domenica 12 marzo 2023

LA BANDA DEGLI ASSASSINI

 

"La banda degli assassini" è il titolo del n° 692 di Zagor (Zenith n° 743), datato marzo 2023. Il soggetto e la sceneggiatura sono miei, i disegni di Gianni Sedioli, la copertina (colorata da Roberto Piere) di Alessandro Piccinelli. La principale caratteristica di questo albo è di essere autoconclusivo, presentando cioè un'unica storia di 94 tavole (96 pagine contando il frontespizio). Ciò costituisce un caso raro all'interno della Collana Zenith, che di solito propone, per antica consuetudine, avventure a puntate. Su Twitter mi è stata fatta, a questo proposito, la domanda che potete leggere nello screenshot sottostante.
 
 
L'ipotesi fatta dal mio interlocutore è che si possa essere trattato di uno dei "Racconti di Darkwood" (lunghi d'abitudine 40 tavole) allungato alla bisogna, o di una storia più lunga accorciata per farla stare in un solo albo. Ho risposto che, no, "La banda degli assassini" è stata concepita proprio così come è arrivata in edicola. Ci sono del resto dei precedenti, come "Creatura d'acqua" (2020) sempre mia e di Sedioli, o "Lacrime nere" (2018), di Mignacco e Cassaro. C'è però una ragione ben precisa per cui ho deciso di mettere in cantiere un episodio autoconclusivo. Infatti, preparando la programmazione del 2023 mi sono reso conto che avevamo un punto fermo da rispettare: il n° 700 previsto per novembre. Un appuntamento che non si poteva spostare per nessun motivo, ovviamente. C'era però da collocare anche una lunga sequenza di tre avventure collegate fra di loro, per un totale di sette albi. Per giunta, gli albi di gennaio e febbraio erano occupati dalla seconda e dalla terza parte de "Il passato di Rochas", racconto iniziato nel dicembre del 2022. Quindi, nove caselle del 2023 erano assegnazioni obbligate. Ma prima dell'albo di novembre (undicesimo mese dell'anno) le caselle sono dieci. Dunque, serviva riempirne un'altra con una storia lunga un solo albo.  Ho immediatamente chiesto a Sedioli se se la sentiva di disegnare 94 pagine in sei/sette mesi per risolvere la situazione, e Gianni, infaticabile come al solito, ha risposto di sì - riuscendo a consegnare il lavoro addirittura in anticipo. Le caselle si sono così tutte riempite.

Gianni Sedioli

La storia, per forza di cose, ha dovuto preverdere una trama piuttosto semplice, dato che 94 tavole sono poche, per una storia di Zagor (come ben sanno i lettori, ma ancor di più gli autori). Tuttavia, è venuto fuori un racconto di pura azione piuttosto adrenalico, come appunto scriveva il commentatore su Twitter. Soprattutto, è qualcosa di molto western, così da accontentantare i tanti amanti del genere che mal sopportano le storie pià horror o con elementi fantastici (che pure fanno parte della tradizione fin dall'inizio della serie, come mi capita di ripetere spesso). 
 

Un altro commentatore, sempre su Twitter, fa notare, come potete leggere più sotto, che nel mese di marzo sono in edicola sia con un mio albo di Zagor che con un albo di Tex, impresa riuscita (pare) a pochi nella lunga storia della Bonelli (non so se sia vero, ma pare io sia il quinto).  Di Tex parleremo sul prossimo post di questo blog.





 
 
 
 
 
 
 

domenica 26 febbraio 2023

LA PALUDE DEI FORZATI

 


 

Moreno Burattini
Mauro Laurenti
LA PALUDE DEI FORZATI
Sergio Bonelli Editore
brossurato, 2023
400 pagine, 15 euro
 
Il 10 febbraio 2023 è uscito il volume “La palude dei forzati”, un brossurato di 400 pagine che raccoglie tutte le quattro puntate in cui venne originariamente pubblicata, nel 2004, una storia destinata a entrare nel cuore di molti lettori e spesso indicata fra le opere migliori sia del sottoscritto (autore dei testi) che del disegnatore Mauro Laurenti (qui all'opera in stato di grazia). L'avventura si svolge fra le paludi della Florida settentrionale e racconta della caccia data a un eterogeneo gruppo di evasi da un penitenziario, ciascuno con una propria storia personale e proprie motivazioni, tra cui c'è anche Elias Duff, un minorato mentale ingiustamente comdannato, e coinvolto suo malgrado nella fuga, che Zagor vuol salvare (e dal quale spera di ottenere utili indcazioni per scagionarlo e incastrare invece il vero colpevole del delitto per cui è stato codannato - vero colpevole che invece trama perché Elias muoia negli acquitrini).  Dopo aver riproposto in volumi da libreria (cartonati e brossurati) un gran numero di capolavori di Guido Nolitta, la Bonelli comincia a ristampare e valorizzare quei racconti che si potrebbero definire "classici non bonelliani". Ho cercato di spiegare (e spiegarmi) il perché del quasi unanime apprezzamento (il “quasi”, in certi casi, è d’obbligo nel rispetto del parere di tutti) nella mia introduzione che correda la pubblicazione, insieme a molte illustrazioni, tra cui alcune inedite. Ecco un breve estratto del testo introduttivo.
 
Secondo Giancarlo Berardi, il creatore di Ken Parker e di Julia, uno insomma che di queste cose se ne intende, “le buone storie sono quelle con dei buoni personaggi”. E’ stato partendo da questo presupposto che, in qualità di sceneggiatore dell’avventura raccolta in questo volume, mi sono sforzato di immaginare un gruppo di eterogenei protagonisti caratterizzati quanto meglio  mi fosse riuscito.  Così, se “La palude dei forzati”, uscita originariamente in quattro albi di Zagor pubblicati tra l’aprile e io luglio del 2004,  è una buona storia (mi permetto di dirlo sulla scorta di un diffuso giudizio al riguardo, raccolto nel corso degli anni tra i lettori e gli addetti ai lavori) è soprattutto merito dei buoni personaggi che le danno vita e spessore, grazie all’intrecciarsi dei destini di numerose figure, ognuna delle quali è dotata di una personalità da approfondire, di un background di antefatti da raccontare, e di un ruolo ben preciso da far interagire, come in un meccanismo di ruote dentate all’interno di un orologio, con quello degli altri. 
 
A valorizzarle contribuisce anche il fascino del racconto carcerario: si possono fra le vignette i miei rimandi a due grandi romanzi (e altrettanto grandi film), “Papillon” e “Il miglio verde”, i cui spunti sono stati comunque rielaborati in maniera, credo, tutto sommato originale. Ma non c’è solo il tema del penitenziario e dei forzati in fuga. Ci sono gli indiani, c’è un giallo, c’è una interessante figura femminile, c’è perfino un po’ di paranormale. Senza dubbio hanno contribuito al successo dell’avventura gli straordinari disegni di Laurenti, bravissimo in molte scene difficili da disegnare ma soprattutto artefice di una superba e dinamicissima realizzazione proprio di Zagor.
 
Si diceva del fascino delle storie carcerarie e di quelle con evasi in fuga. Ci sono storie di prigionieri e di evasioni anche nella serie di Zagor. Guido Nolitta fa fatto rinchiudere il Re di Darkwood in una prigione di massima sicurezza, il sinistro carcere di Hellgate, detto “L’Inferno dei Vivi” (1965). Quell’episodio conteneva tutti gli elementi che caratterizzano le storie ambientate dietro le sbarre, dove ogni uomo si trova a dover fare i conti con una realtà alienante e violenta in cui è facile perdere, prima della vita, la propria dignità e il proprio equilibrio mentale, abbrutendosi, soprattutto per chi è, o si ritiene, innocente e vittima di una ingiusta detenzione. Sempre su Zagor, Alfredo Castelli ha sceneggiato una storia intitolata "Gli aguzzini" (1982) in cui lo Spirito con la Scure si facrinchiudere volontariamente nel penitenziario di "Fort Concrete" per svolgere un'indagine, ma anche ha scritto nel 1980 anche una lunga avventura di Mister No ispirata a “Papillon”, dal titolo “Relitti Umani” in cui Jerry Drake viene ingiustamente rinchiuso nel bagno penale dell’isola di Approuague. In precedenza, era toccato ad Aquila della Notte finire vittima di un complotto, in una classica storia di Giovanni Luigi Bonelli, “La cella della morte” (1976). Ma anche in “Fuga da Anderville”, ambientata in flashback ai tempi della Guerra di Secessione, il giovane Tex deve fuggire da un campo di prigionia sudista in una storia scritta da Claudio Nizzi nel 1989.  E, addirittura, la saga di Ken Parker si è momentaneamente interrotta proprio con Lungo Fucile costretto a scontare una lunga detenzione: “I condannati” (1994) è appunto un racconto di Berardi di ambientazione carceraria. Per finire, anche Cico è finito in prigione: lo Speciale “Cico galeotto” (1996) è una vera e propria parodia, in chiave umoristica, di tutti i “topoi” letterari del genere.

sabato 25 febbraio 2023

LA MESA DELLA FOLLIA


 

E' uscito il mio primo albo di Tex sulla serie regolare di Aquila della Notte. Si tratta del n° 748, datato febbraio 2023, intitolato "La mesa della follia", prima parte di una avventura che si concluderà nel prossimo albo, "Le creature del buio". I disegni sono di Michele Rubini, la copertina è di Claudio Villa. Un esordio, il mio, giunto dopo che ho da poco compiuto sessant'anni e lavoro nel mondo dei fumetti da quasi trentacinque: insomma, dovrei essere ormai rodato, aver fatto più volte il tagliando e la revisione, eppure mi sono emozionato come un remigino il primo giorno di scuola. Essere chiamati a scrivere Tex è come venire convocati in Nazionale, anche se si milita in una squadra di club di alta classifica (nel mio caso, Zagor). L'emozione è stata rafforzata poi dal fatto di dovermi confrontare con un pubblico nuovo, attento ed esigente come quello che segue il ranger bonelliano.

Tuttavia, non è la prima volta che mi approccio ad Aquila della Notte. Ho già pubblicato quattro storie brevi apparse in altrettanti Color Tex. La prima fu "Incontro a Tularosa" (Color Tex n° 6, 2014), illustrata dall' "americano" Giuseppe Camuncoli. In una tavola di questo racconto, che Camuncoli mi ha regalato, sembra che Tex muoia ucciso in duello. Nessuno ci ha creduto per più di un secondo, ma mi parve una buona trovata. Sono seguiti poi, negli anni, altri tre racconti di trentadue tavole ciascuno, disegnati nell'ordine da Michele Rubini, Raffaele Della Monica e Frederic Volante.



 

La storia breve illustrata da Michele Rubini, appasa sul Tex Color n° 10 (2016), è particolarmente importante in relazione a "La mesa della follia". Si intitola infatti "Chupacabras!" (ne ho parlato qui). Dato che di queste creature del folklore e delle leggende messicane (studiate da quella pseudoscienza che prende il nome di "criptozoologia") non si era mai trattato nella saga di Tex, che io rammentassi, proposi di farne impiombare qualcuna ad Aquila della Notte e Mauro Boselli accettò di buon grado. Rubini diede vita a dei chupacabras straordinari. Perciò, sia io che Mauro ci siamo continuati a dire, di tanto in tanto, che in fondo era un peccato che quei mostri si vedessero soltanto nelle poche pagine di quelle storia breve, mentre l'argomento si prestava a venire sviluppato meglio e di più. 


Quando a un certo punto si è trattato di dover affidare una nuova sceneggiatura a Michele, Mauro mi ha chiesto di scriverla io. Così è nata "La mesa della follia", che prova a spiegare l'origine dei chupacabras e delle loro incredibili caratteristiche, tirando in ballo (su precisa indicazione boselliana) El Morisco. Per me, un invito a nozze: da sempre le mie storie di Tex preferite sono state quelle con il brujo di Pilares, e il primo albo che ricordo di aver letto fu "Il signore dell'abisso". Sono conteto che la cover di Villa sembri citare proprio quel racconto di G.L.Bonelli e Guglielmo Letteri.


Rimanderò al prossimo mese un commento complessivo all'avventura. Lasciatemi solo aggiungere che c'è un'altra storia texiana a mia firma uscita prima de "La mesa della follia", ed è una breve avventura pubblicata in formato orizzontale (sei albetti) insieme ai primi numeri della ristampa anastatica delle strisce di Tex che escono in edicola insieme al Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport. Il racconto si intitola "Il ponte minato", ed è stato disegnao da Rodolfo Torti. In più, esiste una mia sceneggiatura di 128 tavole, ancora inedita,  affidata a Marco Torricelli: non so dire quando e dove verrà pubblicata, ma prima o poi sicuramente vedrà la luce. Il che porta il totale del mio contributo a Tex a quota a sette storie.

C'è però un altro contributo che credo di aver dato nel corso degli anni, ed è quello legato alla mia attività di saggista. Sono davvero innumerevoli gli articoli e i libri che ho scritto riguardo il ranger bonelliano. Mia è l'introduzione dell'Oscar Mondadori che ristampa "Il passato di Tex", e poi contunuare citando i cinque volumi dell'enciclopedia texiana "Cavalcando con Tex" o i fascicoli allegati alle statuette del mondo di Tex distribuite anni fa un edicola. Se cliccate sul tasto sotto il titolo del blog con la scritta "I miei libri" potrete trovare un elenco (spero) abbastanza aggiornato. Per concludere, vi mostro una foto che mi vede a Narni con Michele Rubini (a sinistra)  e Mauro Laurenti. Grazie Michele per le tue tavole grandiose.









 

 

venerdì 24 febbraio 2023

CAMPO NEMICO

 

"Campo nemico" è il titolo dello Zagor n° 691 (Zenith 742), datato febbraio 2023. I testi sono miei, i disegni di Oliviero Gramaccioni, la copertina (colorata da Roberto Piere) è di Alessandro Piccinelli.  Si tratta della terza e ultima puntata di una storia in tre parti iniziata nel dicembre 2022 con l'albo "Il passato di Rochas" e proseguita nel gennaio del 2023 con l'albo "Black Legion" (cliccate sui titoli per leggere cosa ho scritto a suo tempo, su questo blog, per presentarli).
 
Per cominciare, mi fa piacere segnalare questo tweet pubblicato (appunto) su Twitter il giorno dell'uscita in edicola.
 
 
Credo che in tanti ci si possano riconoscere, indipendentemente dal fatto che l'avventura del mese a qualcuno sia piaciuta o meno (come dico sempre, in un fumetto seriale se una storia non piace, piacerà quella successiva). Non tocca a me dire se "Campo nemico", chiudendo il lungo racconto iniziato in dicembre, sia o no un bel racconto. Posso solo segnalare una recensione piuttosto esaustiva e ponderata, quella di Marco Corbetta, pubblicata sul sio blog "Zagor e altro", che trovate cliccando qui. Se siete curiosi di scoprire che faccia abbia Oliviero Gramaccioni, disegnatore romano attivo in passato soprattutto su Mister No, che non è facile incontrare in giro per fiere e manigestazioni, qui sotto lo vedete in una foto assieme a me.
 
Oliviero Gramaccioni e Moreno Burattini
 
Pur lasciando ai lettori il giudizio complessivo sul suo e sul mio lavoro, mi permetto qualche breve annotazione. "Campo nemico" dimostra (ancora più dei due albi precedenti) il suo debito, quanto a fonte di ispirazione, al classico di Nolitta & Ferri "Guerra!" (1967), sia per la presenza di un corpo paramilitare (qui la "Black Legion", là i "Lupi Neri"), sia per la scena finale dei miliziani circondati in una radura. Si tratta del resto di uno spunto ripreso dallo stesso Nolitta con "Tropical Corp". Credo di aver mescolato le carte a sufficienza da non far sembrare la mia storia troppo ricalcata, grazie soprattutto al fatto che, al di là della legione dei mercenari, la mia storia si basa soprattutto sul passato di Rochas.  La strizzata d'occhio con "Guerra!", del resto, fa parte di quel gioco fra lo sceneggiatore e il lettore, lettore a cui piace ritrovare vecchie suggestioni (un argomento su cui si potrebbe disquisire a lungo). 
 
Fra le vecchie suggestioni va annoverato anche il rendez-vous dei trappers, sempre gettonato nelle richieste degli appassionati. E se finora in questi raduni abbiamo assistito ogni volta alla sfida a pugni fra Zagor e Rochas (al punto che se non venisse mostrata, qualcuno scriverebbe per protestare), adesso il simpatico cacciatore basco ha acquistato spessore con la rivelazione dei drammatici trascorsi celati nel suo passato. Ai critici che, mi hanno riferito, si sono lamentati per lo scorso ruolo di Cico nella vicenda, faccio soltanto rilevare che appunto la vicenda si svolge in gran parte in flashback, in anni in cui il messicano non era ancora arrivato a Darkwood. Cico in ogni caso appare sia nel primo albo che nel terzo, e mi sembra strano accusare proprio me di non avergli dato abbastanza peso quando sono di sicuro lo sceneggiatore che ha utilizzato di più il pancione fra tutti quelli che hanno scritto Zagor (sono perfino autore di venti speciali completamente dedicati a lui).  
 
Ci sono anche quelli che hanno contestato una relativa poca presenza di Zagor. Sono convinto che al contrario lo Spirito con la Scure, nel complesso dei tre albi, sia stato presente e risolutore, ma soprattutto sfido chiunque a non ritenere "zagoriano" il racconto del passato di Rochas. Gli scenari, i personaggi, la filosofia che sorregge il racconto rientrano perfettamente nei canoni della "zagorianità".
 
Ciò detto, ringrazio i tanti che mi hanno fatto giungere messaggi, telefonate e lettere cartacee di apprezzamento (c'è anche chi si è commosso davanti ad alcune scene), ma naturalmente  il mio grazie va anche a chi si è comunque occupato della storia commentandola e parlandone, pur trovandovi dei punti deboli.

 
 
 
 
 
 

lunedì 16 gennaio 2023

BLACK LEGION

 


"Black Legion" è il  titolo dello Zagor n° 690 (Zenith 741) datato gennaio 2023. La sceneggiatura è opera mia, i disegni sono di Oliviero Gramaccioni, la copertina è stata realizzata da Alessandro Piccinelli e colorata da Roberto Piere. Si tratta della seconda puntata di una storia divisa in tre albi. Del primo, "Il passato di Rochas", vi ho già parlato in un post precedente (lo potete leggere cliccando sul titolo). Naturalmente, dato che l'avventura non è ancora conclusa, la commenterò nel suo insieme allorché, il prossimo mese, sarà terminata (e sarebbe auspicabile che i commentatori più assennati facessero, a loro volta, le loro valutazioni a racconto finito - poi ognuno si regoli come crede, naturalmente).

Una cosa, però, si può dire fin da adesso. Come chi ha già letto l'albo avrà avuto modo di notare, in "Black Legion" lo Spirito con la Scure si vede soltanto in una ventina di tavole. Gran parte di ciò che viene narrato riguarda il passato di Pablo Rochas, il trapper grande amico di Zagor - oggetto della caccia all'uomo da parte di spietati miliziani di un corpo paramilitare. Tuttavia gli avvenimenti rievocati in flashback sono (o dovrebbero essere) sufficientemente drammatici da rendere il racconto serrato e coinvolgente comr se il nostro eroe dalla casacca rossa fosse sulla scena e non si limitasse ad ascoltare (del resto Rochas è uno di famiglia e di lui ci importa). I lettori che mi hanno fatto giungere le loro impressioni su questo punto sono stati tutti rassicuranti (poi non ho dubbi che ce ne siano altri di parere opposto, magari anche molto inferociti, chissà). 
 
La particolarità dell'albo ha una sua spiegazione. "Il passato di Rochas" è una storia pensata per essere pubblicata in un Maxi Zagor del vecchio formato, quelli da 286 pagine. Se il racconto fosse uscito in un unico balenottero, come previsto, il flashback con la storia di Pablo sarebbe stato contenuto nella parte centrale del volume, preceduto da una prima sezione con Zagor molto presente e da una terza frazione assolutamente d'azione, in cui lo Spirito con la Scure è protagonista in gran spolvero. Quindi l'assenza del Re di Darkwood dalla narrazione riguardante i trascorsi di Rochas non si sarebbe notata, la storia sarebbe stata perfettamente bilanciata. 
 
Tuttavia, la Casa editrice ha da poco trasformato i Maxi Zagor in Zagor Più, pubbicazioni, sempre autoconclusive ma di 190 pagine. Quindi, tutte le storie con un maggior numero di tavole hanno come unico possibile sbocco in edicola la Collana Zenith, che consente la suddivisione in puntate. Perciò, le 282 tavole del "Passato di Rochas" sono state spezzate in tre tranche da 94 ciascuna. E il flashback centrale ha finito per occupare quasi per intero la seconda, com'è logico. Alla fine, però, l'importante è che la storia sia emozionante e, secondo me, chiusa l'ultima pagina che si potrà leggere il prossimo mese, la maggior parte di voi resterà soddisfatta - o almeno lo spero.
 





mercoledì 4 gennaio 2023

L'ANNO CHE E' VENUTO

 

Non so se l'annata 2022, per quanto riguarda le cose che ho fatto e che ho scritto, possa considerarsi buona come il vino della botte nella foto, ma eccomi qua a rendervene conto (e a renderne conto anche a me stesso, dato che questo blog serve anche come cronistoria della mia vita, una sorta di diario in pubblico, chiedendo scusa a Elio Vittorini). Del resto tutti gli anni, a cavallo tra Natale e la Befana, traccio un bilancio dei dodici mesi appena trascorsi e quindi non posso deludere quei venticinque lettori che se lo aspettano (stavolta, chiedendo scusa al Manzoni).
 
Tanto per cominciare, il 7 settembre 2022 ho compiuto sessanta anni. Ne ho già parlato in un articolo apposito, che potete leggere o rileggere cliccando qui:
 
 
Quindi, si avvicina il giorno della pensione (se sopravviverò fino ad arrivarci). Un altro anniversario importante, secondo me, è quello dei quindici anni come curatore di tutte le testate che pubblicano le avventure di Zagor, incarico che mi è stato affidato appunto a inizio 2007.  Sono stati lustri difficili dato che abbiamo perso prima Sergio Bonelli, poi Gallieno Ferri, poi il cinquanta per cento delle edicole. Abbiano però potuto festeggiare il cinquantennale e il sessantennale del Re di Darkwood, e stiamo proseguendo il percorso tenendo botta ai tempi che cambiano, potendo contare sull'affetto e sull'entusiasmo di uno zoccolo duro di appassionati che non viene mai meno, e anche su lettori più giovani e perfino su una fetta di pubblico femminile, cone ci hanno dimostrato le reazioni alla morta di Jenny (già, la morte di Jenny: una storia che ha commosso noi autori, io e Anna Lazzarini, prima di quanti l'hanno letta dopo l'uscita in edicola, e che va sicuramente messa tra gli eventi più significativi del 2022). 
 
Un tweet pubblicato su Twitter il 29 dicembre 2022


 
In ogni caso, poco prima della fine dell'anno c'è stata una delle periodiche riunioni in redazione per fare il punto della situazione, e come ogni volta io mi sono presentato dimissionario: "se c'è qualcuno più giovane in grado di capire meglio i gusti del pubblico, più abile a gestire i social, con maggior entusiasmo nel battere strade nuove, con idee innovative e brillanti, io mi faccio volentieri da parte, ritirandoni a dare una mano nel lavoro di redazione o a fare da assistente al nuovo curatore". Come ogni volta, il direttore ha risposto: "Dimissioni respinte, andiano avanti". Quindi, per almeno un altro po' di tempo, dovrò continuare a fare l'editor, giurerei peraltro con il supporto di disegnatori e sceneggiatori che, dicono, si trovano bene a lavorare con me.
 
Ogni anno vi segnalo le classifiche stilate da Saverio Ceri nella sua rubrica "Diamo i numeri" pubblicata in dicembre sul blog "Dime Web". Vediamo dunque i dati riguardati il sottoscritto e la produzione zagoriana affidata alla mia tutela. Ecco la tabella degli sceneggiatori più pubblicati dalla Bonelli nel 2022, limitatamente ai primi dieci (su 72 complessivi). Come si vede, sono in ottava posizione con 660 tavole pubblicate su due testate, Tex e Zagor. Lo scorso anno ero quinto, con 838 pagine.
 
I primi dieci sceneggiatori bonelliani del 2922

Si potrebbe pensare che le 178 tavole di differenza siano dovute a una mia minor voglia di lavorare. In realtà, come ho spiegato spesso, più o meno viaggio su una media di 800/900 tavole ogni anno (niente, in confronto a Mauro Boselli), solo che la programmazione delle uscite fa sì che un anno ne vengano pubblicate mille, un altro anno seicento. Comunque, meno tavole pubblicate vuol dire anche meno critiche, sicché ci si può stare. In ogni caso, Saverio Ceri pubblica anche la tabella degli sceneggiatori più pubblicati del decennio (quello degli anni Venti) e lì recupero il quinto posto (con 2457 tavole in tre anni, che fanno appunto 819 ogni dodici mesi - come volevasi dimostrare).



Passiamo alla produzione zagoriana del 2022 nel suo complesso. Ecco la tabella della produzione bonelliana del 2022 (che trovate esaminata in dettaglio cliccando qui).
 
La produzione Bonelli del 2022

Come si vede, Zagor è la terza testata della Sergio Bonelli editore del 2022 con 2514 tavole inedite pubblicate su 21 uscite (il che ci rende più che quindicinali: sono 210 tavole al mese, fate un po' il conto voi). Meglio di noi hanno fatto soltanto Tex e Dylan Dog.  Mi pare un risultato di tutto rispetto, considerando che ognuna delle 2514 pagine è lavoro costato fatica, impegno e dedizione (a me e ai miei collaboratotori)  e che la posizione in classifica testimonia la vitalità del personaggio 61 anni dopo la sua prima apparizione e 31 anni dopo l'inizio della mia collaborazione come sceneggiatore.
 
Non di sola Bonelli vive il Burattini, e ci sono altri fumetti che ho sceneggiato al di fuori della (pur amatissima) Casa editrice di Via Buonarroti. Per esempio, per tutto il 2022 ho continuato a portare avanti, con il fido James Hogg (disegnatore fiorentinissino a dispetto del nome), due serie a strisce. La prima è "La Bibbia secondo Burattini & Hogg" che compare su "Il Vernacoliere" (storica testata di satira, pubblicata a Livorno ma reperibile in mezza Italia). Ecco una delle vignette.


La seconda serie è "Stelle a strisce", che si può trovare ogni mese sulla rivista di enigmistica "Crucintarsi & Co." Ecco una delle tavole (la gag è dustruita su tre strisce).

 
 


Su varie testate enigmistiche io e James pubblichiamo vignette sparse, tra cui alcune che vanno sotto il titolo di  "Le grandi domande", ma non hanno una continuità precisa e personaggi fissi. 
 
Motivo di grande soddidsfazione è stato l'inserimento di un mio tweet sulla prestigiosa Agenda Comix 2023, dopo essere stato selezionato dalla redazione della Franco Cosimo Panini nel mare magnum di Twitter (il mio social preferito). Lo trovate al giorno 10 dicembre (o lo potete leggere qui sotto).

 

 
 
 
A Lucca  Comics &Games edizione 2022 è poi uscito il volume "13", di Nik Guerra (Edizioni Di) in cui il disegnatore ha inserito tredici (appunto) storie a fumetti sceneggiate da altrettanti illustri sceneggiatori (il meno illustre sono io). Si tratta di episodi di genere erotico lunghi quattro tavole. Il mio si intitola "Nato con la camicia".



Ci sono poi i libri che sono usciti a mia firma. Comincio con due bonelliani: i voluni 6 e 7 della collana "Zagor contro Hellingen", intitolati rispettivamente "Il giorno dell'invasione" e "Il destino di Hellingen" (disegni di Gallieno Ferri, Gianni Sedioli, Marco Verni). Qui sotto mi vedete con in mano una copia del settimo. Di tutti e sette i tomi ho scritto le (spero esaustive) prefazioni. Qui una recensione non mia:




 
Ci sono però ben tre titoli targati Cut-Up Publishing. Il primo e più importante è sicuramente"Versacci": 365 epigrammi brevissimi e fulminati, che riscuotono sempre un certo successo quando li leggo in pubblico, e ne vado orgoglioso.  Ne ho scritto qui, se volete saperne di più.

 
 
Gli altri due titoli usciti nel 2022 presso Cut-Up sono antologie da me curate riguardanti l'opera del poeta illetterato Geri di Gavinana: "Il poeta delle piccole cose" e "Poesie ritrovate". Oltre a selezionare ed editare i componimernti del Geri ho anche scritto due lunghe intrduzioni, veri e propri saggi sulla vita e sull'opera di questo incredibile cantore. I due titoli erano già stati pubblicati a livello locale, in anni passati, dall'Associazione Domenico Achilli di Gavinana, in una tiratura limitata da tempo esaurita e comunque non distribuita al di fuori del piccolo paese della montagna pistoiese. Adesso si possono ordinare on line sul sito della Casa editrice.



Per chi volesse approfondire, ecco due articoli tratti da questo blog.

 
 
A proposito di "Freddo Cane In Questa Palude", spazio on line aperto fin dal 2010, negli ultimi dodici mesi ho pubblicato 25 articoli (erano stati 34 nel 2021). Però ci sono da aggiungere gli articoli apparsi sul secondo blog che gestisco, "Utili sputi di riflessione", che sono stati 78 (erano stati 112 lo scorso anno). In tutto 103 mini-saggi, corrispondenti a 8,5 al mese, praticamente due a settimana. Senza contare i post sulla mia pagina Facebook Moreno "Zagor" Burattini, dove ho cercato di allietare chi mi segue con vari interventi ogni giorno (tutto lavoro non pagato, con cui spero di guadagarmi il Paradiso).
 
Moreno Burattini visto da Nik Guerra
 

Quello che davvero ho smesso di fare è lo youtuber. Credo di aver pubblicato soltanto uno o due video sul mio canale Youtube a inizio 2022, e poi basta. In tanti mi chiedono perché, dato che avevo raggranellato in poco tempo un discreto numero di iscritti e visti gli apprezzamenti dei più. Il fatto è che non mi va  più di autodefinirmi "youtuber", come scherzosamente facevo in ogni video, perché, l'ho capito troppo tardi, gli youtuber sono un'altra cosa e non è giusto che io mi finga ciò che non sono. Credo che ad aprirmi gli occhi sia stata la scomparsa di Luca Boschi: ecco, quando leggevo qualunque cosa scritta da Luca (dagli articoli sul suo blog alle intriduzioni agli albi Disney o di Braccio di Ferro, ai suoi libri) restavo a bocca aperta ammirando la sua straordinaria competenza riguardo a tutto ciò di cui parlava. Lo stesso potrei dire di altri saggisti e critici come Gianni Brunoro, Giulio Cesare Cuccolini, Luciano Tamagnini e cento altri. Sono cresciuto, mi sono formato, ascoltando chi ne sapeva di più (sempre convinto di saperne di meno). Ecco, tornerò a pubblicare video soltanto se mi renderò conto di poter parlare di fumetti su quel piano lì. Non Moreno Youtuber, per gioco, fra altri che giocano sentendosi liberi perfino di strappare un fumetto davanti alla cam, ma Moreno Autore, Moreno Fumettista, Moreno Saggista, Moreno Che Ne Sa, qualcosa del genere. In ogni caso, sono un boomer, perdonatemi e portate pazienza, non riesco a fingermi un nativo digitale.