venerdì 21 aprile 2023

LA PRIMA COSA BELLA

 

Il 3 marzo 2023 è uscito in edicola il settimo numero della collana trimestrale "Le grandi storie Bonelli". E' il terzo dedicato a Zagor. Le altre uscite hanno riguardato Tex, Mister No e Martin Mystère.  Si tratta di "balenotteri" di lunghezza variabile che ripropongono in edicola, raccolte in un solo volume, avventure a fumetti di eroi bonelliani uscite originariamente su più albi. Il recupero riguarda racconti considerati "cult" o "must" o che comunque hanno lasciato il segno, e che a distanza di anni non è facilre recuperare. La serie venne varata nel 2021 in previsione dell'albo speciale con il team-up fra Tex Willer e Zagor: serviva preparare quell'evento rinfrescando la memoria dei lettori a proposito di due storie in cui lo Spirito con la Scure era andato in Texas e alle quali Mauro Boselli, sceneggiatore sia di quelle che dell'incontro fra l'ex Re di Darkwood e i futuro Aquila della Notte, voleva riallacciarsi. Si trattava di "Comancheros" e "Fratelli di sangue", avventure apparse per la prima volta nella Collana Zenith nel 1995 e nel 1999.


Dopo due "classici non nolittiani" scritti da Mauro Boselli, e dopo aver ceduto il testimone ad altri personaggi della Casa editrice, "Le grandi storie Bonelli" è tornata a occuparsi di Zagor e l'ha fatto ristampando un mio racconto datato 1993, "L'uomo con il fucile", appunto, disegnato da Gallieno Ferri. Combinazione vuole che in questa pfrimavera sia uscita anche la riproposta di un'altra storia del mio passato (anche se meno remoto), intitolsata "La palude dei forzati" e pubblicata in un volume da libreria.

Ne parlo in quresto video che potete trovare su YouTube.

 La formula della collana prevede anche una introduzione scritta dallo sceneggiatore, e quando mi hanno chiesto di presentare questo reperto degli inizi della mia carriera, l'ho fatto intitolando il pezzo "La prima cosa bella".  Lo riporto qui sotto.

 

LA PRIMA COSA BELLA

Quella che vi apprestate a leggere, o rileggere, raccolta in unico volume dopo essere stata originariamente proposta in tre puntate, è la settima storia di Zagor da me sceneggiata. Uscì in edicola nel luglio del 1993, a due anni dal mio esordio sulla Collana Zenith, avvenuto nel maggio del 1991. Reputo "L'uomo con il fucile" il racconto con cui sono uscito dall'inevitabile apprendistato che tutti i principianti si trovano a dover superare, cominciando a essere finalmente sicuro dei miei mezzi. Dopo un paio di anni di "rodaggio", insomma, quello fu il primo lavoro che mi lasciò pienamente soddisfatto. A lungo ho indicato questa storia come la mia preferita a chi mi chiedeva quale, fra quelle scritte da me, ritenessi la più bella. Successivamente ho risposto che, forse, “La palude dei forzati” (del 2004) era ancora migliore. Oggi, quando mi si pone la stessa domanda, segnalo magari “Zagor: le Origini” (del 2019), ma insomma il mio podio privato è questo. Il che potrebbe non significare nulla, se non fosse che di solito anche gli appassionati, quando ne discutono fra loro, mettono in fila una classifica non troppo dissimile.

Le mie primissime storie, soprattutto quella d’esordio, “Pericolo mortale” e  la successiva, “L’abbazia del mistero”,  vennero scritte, oggi me ne rendo conto, con verve da “lettore”: volevo inserire tutti quegli elementi nolittiani che tanto mi piacevano nelle avventure che avevo divorato negli anni della fanciullezza e dell’adolescenza, e credevo che avendo Nolitta come modello il resto sarebbe venuto da sé. Però poi, dopo gli iniziali entusiasmi, mi accorsi che sceneggiare Zagor con il piglio del professionista non era per niente facile e di come la stoffa dello sceneggiatore non si misurasse solo su un paio di exploit, ma sulla distanza. Credo che più o meno tutti gli appassionati abbiano una storia “ideale” nel cassetto, magari due, ma lavorando alle prese con un fumetto seriale si tratta di tirar fuori dal cilindro un coniglio dopo l’altro, ininterrottamente per anni, cercando ogni volta di stupire il pubblico. Così. dopo due o tre storie iniziali abbastanza brillanti, ho avuto uno sbandamento e c’è voluto un po’ perché rientrassi in carreggiata, con nuove consapevolezze.  Ho temuto più volte di non essere all'altezza, di esaurire le idee, di non avere le spalle abbastanza larghe per reggere il peso della serialità e dello standard qualitativo bonelliano. A rassicurarmi sul fatto di essere effettivamente tagliato per scrivere Zagor provvide Decio Canzio, il braccio destro di Sergio Bonelli, che si diceva certo delle mie capacità. A farmi da istruttore mi fu invece assegnato Renato Queirolo, editor con gli occhi da nittalopo (“vede gli errori anche al buio”, diceva Mauro Boselli). Renato è stato invece per me come il sergente dei Marines che addestra i suoi allievi con il pugno di ferro, arrivando persino a farsi detestare, ma poi, dopo il giuramento, tutti gli sono grati per aver fatto di loro dei veri soldati. Mentre cercavo ancora la mia strada e imparavo il mestiere, nello staff di Zagor avvenivano grandi rivoluzionamenti. Se ne andavano collaboratori come Marcello Toninelli e Ade Capone, alcuni nuovi sceneggiatori venivano messi alla prova ma si arrendevano, entravano nello staff nuovi disegnatori, alcuni destinati a restare altri, ad andarsene. “L’uomo con il fucile” apparve in edicola subito dopo l’ultima di Toninelli (“La notte del massacro”) e la prima storia di Mauro Boselli apparsa sulla serie regolare, “Ladro di Ombre”, disegnata da Mauro Laurenti, anche lui al suo esordio zagoriano. Da lì in poi io e Mauro saremmo stati, per lungo tempo, i principali sceneggiatori di Zagor e se c’è un punto in cui la serie dello Spirito con la Scure inaugura un nuovo corso è proprio questo.  Poco dopo, Boselli divenne anche il curatore della testata, e lo rimase fino alla fine del 2006, quando presi il suo posto, promosso sul campo da Sergio Bonelli. Successivamente, completamente assorbito da Tex e da Dampyr, Mauro ha smesso di occuparsi di Zagor (salvo scrivere, nel 2021, il team up fra lo Spirito con la Scure e Aquila della Notte), io invece ho continuato fino a oggi, finendo per risultare lo sceneggiatore con più pagine all’attivo, superando in quantità (giammai in qualità) perfino Guido Nolitta. Dicevo del mio iniziale desiderio, praticamente un’illusione, di rifarmi alla lezione nolittiana. Lungo l’arco di oltre trent’anni, dato che con il tempo con il tempo tutto si evolve, ho imparato meglio il mio mestiere, sono stato lasciato progressivamente sempre più libero e  mi sono preso da solo molte libertà, ho cercato di adeguarmi ai tempi, ho ricevuto stimoli diversi e li ho ritrasmessi,  e alla fine ho maturato mia personale “calligrafia”: la mia personalità si è fatta strada ed è emersa.  Accanto a me, a farmi da nume tutelare, ho sempre avuto però una guida d’eccezione: il disegnatore de “L’uomo con il fucile”, Gallieno Ferri, maestro e amico indimenticabile. Le tavole che seguono dimostrano perfettamente la sua capacità di raccontare e di emozionare, un talento che ha segnato intere generazioni di lettori in Italia e nel mondo.

 

 





domenica 16 aprile 2023

POPPE D'APRILE





Sabato primo di aprile 2023 il sito specializzato in critica e informazione fumettistica uBC ha annunciato il varo, previsto per il lunedì successivo, di una nuova rubrica a mia firma intitolata “Poppe a fumetti”, dedicata appunto all’erotismo nei comics, con particolare riferimento alle forme femminili così come sono state cantate dai fumettisti. L’articolo di Marco Gremignai con cui si presentava la coraggiosa iniziativa lo potete leggere per intero cliccando qui:

Eccone un estratto:

Abbiano deciso di creare uno spazio appositamente dedicato a questo argomento “piccante”, esemplificato fin dal titolo. E siamo ben lieti di annunciarvi che è sceso al nostro fianco, come curatore di questa rubrica, un autore e saggista come Moreno Burattini, profondo conoscitore dell’universo fumettistico degli ultimi decenni e sagace critico spesso schierato, nelle pagine del suo blog e dei suoi social network, contro la dittatura imperante del politically correct, della censura e del cosiddetto senso del pudore, ad esempio in questo fondamentale articolo intitolato Erotismo e pornografia. Moreno, inoltre, ha realizzato alcuni fumetti che hanno contribuito a rilanciare il dibattito su queste tematiche, quali ad esempio L’anatomista eretico, Fata Turchina e Occhi di cielo. Siamo quindi ben lieti di lasciargli la parola!
 
Seguiva un mio breve testo, a mo’ di accettazione dell’incarico assegnatomi. Lo riporto qui sotto per intero.
 
LE TETTE LOGORANO CHI NON LE HA
di Moreno Burattini
 
Chi ha scritto i seguenti versi? “Mi perderei nei tuoi seni tremanti / nelle profonde oscurità del tuo corpo soave”. No, non il sottoscritto, noto pornografo, ma Federico Garcia Lorca nella sua poesia Canzone bruna. E questi che seguono? “Dal tuo petto nudo / aperto con le sue cupole gemelle / verso il mare navigavo libero”.  No, non me medesimo, noto erotomane, ma Pablo Neruda, in Epitalamio. Non indaghiamo sul fatto che questi autori di lingua spagnola sembrano tutti fissati (e forse non a caso io ho un nome spagnolo) e veniamo invece a qualcosa che ho scritto davvero io, ovvero un aforisma (fra i tanti sull’argomento) tratti dal mio Mi ritiro per delirare: “Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatte le tette.”
 
Da cultore della materia non potevo dunque esimermi dall’accettare la proposta, pur se indecente (anzi, proprio per quello), di curare questa nuova rubrica di uBC e che io avrei voluto intitolare Seno e coseno per ingannare gli algoritmi censori che, tempo fa, bloccarono addirittura la mia pagina Facebook – come ho spiegato in questo mio articolo intitolato Lettera dal mio giudice – per aver pubblicato una copertina audace di un romanzo di Simenon (cultore della materia più di me).
Seguitemi, dunque, con il vento in poppa, fin da lunedì prossimo quando pubblicherò il primo articolo di questa rubrica!
 
 

 
 
Lunedì 3 aprile, il giorno in cui avrebbe dovuto essere messo online il primo articolo di “Poppe nei fumetti”, uBC svelava che si trattava di un pesce d’aprile. Potete vedere l’annuncio cliccando qui:


Ecco alcuni passaggi del testo.

Ahimè, dobbiamo deludervi… la nostra nuova rubrica Poppe a fumetti era soltanto un Pesce d’aprile, anzi, una vera e propria zingarata.
Ecco cosa è accaduto dietro le quinte, per cercare di trasmettervi non solo il divertimento che ci ha spinti ad architettare questa zingarata, ma anche qualche considerazione più seria. Il 12 gennaio scorso: partendo dalla copertina “censurata” del Lanciostory n° 1 del 1998, viene elaborata una scherzosa cover per una fantomatica rubrica. Poteva finire tutto lì, con una gran risata condivisa con gli altri redattori: e invece, dopo alcuni scambi salaci – e impubblicabili – nella nostra lista interna, ci è venuta l’idea di imbastirci sopra un Pesce d’aprile, chiedendo a Moreno Burattini se accettasse di reggerci il gioco… cosa che Moreno ha fatto immediatamente, dal toscanaccio che è. A questo punto, il dado era tratto: e nei due mesi e mezzo successivi, abbiamo “preparato il terreno” anticipando o spostando l’uscita di altre rubriche, decidendo di non preparare altri pesci d’aprile, segnalando l’uscita di questa nuova rubrica in alcuni articoli… e soprattutto decidendo il taglio da dare al pezzo da pubblicare, con un tono serio(so) che non facesse subodorare subito che si trattasse di una burla – anche se, naturalmente, pensavamo che un articolo un po’ “strano” pubblicato il 1° aprile qualche sospetto lo generasse comunque…
E invece, non solo NESSUNO ci ha scritto “Maddai, non può essere vero, è un Pesce d’aprile…” ma abbiamo ricevuto proposte di collaborazione (!) per eventuali articoli della rubrica e, soprattutto, il pezzo pubblicato sabato a mezzogiorno è stato letto da numeri ENORMI per un sito come il nostro. Un risultato del genere ci ha fatto anche ipotizzare di creare davvero la rubrica: però, lo confessiamo, non ce la sentiamo di imbarcarci in un’avventura del genere, rischiando di tirarci addosso gli strali della censura e/o le crociate di qualche benpensante da tastiera. Un Pesce era e Pesce resterà, quindi… anche se NON chiudiamo la porta a eventuali articoli una tantum che riescano ad analizzare in modo rigoroso certe tematiche “piccanti”, come questo che Moreno Burattini aveva dedicato all’indimenticabile Biancaneve di Leone Frollo. A Moreno, inoltre, lasciamo (di nuovo) l’ultima parola, ringraziandolo nuovamente per averci retto il gioco e apportato credibilità alle nostre “Poppe a fumetti”.

Di nuovo seguiva un mio breve testo, e di nuovo lo riporto qui sotto per intero.

QUALCOSA È ANDATO STORTO
di Moreno Burattini
 
Nel breve testo a mia firma che avete letto per lanciare l’amo nel Pesce d’aprile di uBC, ho accennato a un episodio che mi è capitato dopo aver pubblicato sulla mia pagina Facebook non il resoconto di una mia avventura erotica, non la foto di una pornodiva al lavoro, non una bellezza in topless su una spiaggia, ma la semplice copertina di un romanzo di Georges Simenon (Lettera al mio giudice, tutt’altro che scollacciato) di cui avevo scritto la recensione, come riassumevo in questo mio articolo.
L’andazzo è tale che tra breve non solo non ci meraviglieremo più se, ricevendo in visita a Roma un politico di un paese integralista, dovremo velare le sculture con soggetti nudi esposti nei musei – come è già accaduto – ma se le veleremo tout court anche per i nostri occhi. Le fobie verso il nudo, artistico e no, sono sempre più diffuse (è recente la notizia della censura, in non so quale scuola della Florida, contro il David di Michelangelo) e sono sorrette da un malinteso, ma ormai imperante, senso della political correctness che porta a far sì che – in un sempre crescente numero di occasioni – ci si debba tappare la bocca da soli per non correre il rischio di offendere la sensibilità di qualcuno, per cui le idiosincrasie di alcuni sono ritenute motivo sufficiente per tarpare le ali a molti altri. Secondo me si esagera, ma essendo un bravo ometto mi adeguo all’andazzo: non sia mai che senza volere mi capiti di ferire il prossimo. Come autore satirico (collaboro con Il Vernacoliere di Livorno da molti anni) ero convinto fino a ieri che si potesse scherzare su tutto (accettando di buon grado di venire contraccambiato da chi volesse ridere di me), mentre oggi mi rendo conto che non è più così. Persino Rowan Atkinson ha smesso di fare Mister Bean per questo motivo, dichiarando “Sembra di essere nel Medioevo” come ricordavo in questo altro mio articolo intitolato Dio benedica i clown.
Nel mio breve pezzo introduttivo del primo aprile, che fungeva da esca appesa alla lenza, ho esordito citando i versi di due poeti di lingua spagnola. Chiuderò citando versi miei, anzi, Versacci: sono quelli di un epigramma intitolato “Qualcosa è andato storto”.
 
Pensare che c’è stato il Sessantotto
e nei Settanta ci si è ribellati
al perbenismo ottuso più bigotto
fino a sentirci tutti liberati,
per ritrovarci oggi a censurare
praticamente tutto, a ben guardare.

La morale della favola la traggo in questo ulteriore breve brano inedito, tratto dal mio diario personale (ebbene sì, ne tengo uno privatissimo che aggiorno tutte le sere - e che verrà pubblicato postumo). Il primo di aprile scrivevo:
 
Oggi è il giorno del pesce di aprile organizzato da uBC con la mia complicità: è stata annunciata in pompa magna una rubrica intitolata “Poppe a fumetti”, dedicata alle tette nei comics. Naturalmente è una burla, ma istruttiva perché una rubrica del genere non si potrebbe più fare impunemente e dunque quando, lunedì prossimo, annunceremo che si tratta di uno scherzo sarà come riconoscere che la political correctness ci vieta di fare sul serio. Non so bene chi me lo faccia fare di espormi così invece di stare tranquillo, ma forse è proprio il segno che contro il moralismo sono disposto a schierarmi e a battagliare.
 
 

 
 
Due note in conclusione. La prima: anni fa (nel 2012), anche su questo blog ho tentato un pesce d'aprile, secondo me ben riuscito, con la complicità di Giacomo Michelon e Piero Lusso.  Ecco qui l'annuncio:


e poi la smentita:

 
La seconda: nessuno dei miei amici e conoscenti ha dubitato per un solo secondo che io non fossi in grado di curare davvero una rubrica intitolata "Poppe a fumetti".

domenica 2 aprile 2023

LE CREATURE DEL BUIO


Si è conclusa, con l'uscita della seconda parte, la mia prima storia di Tex scritta per la serie regolare di Aquila della Notte. L'albo n° 749, datato marzo 2023, intitolato "Le creature del buio", chiude infatti la vicenda cominciata sul numero precedente, "La mesa della follia", di cui vi ho già parlato. I disegni sono di Michele Rubini, la copertina è di Claudio Villa. Vengono spiegate le origini dei misteriosi e mostruosi chupacabras, si introduce la figura di un alchimista chiamato Leon Tamaino (che potrebbe essere oggetto di ulteriori indagini), si scopre la sorte della spedizione organizzata dal padre di Dwight e Peyton Hewitt.
 
L'esigentissima platea degli appassionati texiani non ha sgradito la mia prova e non ho sentito troppi fischi dal loggione. Anzi, mi sono giunte numerose attestazioni di apprezzamento, e a Lucca Collezionando ho firmato numerosi albi che i lettori mi hanno portato ad autografare. In molti mi hanno chiesto se avrei scritto altre storie di Tex, c'è chi lo ha auspicato. A tutti ho risposto che se Mauro Boselli mi chiederà di nuovo aiuto io volentieri gli darò tutta la collaborazione che posso. Sceneggiare Tex, l'ho detto più volte, è come venire convocati a giocare in nazionale. Una grande soddidfazione ma anche una grande responsabilità. Naturalmente devo occuparmi di Zagor, e ho il mio bel daffare con lo Spirito con la Scure. Boselli lo sa, perciò può darsi che preferisca non distogliermi da ciò che sto facendo. Però, resto pronto alla convocazione, pur senza sgomitare. 
 
Rigusardo a "La mesa della follia" e a "Le creature del buio" ci sono però da segnalare due strepitose camzini di David Riondino e Maurizio Geri, pubblicate sul canale YouTube  "TG Suite".


 
Ascoltatele e, vi assicuro, vi divertirete! La prima canzone la trovate cliccando qui: 
 

La seconda canzine invece è questa:
 

Ringrazio Riondino e Geri, e applaudo alla loro creatività canora e poetica, oltre che al talento dimostrato nella realizzazione dei videoclip.