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martedì 26 dicembre 2017

IL CLUB DELL'ORRORE





Di Andrea Bacci, intraprendente fumettomane-fumettaro di Campi Bisanzio (la città a due passi di Firenze dove ho vissuto per trent'anni della mia vita), mi è già capitato di parlare quando dedicai un articolo di questo blog alla sua super eroina a fumetti Lady Viola e alla casa editrice Andrea Bacci Editore che ne pubblicava, in maniera autoprodotta, le avventure. Già allora lodavo, stupito per il suo coraggio e la voglia di fare, la capacità di Andrea di realizzare con i propri mezzi i suoi progetti e i suoi sogni, senza lasciarsi scoraggiare e riuscendo comunque a portare a casa dei risultati. 

A distanza di tempo, Bacci è riuscito di nuovo a stupirmi, quando mi ha chiesto se lo autorizzavo a realizzare un film ispirato (in parte) a un paio di miei racconti "inquieti" contenuti nell'antologia "Dall'altra parte" (Cut Up). "Un film?", ho chiesto meravigliato, non avendo mai pensato a lui come a un cineasta. "Una produzione amatoriale, fatta in casa", mi ha risposto. Ho immediatamente dato il mio OK, curioso di vedere il risultato. E il risultato è arrivato sotto forma di DVD che mi sono goduto in questi giorni con grande divertimento, dopo che a Campi Bisanzio ci sono stare proiezioni pubbliche. Il film si intitola "Il Club dell'Orrore", e i protagonisti sono tre ragazzi molto simili a quelli dei "Tre Investigatori" del Giallo dei Ragazzi, più due ragazze appena più grandi, che con loro formano una sorta di "Banda dei Cinque" impelagata in una serie di storie horror di provincia, ciascuna con un suo sviluppo autonomo ma in qualche modo collegate fra di loro, un una sorta di "Creepshow", film non a caso espressamente citato da Bacci. 

Illustrazione di Stefano Babini per il racconto di Moreno Burattini
"La bella e la bestia" contenuto in "Dall'altra parte".
Due di queste storie sono appunto tratte dai miei racconti, per la precisione "La bella e la bestia" e "Cuore di figlio" (nel libro, illustrati da Stefano Babini e da Alessandro Chiarolla). Nella vicenda tratta da "Cuore di figlio" recita l'unico attore professionista del film, Bruno Santini, un mio caro amico di cui ho parlato altre volte avendo illustrato (io) un suo libro per bambini e avendo (lui) letto in più occasioni le poesie di Giuseppe Geri, poeta illetterate a cui ho dedicato due libri e delle liriche del quale ho organizzato diverse reading. A parte Bruno, che dimostra il suo talento, tutti gli altri attori sono assolutamente dilettanti. Il film è stato prodotto a chilometri zero e praticamente a costo zero.
La faccenda mi è sembrata così tanto interessante che ho voluto chiedere ad Andrea Bacci un po' di informazioni su come abbia immaginato e poi realizzato il progetto. Ecco quel che Andrea mi ha scritto.


IL CLUB DELL'ORRORE
di Andrea Bacci

Come nasce il film? Nasce come un gioco fatto con i miei figli di nove e tredici anni, dopo una domanda di mio figlio Bryan: "Babbo, mi togli una curiosità? Sono due anni che hai comprato la telecamera, ma non l'hai mai usata neanche una volta, che l'hai comprata a fare?". "Giusto, hai ragione, usiamola, facciamo un film!". "Figurati: ora fai un film, come fosse facile!". No, non è facile ma se ci si impegna, ingegna e diverte si fa! Abbiamo chiamato un po' di gente, quasi tutti amici e parenti, tutti che non avevano mai recitato, tranne uno, un amico che è un grande attore, Bruno Santini, e a fine maggio abbiamo iniziato a girare, soprattutto la sera dopocena e il fine settimana e i primo di ottobre abbiamo finito. Poi un mese di montaggio ed ecco il film. Un horror, ma un horror soprattutto per bambini, che lo possa vedere anche un bambino delle elementari. Un paio di scene, tipo uno sbudellamento, lo avrei potuto fare più realistico aggiungendo molto più sangue, ma non l'ho fatto, preferisco che se un bambino lo vede ci faccia un sorriso invece che rimanerci male. Io non lo chiamo ne film indipendente ne amatoriale, io lo chiamo un film "artigianale". E' stato girato tutto con la mia piccola telecamera digitale, senza microfoni e con luci casalinghe nelle scene notturne. Quindi ogni fruscio nel sonoro e piccola sfocatura o altre imperfezioni sono da considerarsi dei pregi non dei difetti!  Effetti speciali tutti fatti da me alla meglio, arrangiati guardando su Internet come fare o con quello che ho trovato in casa. Ad esempio il mostro rosso in copertina l'ho improvvisato in cucina prima delle riprese, è tutto trucco rosso per il corpo, marmellata e carta igienica, gli altri tre mostri ho comprato del lattice liquido per le maschere e della plastica termo modellabile per denti e artigli. Prima mi ero informato in una ditta che fa veri effetti speciali a Scandicci e ho subito abbandonato l'idea: una sola maschera o un trucco per uno solo dei quattro mostri previsti dal copione mi costava più di quanto mi è costato tutto il film, film non a basso costo ma proprio a costo zero!  Il montaggio lo ha fatto un mio amico che fa di mestiere il regista e montatore, e anche a lui è piaciuto, ed è già tre volte che mi dice che vuole rifare il film con strumentazione professionista, tecnici audio e video, attori veri, effetti speciali veri, farlo durare di più, modificare alcune scene e dialoghi, eccetera. Chissà mai si faccia davvero la versione "seria"?


La copertina del libro che contiene due dei racconti
che hanno ispirato il film di Andrea Bacci.
Il titolo è un omaggio al primo speciale di Dylan Dog, di cui sono lettore fin dalla prima uscita quando ero alle medie. Nella sceneggiatura originale il titolo doveva essere “La Casa sull’albero” il Club dei ragazzini era su una casa su un albero, ma ho girato molto prima delle riprese ma non l’ho trovata, ho pensato di costruirne una ma, non ho un albero abbastanza grande in giardino. Quindi ho cambiato titolo e location, come ho fatto spesso in tutto il film, arrangiandomi con i posti e le persone che ho trovato sul momento. Ad esempio in una scena ci dovevano essere due adolescenti che si baciavano, non trovando una ragazza per la parte ho modificato battute e scena con due ragazzi che bevono e fumano. All’inizio delle riprese sono stato sempre solo, io e i bambini, cinque quasi sempre, ed è stato un manicomio: pensavo che una volta girate le scene con i bambini sarebbe stato tutto più facile, ed è stato vero in parte. Poveri bambini, erano felici di fare il film, ma si stancavano presto, e anche se ci siamo visti parecchie volte sia di giorno che di notte, anche se erano stanchi o annoiati dopo ore di riprese, dovevamo assolutamente finire la scena che avevamo iniziato quel giorno. Ad esempio una scena all’interno del Club, un casottino di legno, l’abbiamo girata 130 volte! Quasi quattro ore per una scena di 3 minuti circa, ma dovevamo farla almeno una volta bene! Girando quando potevamo, o meglio quando erano tutti disponibili e spesso o mancava uno o mancava un’ altro, è capitato che la la prima scena l’abbiamo girata i primi di giugno, ad esempio mentre dialogano ed entrano in un campo di grano, la sequenza dopo oltrepassato il campo di grano fatta un mese dopo, col rischio di tornare sul set e trovare il grano tagliato. Dopo i bambini sono passato ai grandi, ed è stata una bella sorpresa che una volta girate le loro scene, tutti o quasi alla fine mi hanno detto: "Anche se non ci sono io la prossima volta posso venire? Almeno ti aiuto in qualche modo!". Praticamente tutta la seconda parte del film l’ho fatta sempre con 3 o 4 persone che mi aiutavano. E meno male, ci sono state scene soprattutto di notte che da solo forse non sarei mai riuscito a girare.
Ci sono state scene girate in posti molto frequentati o con via vai di gente e macchine che ci facevano interrompere di continuo le riprese, ma uno dei posti più divertenti dove abbiamo girato sia di giorno che di notte è stato un piccolo cimitero, dove interrompevamo le riprese ogni volta che arrivava qualcuno, aspettavamo che facesse quello che doveva fare sulle tombe dei loro cari e poi riprendevamo. Un signore molto anziano non ha resistito e mi ha chiesto: "Scusi, ma che siete a fare?" Io: "Un documentario sui cimiteri della Toscana!". Lui: "Allegro non c’è che dire!".
Ovviamente non solo gli attori non avevano mai recitato ma neanche io avevo mai fatto effetti speciali, scenografo, tecnico luci, ecc. e soprattutto il regista, anzi, in un mondo in cui tutti sono fissati col cellulare io non avevo mai neanche fatto un filmato col cellulare prima.  Infatti quando ho portato il film a montare da Marco Frosini, regista e montatore professionista, appena visto come avevo registrato il film mi ha detto, scusa ma perché lo hai registrato in questo formato? Perchè non hai sistemato la telecamera in questo modo? Perché durante le riprese notturne non hai aperto questo? Chiuso quello? Io: Perché non ho neanche letto il libretto di istruzioni, come l’ho accesa e come l’ho tenuta per tutto il tempo!
Marco non ha lavorato gratis per il montaggio, diciamo che mi ha fatto un prezzo da amico, visto so quanto ci ha messo a montarlo e i prezzi che occorrono per queste cose.



All’inizio pensando che avrei avuto carenza di attori avevo pensato di fare io tutte e quattro le creature mostruose previste dal copione, infatti il mostro finale sono io, scena girata quasi all’inizio del film, poi per fortuna uno dei miei amici aspiranti attori, Francesco Banci, che si è molto divertito si è proposto di fare lui gli altri tre mostri, e mi è parso il vero! Almeno ci sarebbe stato lui tutto impiastricciato di lattice e io dalla parte della telecamera che volevo!
Per alcune riprese ho fatto fare anche le 4 del mattino a attori e chi mi aiutava, e il giorno dopo c’era lavoro, ma lo hanno fatto volentieri, e gratis! Il film è stato girato quasi tutto a Campi con delle capatine a Scandicci, Prato, Travalle e Legri. Poi insieme a un mio amico abbiamo fatto il DVD, senza aver mai fatto neanche quello, ci abbiamo messo anche un po' di errori sul set, ed eccoci qui. La cosa più importante è che ci siamo divertiti un sacco, e tutti, giovani e meno giovani mi chiedono "quando si fa il secondo?" o "chiamami quando ne girerai un altro". Le musiche sono di un mio amico laziale, un cantante country soprattutto, ma che per il film ha fatto anche brani horror e rock: Piero Chiti.



La prima proiezione in pubblico è stata privata per amici e parenti di chi ha partecipato al film. Mi ero informato perso una Multisala e non c'era problema, lo potevo fare, ma poi ci ho ripensato, mi seccava far pagare il biglietto a parenti e amici. Allora ho affittato la nuova sala dell'oratorio della parrocchia di San Lorenzo a Campi, una bella sala nuova molto ampia e con un bel proiettore. Mi rompeva farli pagare per un film di un'ora fatto da me, venuto come è venuto, almeno ho pagato solo io quel giorno. La gente, più di cento persone si è divertita molto, c'erano anche dei giornalisti che hanno fatto un articolo.
Come può fare un interessato a comperare il film? Bella domanda... Comunque avevo fatto cento copie del dvd, una trentina le ho regalate a chi ha partecipato al film, parenti e amici, le altre 70 le ho fumate in un paio di settimane nella zona di Campi in un solo paio di punti vendita col passaparola e alcuni piccoli articoli usciti. A primavera rimasterizzerò alcune centinaia di copie e farò delle fiere e mercati in zona, tipo la Festa dell’Unicorno o non so cos’altro.
Sto pensando di usare il DVD come pubblicità per me e come anteprima al progetto che ho di rifarlo a breve con attori professionisti e attrezzature vere. Forse già nel 2018, abbiamo fatto un preventivo delle spese ed ho già più del 50 per cento dei soldi, un altro paio di sponsor o persone interessate alla produzione del film “Vero” e si va diretti appena finito alla grande distribuzione e se possibile qualche proiezione in qualche sala.