storici si potesse fare a meno. Purtroppo per lui Darwin è tornato (segno che così ininfluente non era) e tornerà ancora. Sono convinto, tuttavia, che l’avventura in Terra del Fuoco sia gradevole da leggere nonostante gli agganci storici. La prossima a mia firma, lo giuro, sarà tutta da fantasia.

Una tavola di Giuseppe Prisco

venerdì 11 aprile 2014

SONO BUONO TUTTO L'ANNO E CATTIVO A NATALE




Per tutto il 2013 ho curato la selezione dei miei migliori tweet pubblicati su Twitter. Mi sono interrotto a gennaio perché impegnato in un tour della Patagonia e in febbraio perché il blog ha ospitato le cronache di quel viaggio. Riprendo adesso la consuetudine, recuperando gli aforismi più divertenti o più significativi datati dicembre 2013. Li ho divisi per argomenti in modo da rendere più agevole la lettura, e ho disposto le categorie in ordine alfabetico.  Nel momento in cui scrivo i mie followers sono 2431. Il contatto è @morenozagor.
Le precedenti cinque raccolte (se cliccate sui titoli sono quasi certo che vi divertirete) sono state:

Da grande voglio fare il Tamagotchi (novembre 2013):








AMORE

L'amore è fatto di pàlpiti e di palpàte, ma non di pùlpiti.

Anche la prima doccia insieme è una prima volta.

Si tradisce perché si fanno promesse impossibili da mantenere.

L'amore non è un compromesso. Bisogna essere se stessi anche in coppia.



ANIMALI

Da grande voglio fare il gatto portato ai concorsi.

Poche cose sono ipnotiche come i gatti e le tette.

Sono favorevole alla sperimentazione su un tipo di animali: le zanzare.

Siccome i polpi si accoppiano senza sposarsi, sono tutti figli della polpa.

Il tuo gatto non rompe mai i coglioni, qualunque cosa faccia.





AFORISMI

Un illuso non ne esce illeso.

Lo proponi tu, ti guardano come se fossi un deficiente. Lo propone un altro, è geniale.

Venite già rimandati indietro.

I ricordi ingannano.

Qualunque cosa sia soft non vale la pena.

Me l'avevo detto.

E’ una schiavitù anche l'appartenenza a un genere.

La miglior vendetta è il "pèrdono".

Qualunque cosa tu faccia c'è chi la fa meglio.

L'importante non è vincere, ma piazzarsi bene.

Ogni argomento è una cazzata da qualche punto di vista.

A mandare affanculo son buoni tutti.

Sto imparando a leggere tra le rughe.

Gli alieni che viaggiano per milioni di anni luce e vengono qui da noi a farci i cerchi nel grano, non possono essere che degli imbecilli.



ANSIA

Chi dorme sonni tranquilli è perché è all'oscuro di ciò che incombe su di lui.

Propongo il Nobel per la pace allo Xanax.



BENE E MALE

I buoni sono i cattivi agli occhi di qualcun altro.

Alla fine vincono sempre i cattivi.




CITTA’

La piazza stessa deve essere un monumento. La patetica scultura al centro il più delle volte deturpa lo spazio.

Che dramma dev'essere vivere in una meta turistica di quelle con i negozietti tutti uguali e le schiere di turisti in gita tutti i giorni!




COMPUTER

L'ultimo tecnico del computer a cui ho fatto vedere il mio PC ha detto che è stregato.

Mi ci vorrebbe un personal trainer per usare il personal computer.




DENARO

Il concetto di "moneta unica" significa che ti ritrovi con una unica moneta in tasca.

Otto per mille, cinque per mille, due per mille... Ma se io non volessi dare quei soldi a nessuno, che alla beneficenza ci penso da me?

Con quel che costa la benzina non conviene suicidarsi dandosi fuoco.





DIO

Spero che i santi non siano stati davvero come li fanno nei santini.

Il peggior ossimoro: santa inquisizione.

Io non sono ateo, sono difficile da convincere.

Come non aver paura della morte se, come ci insegnano, immediatamente dopo saremo processati per aver commesso atti impuri e desiderato la donna d’altri e quindi, per quello, condannati all'inferno per l'eternità?

I catechismi dovrebbero spiegare nel primo capitolo, in modo convincente, da che si capisce che Dio esiste ed è buono, poi passare al resto.

L'invito a pregare Dio nei momenti in cui l'infelicità ci divora dentro, è come quando dopo un guasto ci dicono "contatti il produttore".

L'inferno è la pena inventata da Dio per punire coloro che lui ha creato incapaci di rispettare le leggi assurde che egli ha stabilito




DOMANDE

Ma Giarre è famosa per le giarrettiere?

Ma l'epatite virale gira per il Web?

Ma la depressione del Mar Morto è dovuta al fatto che l'hanno chiamato così?

Ma chi soffre di allucinazioni, come fa a essere certo che il medico da cui va in cura esista veramente?

Ma che fanno gli zampognari nel resto dell'anno?

Ma Al Capone prima di far carriera è stato Al Galoppinone e Al Luogotenentone?

Ma i carmelitani scalzi possono fare la scarpetta con il sugo?

Ma nelle erboristerie cinesi vendono l'aloe finta?

Ma il dirigente che decide la chiusura di un serial TV è un serial killer?

Ma se piove quando gli atleti salgono sul podio per la premiazione, è il rovescio della medaglia?

Ma Toro Seduto era sempre al cesso?

Ma a inizio Novecento, costruivano in stile Liberty anche le carceri?

Ma i becchini giocano a poker con il morto?

Ma gli ermellini leggono gli albi a furetti?

Ma sull'Isola che Non C'è a Natale mangiano il peterpandoro?

Ma il fatto che non ci sia un regolamentazione contro il transito delle grandi navi, è la lacuna di Venezia?

Ma se una moglie tradisce il marito con un immigrato irregolare, è una relazione clandestina?

Ma il Metastasio è morto di cancro?

Ma se un becchino gioca a carte, bara?

Ma un barone, quando muore, ci sta dentro una bara?

Ma Nick Cave ha una voce cavernosa?

Ma al funerale di Kalashnikov c'erano raffiche di vento?

Ma in Vaticano stampano "La settimana Enig Mistica"?

Ma gli uomini di Neanderthal si sono estinti perché le donne di Neanderthal erano inchiavabili?

Ma i petardi costano un botto?

Ma i portieri, d'inverno, scendono in campo più coperti degli altri giocatori perché temono i rigori del freddo?

Ma i dannati a cui Dante rompe i coglioni all'inferno, credevano che facesse parte della pena?

Ma la Callas si dava delle arie?

Ma il dio Mitra aveva dei seguaci pistola?

Ma un edificio sacro edificato per una divinità che non esiste, è tempio perso?

Ma Carlo Cracco vive a Scalogno Monzese?

Ma sull'isola di Vulcano gli abitanti hanno tutti le orecchie a punta?

Ma il Gronchi Rosa fu emesso per festeggiare l'outing del Presidente?

Ma sul Twitter degli alieni si citano gli uforismi?

Ma quelli dei pesci e quelle dell'acquario sono fatti gli uni per le altre?

Ma se un soldato devoto trova scritto Santa Barbara, accende un lumino?

Ma le lenticchie si chiamano così perché a cucinarle ci vuole molto?

Ma quelli dell'Accademia della Crusca sono tutti stitici?




DONNE

Così per curiosità, ma s'è mai saputo che misura di reggiseno portava Lucia dei Promessi Sposi per aver arrapato don Rodrigo?

Se vedi una porta con il cartello "donne", non ti fare illusioni. È un cesso.

Dubito di poter essere mai irretito da una sirena. Avrà pure le tette scoperte ma le manca il più e il meglio.




ENIGMISTICA

Sciarada: le sacrosante verità. Maledirò, ma le dirò.

Via Crucis. L'anagramma di Crucis è Circus e in effetti a volta si fa dello spettacolo e del "venghino siori" anche nelle chiese.

La sottile ma fondamentale differenza fra essere inutile e in utile.




ERRORI

Tutto ciò che fai di buono é scontato, dovuto e pertanto non considerato. Ogni singolo errore vale invece la crocifissione in sala mensa.

L'ultima scusa possibile per un errore ingiustificabile è dire "l'ho fatto apposta".




FELICITA’


L'unico modo per essere felici è accontentarsi.

Il segreto della felicità è riuscire a vivere alla giornata.

Il primo passo verso la felicità è anche il più difficile: accettare se stessi.




FIGLI

Sono tutti Tate Lucia con i figli degli altri.

Senza la responsabilità dei figli da educare e mantenere, saremmo tutti meno disposti a subire angherie.

Ci sono mamme prof per cui i figli sono tutti studenti sotto esame e mamme bidelle che puliscono solo le aule guardando i ragazzi ansarsene.

Il miglior regalo è offrirsi come babysitter per una sera a due parenti o amici stressati dalla prole.

I ragazzini di oggi non lo sanno, chi sono Stanlio e Ollio.

Ho scoperto che il modo migliore per comunicare con la figlia adolescente è whatsapp.




GENTE

Mai fidarsi della gente perché l'anagramma di persone è serpone.

Nelle foto i falsi sorrisi si riconoscono come le false banconote sotto la macchinetta.

Non c'è tempo più perso di quello in compagnia delle persone sbagliate.



GIUSTIZIA

Ma dovete essere sempre, subito, irremovibilmente e senza dubbio alcuno colpevolisti?

I giudici sono quelli che tengono un anno dentro Lele Mora e mandano in licenza premio i serial killer.

Ai ladri di biciclette andrebbero tagliati i piedi.

La giustizia degli uomini è sempre sommaria.

Sono favorevole alla depenalizzazione dell'arrotamento dei parcheggiatori abusivi.

L'ingiustizia che danneggia un avversario non va mai scambiata per giustizia.




ITALIA

Certo che se le piramidi le hanno costruite gli extraterrestri, potrebbero finirci loro anche la Salerno - Reggio Calabria.

L'Italia è una Repubblica fondata sui due pesi e le due misure.

L'Italia è quel Paese in cui persino cose come Eataly e Slowfood vengono identificate con una parte politica.

Indubbiamente, gli italiani che meglio difendono la nostra immagine nel mondo sono Rocco Siffredi e Valentina Nappi.

Ormai, "Trenitalia si scusa per il ritardo" dovrebbero stamparlo sul biglietto.

Prima c'era il Made in Italy, ora il Male in Italy.



LAVORO

Fare un lavoro che ci piace è come essere innamorati della propria moglie.

Rispetto a tutto il lavoro che ho fatto sto aspettando ancora di raccogliere di frutti.

Uno dei talenti di un dirigente d'azienda dovrebbe essere valorizzare e sfruttare al meglio il talento dei collaboratori. Dovrebbe.

Il capitale umano di una azienda conta come il capitale sociale, ma difficilmente chi la dirige se ne rende conto.




LIBRI, GIORNALI E FUMETTI

Qualunque cosa possiamo dire, scrivere, fare su Internet non alza le vendite dei fumetti in edicola.

La scena del primo bacio a Micol nel Giardino dei Finzi Contini di Bassani è scritta così bene che vien voglia di baciare la prima che passa.

Siamo sessanta milioni e il massimo quotidiano italiano vende meno di trecentomila copie.

Slot machine? Io non ho mai giocato neppure a flipper, perché le cento lire dei nonni le mettevo da parte per comprarmi Zagor.

I fumetti non sono un genere minore semplicemente perché non sono un "genere".

Venga un fastidioso prurito intimo a chi ha smesso di andare in edicola.

Non ho mai comprato niente da Amazon perché a me piace da matti andare di persona il libreria, e questo piacere per posta non mi arriva.

Le recensioni di qualunque critico non sono, in ultima analisi, che il modesto parere di un fruitore qualsiasi.



MATRIMONIO

Nessun matrimonio s'avrebbe da fare, né domani né mai.

La società dovrebbe crescere accettando come naturale la fine delle relazioni e non creando vincoli sempre più cogenti.

Di solito il tradimento è l'ultimo dei problemi di una coppia.

Vorrei capire quelli che si sposano che cosa non hanno capito del fallimento dei matrimoni degli altri.

Dopo la stagione degli amici che si sposano comincia quella degli amici che si separano.

"Prometto di amarti finché morte non ci separi", sottintende: la morte dell'amore.

Prima di tutto si deve essere amanti, poi fidanzati, compagni, mariti o mogli.

I miei vicini di casa litigano così spesso e così violentemente che l'unica spiegazione per cui non divorziano è che sia un gioco erotico.

Poiché le famiglie della pubblicità non esistono davvero, se ne deduce che anche i prodotti in realtà fanno schifo.




ME STESSO

Non ho nulla contro i detrattori. Se no, lo userei.

"Vorrei prenotare dei posti per lo spettacolo di marionette". "Certo, come si chiama?" "Burattini". Attimo di gelo inevitabile.

Il numero di Dunbar indica il limite di persone con cui un individuo è in grado di mantenere relazione sociali: in media, 150. Io l'abbasso.

Dentro di me ho un mare da cui ogni tanto emerge la pinna di uno squalo.

Se io, per ipotesi, fossi contrario al commercio abusivo per tutti, italiani e stranieri, sarei razzista?

Penso sempre di essere io quello sbagliato ma, a pensarci bene, non vedo in giro nessuno giusto.

Non faccio parte di nessun cerchio magico. Neppure del mio.

Ho deciso di non fare battute sul nome di Banana Yoshimoto perché magari in giapponese "Moreno" vuol dire "finocchio".

Ma i miei spermatozoi saranno contenti di me?

Quelli che mi odiano sono molto bravi, perché hanno scelto un bersaglio difficile, senza appigli.

Non sempre condivido le mie opinioni.

Non do udienza ai questuanti che mi apostrofano chiamandomi "capo".




MONDO

Quando i cinesi sbarcheranno sulla Luna, parlare di "Luna piena" acquisterà un altro significato.

Il senso dell'umorismo degli inglesi è sopravvalutato.




MORTE

Di un suicidio non mi colpiscono e impressionano le motivazioni, che giustifico tutte, ma le modalità.  Ognuno ha il diritto di uscire di scena quando crede, ma sono i modi dolorosi ed efferati che mi sconvolgono.

Se mai mi suiciderò farò in modo che ritrovare il mio cadavere non impressioni nessuno.




NATALE E CAPODANNO

Caro Babbo Natale, invece di venire a portarmi qualcosa di inutile, vieni a portarmi via qualcosa di fastidioso.

Sono buono tutto l'anno e cattivo a Natale.

Ho mal di festa.

Nei pronto soccorso darei il codice verde a tutte le ferite da botti di capodanno esplosi in mano. Vanno curati dopo i raffreddori.

Quando, a sette anni, mi hanno detto che Babbo Natale non esiste, ho pianto.

Il Natale è letale.

Magari saranno anche divertenti, ma se me li propongono come "film di Natale" non vado a vederli.

A questo Natale (come a tutti gli altri) chiedo solo che passi presto.

L'ideale sarebbe un Natale in due o tre. Ma anche a Gesù, Maria e Giuseppe in capo a dieci minuti erano già andati a rompere in duecento.

Se noi raddoppiassimo il prezzo di un fumetto a Ferragosto non ci comprerebbe nessuno. A Capodanno invece tutti pagate il doppio il cenone.

Non mi pesa tanto comprare i regali per tutto il parentado, quanto dover incontrare i parenti per consegnarli.

Dovreste evitare tutti quei locali che siccome é la sera di San Silvestro raddoppiano i prezzi.

Ma a quelli che augurano un sereno Natale, danno davvero così fastidio un po' di nuvole in cielo, che tanto non ci si devo abbronzare?

Di solito ho compassione per tutte le disgrazie tranne per quelli a cui scoppiano i botti di Capodanno in mano.

Il mio albero di Natale ? così piccolo che è un Christmas Duee.

A me lo Spirito dei Natali futuri compare in sogno per mostrarmi l'incubo di alberi da fare e disfare e di Santa Claus appesi ai balconi

Ah, per i fumetti no, ma per i mercatini natalizi i soldi ce li avete, eh?

O fate un presepe napoletano con l'acqua che gira il mulino e le montagne dirupate, o quel che farete sarà una pena da evitare di mostrare.



POLITICA

Ho fatto anch'io la lotta di classe. Noi della II A ci picchiavamo sempre con quelli della III C.

I governatori delle regioni sono quelli che chiudono gli ospedali ma non tagliano i rimborsi ai consiglieri regionali.

La facilità con cui nelle manifestazioni politiche si passa da un milione a due milioni di partecipanti fa schiantare dal ridere.

Lo Stato è come un bambino, più soldi gli dai più ne sperpera.

Il buffo di certi partiti è che basta darsi una parola d'ordine e tutti scattano come un sol uomo. Guareschi ne rideva.

Mi pare di capire che le proteste di piazza siano da incoraggiare o da reprimere a seconda delle bandiere sventolate.

Il premio di maggioranza in realtà premia una minoranza.

Un governante è tanto più apprezzabile quanto più amministra facendo funzionare le cose senza far accorgere la gente della sua presenza, come l’autista del bus.




SESSO

Il porno o è hard o non è.

L'erezione è un fenomeno ESP. Alza un oggetto con il pensiero.



SPORT

Sono favorevole allo sci fuori pista. Così chi ci va lascia libere le piste a noi più intelligenti che non ci andiamo.

Ma se la proprietà è straniera, i giocatori forestieri, l'allenatore estero e i campioni simbolo passano per soldi al nemico, perché tifare?





UMORISMO

I medici più antipatici sono gli oculisti perché perfino i loro pazienti non li possono vedere.

Mi hanno regalato un buono per un trattamento di pedicure. Sono due mesi che mi faccio crescere unghie e calli per sfruttarlo al massimo.

Si... può... disfare!

Oggi ho avuto una giovane donna ai miei piedi. La pedicure.

Ho piantato un ontano qui icino.

Leggo che i profitti del Viagra hanno avuto una impennata.

Costanza Cir è una che fa sempre un sacco di auguri a tutti.

Più che ci penso, più mi convinco di non aver mai visto nessuno scivolare su una buccia di banana.

A musica faccio progressi lenti perché studio piano.

La battoglia contro i resufi è una battaglia pursa.

Io non vado a votare perché ho fatto il vaccino contro l'affluenza.

Della loro guerra contro i Boeri, non ho mai capito perché gli Inglesi ce l'avessero tanto con dei cioccolatini.




UOMINI

A noi uomini il nostro coso ci fa compagnia.

Gli uomini si confidano con gli altri uomini meno che le donne con le altre donne.

L'uomo giusto è la somma di tanti uomini sbagliati.




VITA

Il mio progetto di vita è divenuto un rigetto di vita.

Nella vita contano più i gomiti che il cervello. Fa più strada chi sgomita che chi si ferma troppo a pensare.

Se mi dessero una cella pulita tutta mia e l'accesso alla biblioteca del carcere, l'ergastolo potrebbe essere preferibile alla vita fuori.

Si scopre in "Un anno sull'altipiano" come i soldati in trincea ritenessero loro nemici i propri generali: una chiara metafora della vita.

Uno dei motivi per cui vale la pena di vivere sono le risate.

La vita tende gli agguati.

La vita sono gli hobby e le passioni. Il resto è zavorra.

Nella vita, prima della fortuna ci vuole la pazienza.

Vivere è inutile, ma anche l'inutilità ha un suo perché.