martedì 9 novembre 2021

LA SQUAW RAPITA


 

 
Nel 2017 si è svolto a Viddalba, in provincia di Sassari, il primo Rendez-Vous degli Amici di Zagor, organizzato da un gruppo di appassionati capitanati dal bravo Fausto Serra. La location del raduno, che si è ripetuto nel 2018 e nel 2019, è assolutamente straordinaria, tale e quale alla foresta di Darkwood. Potete vedere una carrellata di foto (e leggere, se volete, il resoconto di uno degli eventi) cliccando qui:


Per l'edizione 2020 era previsto un albetto a fumetti da distribuire tra i partecipanti, con una storia ambientata appunto in rendez-vous dei trapper dell'epoca zagoriana. Poi, la pandemia ci ha esso lo zampino e la pubblicazione non è uscita fino alla Lucca Comics del 2021, in occasione della quale è stato finalmente stampato, in attesa del raduno 2022. 

L'idea alla base dello spillato che vedete nella foto è stata quella di affidare la realizzazione a una squadra di undici autori: il sottoscritto (sceneggiatore) e dieci grandi disegnatori, chiamati ciascuno a illustrare una tavola. A motivare gli undici, appunto la partecipazione a uno o più dei rendez-vous sardi, l'entusiasmo per l'esperienza vissuta e l'amicizia verso gli organizzatori. Tutti hanno, insomma, lavorato gratis per dar vita a un fumetto (almeno nei disegni) di assoluta qualità. Zagor non c'è, per ovvii motivi, ma l'ambientazione e il tenore del racconto sono compatibili con la zagorianità.
 
Il titolo del breve racconto è "La squaw rapita" ed ecco i nomi dei dieci disegnatori, in ordine di apparizione: Walter Venturi (autore anche della copertina), Antonio Lucchi, Bane Kerac, Marcello Mangiantini, Marco Ghion, Mauro Laurenti, Antonello Becciu, Lola Airaghi, Tino Adamo, Alessandro Piccinelli. Gli artisti del pennello sono stati coordinati da Emiliano Longobardi, e hanno fatto (tutti) un magnifico lavoro, assolutamente armonico nonostante la diversità degli stili. Una gioia per gli occhi.

Chi volesse acquistare l'albetto (12 pagine, 5 euro) deve contattare Fausto Serra con email su info@amicizagoriani.org, oppure whattsapp 3351809403.
 
 

 

sabato 6 novembre 2021

LA DIVINA COMMEDIA SECONDO CATTIVIK

 
 
 
 

Moreno Burattini

Giorgio Sommacal
LA DIVINA COMMEDIA SECONDO CATTIVIK
Edizioni Astragalo
88 pagine, 10 euro


Nel mio blog "Freddo cane in questa palude", una volta (nel 2916), ho parlato della trilogia"dantesca" di Cattivik realizzata negli anni Novanta da me e da Giorgio Sommacal, e ho scritto così: "Fra i tanti sogni nel cassetto ne ho uno che, per ora, non si è mai avverato: veder pubblicata in un unico albo la parodia della Divina Commedia pubblicata in tre parti su altrettanti albi di Cattivik ". Cliccando sul link qui sotto troverete anche il rimando a un saggio di Renato Pallavicini proprio sull'argomento.
 

In occasione del 700° anniversario della morte del Sommo Poeta, nel 2021, il desiderio si è avverato grazie alle edizioni Astragalo (in accordo con Silver/Mck) e a una mostra allestita al Forte di Bard, dedicata agli omaggi di fumettisti di tutto il mondo al poema del fiorentino, intitolata "Nel segno di Dante" (a cura di Bruno Testa e Paola Persello).

 
 

 
 
Si tratta di una edizione limitata (settecento copie, tante quanti gli anni dell'anniversario), con tre tavole realizzate ex novo da Sommacal su testi miei, a unire le storie originarie. Abbiamo presentato il volume proprio al Forte di Bard, nel crso di un incontro con il pubblicuto riuscito piuttosto divertente.

 
 
 
Rileggendo la trilogia mi pare che faccia molto ridere (grazie soprattutto alla strepitosa vis comics dei disegni di Giorgio) ma mi rendo conto di come all'epoca ci si potessero prendere molte più libertà di adesso. Oggi non si può più scherzare così serenamente.
 

Del resto, negli anni Novanta, oltre a scrivere storie per Cattivik, mi trovai anche a gestire le rubriche dell'albo che usciva mensilmente in edicola: mi inventai uno pseudonimo, Gustavo La Fogna, con cui rispondevo alle missive dei lettori e curavo rubriche come "Queste cose non si fanno" (in cui suggerivo scherzi terrificanti da fare agli amici, o forse ai nemici) e "Il dizionario degli insulti" (dove proponevo epiteti pittoreschi con cui insultare il prossimo - ovviamente in chiave spiritosa). Credo che oggi nessuna testata per ragazzi accetterebbe rubriche del genere. Ma erano altri tempi.
 
Di queste rubriche e della mia collaborazione con Cattivik ho scritto qui
 
 
e qui
 
 
Ne ho parlato anche in un illustratissimo video del mio canale YouTube:

https://youtu.be/Ay4r0kxdfD4

Nella foto d'epoca che vedete qui sotto, scattata nel 1992, vedete lo staff di Cattivik: da sinistra a destra  il sottoscritto, Giorgio Sommacal, Paolo Di Orazio, Massimo Bonfatti, Giacomo Michelon e Vincenzo Perrone.


Sul n° 16 di Cattivik, datato gennaio 1991, uscì la prima storia del malefico personaggio sceneggiata dal sottoscritto e illustrata da Giorgio Sommacal (con me nelle due foto che seguonbo) intitolata “Incontri ravvicinati”. In seguito, la nostra accoppiata si sarebbe riproposta per una ventina di storie e si interruppe solo perché io fui costretto a occuparmi di altri personaggi (Lupo Alberto e Zagor soprattutto). Va detto che inizialmente Giorgio scriveva da solo i propri testi, e lo faceva, in verità, parecchio bene; tuttavia, essendo necessaria una notevole e costante produzione di nuove storie, fu giocoforza per lui ricorrere all’aiuto di uno scrittore. 

 

Credo di poter dire che Giorgio si sia trovato particolarmente bene, nel collaborare con me, nonostante all’epoca fossi un giovane sceneggiatore alle prime armi. Immagino sia stato per questo che, all’inizio del 1992, mi parlò di un progetto che aveva nel cassetto. “Ho avuto l’idea per una storia, che però non riesco a far quagliare. Ecco i miei appunti: ce la fai a tirarne fuori qualcosa?”. Giorgio mi passò alcuni fogli con dei disegni abbozzati alla buona: mi resi conto che si trattava di spedire Cattivik nientemeno che all’Inferno. Mi parve una trovata magnifica: per un eroe dissacrante come il Genio del Male bonviano, quale miglior cimento che dissacrare il sacro poema? Cominciai a lavorarci su. Diedi struttura e consistenza al racconto, escogitai gag, battute e giochi di parole, sottoposi il tutto a Silver che approvò, e Sommacal si mise al lavoro. La storia, a cui venne dato il titolo di “Un’avventura infernale”, uscì sul n° 32 di Cattivik, datato maggio 1992.
 
 

 

Mi è stato chiesto perché abbia dato a Dante Alighieri le sembianze di un vecchio poeta scacciato da un ospizio. La risposta è questa: negli anni del liceo mi divertivo a mettere in parodia, con vignette e disegni destinati ad allietare (o tormentare) i miei compagni di classe, gli argomenti di studio. Una volta, in questi miei esercizi umoristici, mi capitò di ironizzare sul fatto che Ovidio e Dante, poeti su cui eravamo chiamati ad applicarci, fossero stati mandati in esilio: immaginai che il vero motivo della loro cacciata fosse l’insofferenza di chi li udiva declamare versi ad alta voce e a ogni piè sospinto. Mi pareva ovvio che, dopo aver sentito l’Alighieri recitare per l’ennesima volta i propri componimenti, i fiorentini esasperati avessero detto “basta” e spingendolo fuori dal portone. Memore di questa mia trovata di gioventù, trasformai Dante in un vecchietto messo al bando dai residenti della sua stessa casa di riposo, che non ne potevano più di udir ripetere endecasillabi a tutte le ore del giorno e della notte. Va detto che, nonostante ci scherzassi su, sono sempre stato (anche ai tempi di scuola, voglio dire) un cultore del Sommo Poeta. Durante i miei studi universitari (fatti a Firenze) ricordo un esame di filologia dantesca che mi entusiasmò. 
 

 
 
In seguito, ho riversato le mie conoscenze e il mio amore verso la Divina Commedia anche in una storia di Dampyr, un personaggio della Sergio Bonelli Editore creato da Mauro Boselli e Maurizio Colombo: lo Speciale n° 12 (2016) si intitola, non a caso, “La porta dell’inferno”. Grazie agli spettacolari disegni di Fabrizio Longo ho infatti precipitato il protagonista negli inferi danteschi. Ne parlo qui:
 
 
Un’avventura infernale” fu l’occasione per citare un’altra parodia dantesca, L’Inferno di Topolino di Guido Martina e Angelo Bioletto (1949), ma anche per far vedere tra i dannati controfigure di alcuni celebri cattivi dei fumetti, come Stanislao Moulinsky (l’antagonista di Nick Carter, altra creatura di Bonvi), la Banda Bassotti e il terzetto dei Fratelli Dalton (nemici di Lucky Luke).

Un anno dopo, visto il successo del racconto realizzato con Sommacal, mi parve giusto proporre a Silver un viaggio in Paradiso. In questo caso, il pensionato Dante viene lasciato nella sua casa di riposo. Per capire certe battute, a distanza di anni, bisogna ricordare la canzone “Benvenuti in paradiso” di Antonello Venditti o rammentare quanto la pop star Madonna imperversasse nel 1993.

A questo punto, fatto trenta fu d’uopo fare trentuno: perché, mi chiesi, non completare la parodia delle tre cantiche dantesche? Con “Cattivik in Purgatorio”, datato 1994, si torna a fare più precisi e puntuali rimandi alla “Divina Commedia”, dato che il navigatore solitario che sbarca su un’isola oltre le Colonne d’Ercole si chiama Ulisse proprio in memoria del canto XXVI dell’Inferno, là dove si racconta la sorte del Re di Itaca partito all’esplorazione dell’”alto mare aperto”. L’Ulisse dantesco naufraga contro la “montagna bruna” del Purgatorio esattamente come il compagno di viaggio di Cattivik nella parodia mia e di Sommacal. Il riferimento è alle imprese di navigazione in solitaria di Ambrogio Fogar ma, soprattutto, di Giovanni Soldini che, per le sue imprese marinaresche, era, in quegli anni, sulla cresta dell’onda (se mi si perdona la battuta). Agli esegeti più attenti il compito di scoprire altre citazioni, allusioni, riferimenti. Le tre avventure oltretombali del Genio del Male vengono qui raccolte in un unico volume collocate nell’ordine logico del viaggio dantesco. Probabilmente, se Dante lo avesse potuto leggere si sarebbe oltremodo impermalito e, con ogni probabilità, avrebbe mandato me e Sommacal all’inferno.

venerdì 5 novembre 2021

ZAGOR IN AUDIOLIBRO

 


 
 
La notizia è che dal 5 novembre 2021 sono disponibili sulla piattaforma Storytel "La capanna nella palude" e "Cavalli bradi", due nuovi audiolibri di Zagor firmati dal sottscritto e letti da Dario Sansalone. 
 
 
Gli audiolibri zagoriani arrivano dunque a quattro (tre opera mia) e presto se ne aggiungeranno altri due (arrivando a sei). Non male, per un eroe dei fumetti. Quali sono i due precedenti, già usciti? E' vero, qui sul blog non ve ne ho parlato. Facciamo dunque un salto indietro.
 
Nella puntata dello scorso agosto della mia rubrica "I Tamburi di Darkwood", ospitata ogni mese su Zagor,  scrivevo così.
 
Dal 9 luglio è in distribuzione la versione letta dall’attore Dario Sansalone di “The Young Zagor”, il romanzo di Davide Morosinotto originariamente pubblicato su carta nel 2018. Partner della Sergio Bonelli Editore in questa avventura è Storytel, la prima piattaforma europea di audiolibri e podcast (con un catalogo che supera i centomila titoli). Se vi state chiedendo come sia possibile tradurre in suoni un fumetto di Zagor, provate a immaginare di poter ascoltare il racconto di una delle nostre storie mentre state guidando in autostrada, o siete impegnati in cucina o svolgete una attività manuale, come di solito si fa sentendo una trasmissione radiofonica (per non parlare dell’aiuto che gli audiolibri forniscono agli ipovedenti). “The Young Zagor”, peraltro, oltre che essere un romanzo molto avvincente, riveste una particolare importanza nella saga dello Spirito con la Scure perché racconta dell’adolescenza del nostro eroe e svela l’origine del suo nome e del suo grido di battaglia.  In maggio Storytel aveva già distribuito la lettura di “The Young Martin Mystére”, un romanzo di Pierdomenico Baccalario dedicato alla gioventù del Detective dell’Impossibile, mentre altri titoli giungeranno in seguito (anche zagoriani). Per ascoltare questi audiolibri basta scaricare l’app di Storytel.
 
Invece, sullo Zagor del mese di novembre aggiungo quel che potete leggere qui di seguito,
 
Dal giorno 11 ottobre è in distribuzione sulla piattaforma Storytel un nuovo audiolibro dedicato alle avventure dell’eroe di Darkwood! Ricorderete, forse, che in luglio venne messa on line la versione letta dall’attore Dario Sansalone di “The Young Zagor”, il romanzo di Davide Morosinotto pubblicato su carta nel 2018.  Adesso è la volta de “Le mura di Jericho”, una avventura “in prosa” dello Spirito con la Scure uscita originariamente a puntata negli anni Novanta sulla rivista “Darkwood Monitor”.  Si tratta di un mix di avventura, western, giallo, mistero e azione che potrete ascoltare grazie sempre a Sansalone.
 
Per saperne di più su "Le mura di Jericho"potete leggere qui.
C'è stata anche una seconda edizione rivista e corretta con l'aggiunta di due altri racconti. Ne parlo qui (esiste anche una edizione brasiliana).



Il racconto "Cavalli bradi" è comparso nell'antologia di miei racconti inquieti "Dall'altra parte".
Ne parlo qui.




Riguardo il mio (felice) rapporto con gli audiolibri, una volta ho scritto questo articolo.
 

Per promuovere "Le mura di Jericho" in versione audio ho realizzato un video pubblicato sul canale Youtube della Bonelli. Potete vederlo qui.

 
 

 
 
 

 Se volete giungere al sito della Storytel, ecco il link.
 
 
E con ciò, credo di avervi dato tutti gli elementi per valutare.
 
 
 

giovedì 4 novembre 2021

IL CODICE FERRUCCI

 


E' uscito in edicola il 21 ottobre 2021 lo Speciale Dampyr n° 17, intitolato "Il codice Ferrucci". I testi sono miei, i disegni di Fabrizio Russo, la copertina di Enea Riboldi. Si tratta della mia seconda storia di Harlan Draka dopo quella di un altro Speciale, "La porta dell'inferno", del 2016.  Di questo precedente ho parlato a qui.

http://morenoburattini.blogspot.com/2016/11/la-porta-dellinferno.html

Ne “La porta dell’inferno”, grazie ai bei disegni di Fabrizio Longo, avevo spedito Dampyr nella “città dolente” dantesca, facendogli attraversare tutti i cerchi infernali. Il racconto ebbe una certa eco, come dimostrano le foto, gli articoli e le recensioni che potete trovare qui.

http://morenoburattini.blogspot.com/2019/01/nel-profondo-dellinferno.html


 
 

 
A distanza di cinque anni, esortato da Mauro Boselli a scrivere un nuovo episodio dampyriano, ho proposto di riportare Harlan a Firenze e fargli incontrare di nuovo il professor Alessio Montanari, che aveva fatto da Virgilio al cacciatore di vampiri in giro per le bolge. Il nome Alessio Montanari ricorda da vicino quello di Alessandro Monti, storico fiorentino, che all’epoca de “La porta dell’inferno” mi aveva fatto da consulente, in nome della nostra vecchia amicizia, riguardo ai codici medievali, ai palinsesti, alle ricerche nelle biblioteche con i manoscritti più antichi. “Per ringraziarti dell’aiuto, darò il tuo nome (quasi) a un professore che si vede nell’albo”, gli avevo detto. E già che c’ero, ho passato al disegnatore qualche suo foto perché usasse anche la sua faccia. 
 

 
Non credevo, nel 2016, che Alessio Montanari si sarebbe rivisto sulle pagine di Dampyr. Invece, Alessandro Monti si è trasformato in un personaggio dei fumetti a tutto tondo. Parlo di “vecchia amicizia” perché Alessandro è stato uno dei fondatori della fanzine “Collezionare” su cui ho mosso i miei primi passi nel mondo del fumetto, ed è il coautore, con me e Francesco Manetti, del saggio su Zagor uscito come numero monografico di quella rivista, il primo vero testo critico sullo Spirito con la Scure. Ho raccontato tutto qui:

http://morenoburattini.blogspot.com/2010/12/quattro-amici-e-un-club.html


 
 
Avendo avuto da Mauro Boselli il benestare su un ritorno a Firenze di Dampyr, gli ho proposto allora un racconto legato alla figura di un personaggio storico a me molto caro: Francesco Ferrucci. Caro perché il generale commissario fiorentino morì il 3 agosto 1530 nella battaglia di Gavinana, paese della montagna pistoiese in cui, 432 anni dopo, sono nato io. 
 
 
 

 
Gli avvenimenti che precedono e seguono la battaglia di Gavinana sono assolutamente interessanti. I personaggi storici, la posta in gioco, gli atti di eroismo, le imprese avventurose, il presunto tradimento, le conseguenze sulle vicende future rendono la storia dell’Assedio di Firenze una trama talmente romanzesca che sarebbe perfetta per un kolossal cinematografico. Francesco Ferrucci combatteva in mezzo ai soldati, guidandoli personalmente all’attacco, dando coraggio ed incitandoli, trascinandoli come nessun altro mai, ed era per questo amatissimo dai suoi uomini. 
 

 
 
Non solo: era uno stratega di genio e riusciva, con poche truppe e pochi mezzi, a vincere battaglie perse sulla carta, battendo nemici dalle forze soverchianti. Per questo gli Imperiali di Carlo V lo temevano.



Nella battaglia di Gavinana si affrontarono tremilacinquecento soldati della Repubblica fiorentina di fronte a diecimila imperiali. La posta in gioco era la libertà di Firenze contro il ritorno dei Medici scacciati dalla città tre anni prima. Al comando delle truppe repubblicane, c’era appunto il Ferrucci, nel cui genio militare erano riposte le ultime speranze della città stretta d’assedio da quasi un anno. La battaglia durò un’intera giornata, tra i boschi di castagni subito a valle del borgo fortificato, attorno alle mura del castello, nelle vie del paese.  Durante i combattimenti, il comandante degli imperiali, Filiberto di Chalons, principe d’Orange, già capo dei lanzichenecchi durante il Sacco di Roma del 1527, si trovò improvvisamente isolato e cadde ucciso.  
 

 
 
Alla testa degli imperiali salì allora un mercenario del Regno di Napoli, Fabrizio Maramaldo, una vecchia conoscenza del Ferrucci, da cui era stato più volte umiliato e sconfitto. Ma anche Francesco Ferrucci, che combatteva corpo a corpo alla testa dei suoi uomini, restò colpito. Ricoverato ferito in una capanna, venne fatto trascinare nella piazza del paese, dove Maramaldo volle finirlo personalmente. “Vile, tu uccidi un uomo morto” (“tu dai a un morto”, secondo altre fonti) disse il Ferrucci. Da allora, “fare il Maramaldo” o “maramaldeggiare” significa infierire su chi non si può difendere. Senza il loro comandante, i fiorentini, a cui in un primo momento sembrò arridere la sorte, vennero travolti dal preponderante numero dei nemici e la battaglia si concluse con la loro disfatta.
 

 
 
Il caso vuole che Alessandro Monti, divenuto uno storico dopo l’esperienza di “Collezionare”, sia il massimo esperto vivente sui fatti di Gavinana e sulla vita del Ferrucci. Ha scritto numerosi libri, articoli, saggi sull’argomento. Più che il caso, sospetto che il fatto di essere venuto più volte ospite a casa mia sulla montagna pistoiese abbia suscitato in lui l’interesse per la materia. Quindi, riportarlo sulle pagine di Dampyr trattando dell’Assedio di Firenze era giusto e doveroso. E in questa seconda storia, in effetti, il professor Alessio Montanari si rivela risolutivo nel venire a capo di un enigma legato all’ultima lettera del Ferrucci, scritta (nella finzione romanzesca) nella capanna dove era stato ricoverato ferito. Scritta in codice, peraltro, perché (fatto storico) le lettere del capitano fiorentino erano cifrate. Proprio il Monti mi ha fatto avere la riproduzione fotografica del cifrario, custodito nell’Archivio di Stato a Firenze, con cui si possono decifrare le missive criptate. Il cifrario lo si vede anche nell’albo a fumetti. Alessandro ha fornito anche una costante consulenza durante la realizzazione della storia. Al di là della trama immaginaria legata ai vampiri e a un oggetto magico, il contesto storico è stato ricostruito piuttosto fedelmente. Ho fornito al bravo Fabrizio Russo tutta la documentazione possibile, che il disegnatore ha saputo ben utilizzare. Sono stati fatti riferimenti a tutta una serie di misteri reali: l’oscura missione di cui fu incaricato l’ambasciatore fiorentino Sacchetti presso il sultano a Costantinopoli, la scomparsa degli oggetti personali lasciati dal Ferrucci a Pisa, la morte di Giampaolo Orsini di cui si persero le tracce durante l’assedio di Perpignan. Reale è anche il furore religioso di molti fiorentini del periodo post-savonaroliano. 



Lo Speciale Dampyr è stato presentato il 30 ottobre a Gavinana, presenti le autorità e un folto pubblico. Il disegnatore Russo ha regalat due sue tavole al museo ferrucciano (attualmente in restauro e che vede il Monti nel comitato scientifico). Ho dedicato all’albo un video pubblicato sul mio canale YouTube. Lo potete vedere qui

https://youtu.be/UCps3i-z6XE

Una curiosità: nel 2015 è rimsta in cartellone a Gavinana, per ben sei mesi, una mostra organizzata dall'Ecomuseo e della Provincia di Pistoia, dedicata ai miei primi 25 anni di carriera. La locandina, realizzata da Walter Venturi, mostra Francesco Ferrucci e Zagor fianco a fianco. Ne ho parlato qui.


E poi qui.