venerdì 2 giugno 2023
LO SPIRITO DEL LUPO
venerdì 21 aprile 2023
LA PRIMA COSA BELLA
Il 3 marzo 2023 è uscito in edicola il settimo numero della collana trimestrale "Le grandi storie Bonelli". E' il terzo dedicato a Zagor. Le altre uscite hanno riguardato Tex, Mister No e Martin Mystère. Si tratta di "balenotteri" di lunghezza variabile che ripropongono in edicola, raccolte in un solo volume, avventure a fumetti di eroi bonelliani uscite originariamente su più albi. Il recupero riguarda racconti considerati "cult" o "must" o che comunque hanno lasciato il segno, e che a distanza di anni non è facilre recuperare. La serie venne varata nel 2021 in previsione dell'albo speciale con il team-up fra Tex Willer e Zagor: serviva preparare quell'evento rinfrescando la memoria dei lettori a proposito di due storie in cui lo Spirito con la Scure era andato in Texas e alle quali Mauro Boselli, sceneggiatore sia di quelle che dell'incontro fra l'ex Re di Darkwood e i futuro Aquila della Notte, voleva riallacciarsi. Si trattava di "Comancheros" e "Fratelli di sangue", avventure apparse per la prima volta nella Collana Zenith nel 1995 e nel 1999.
Dopo due "classici non nolittiani" scritti da Mauro Boselli, e dopo aver ceduto il testimone ad altri personaggi della Casa editrice, "Le grandi storie Bonelli" è tornata a occuparsi di Zagor e l'ha fatto ristampando un mio racconto datato 1993, "L'uomo con il fucile", appunto, disegnato da Gallieno Ferri. Combinazione vuole che in questa pfrimavera sia uscita anche la riproposta di un'altra storia del mio passato (anche se meno remoto), intitolsata "La palude dei forzati" e pubblicata in un volume da libreria.
Ne parlo in quresto video che potete trovare su YouTube.
La formula della collana prevede anche una introduzione scritta dallo sceneggiatore, e quando mi hanno chiesto di presentare questo reperto degli inizi della mia carriera, l'ho fatto intitolando il pezzo "La prima cosa bella". Lo riporto qui sotto.
LA PRIMA COSA BELLA
Quella che vi apprestate a leggere, o rileggere, raccolta in unico volume dopo essere stata originariamente proposta in tre puntate, è la settima storia di Zagor da me sceneggiata. Uscì in edicola nel luglio del 1993, a due anni dal mio esordio sulla Collana Zenith, avvenuto nel maggio del 1991. Reputo "L'uomo con il fucile" il racconto con cui sono uscito dall'inevitabile apprendistato che tutti i principianti si trovano a dover superare, cominciando a essere finalmente sicuro dei miei mezzi. Dopo un paio di anni di "rodaggio", insomma, quello fu il primo lavoro che mi lasciò pienamente soddisfatto. A lungo ho indicato questa storia come la mia preferita a chi mi chiedeva quale, fra quelle scritte da me, ritenessi la più bella. Successivamente ho risposto che, forse, “La palude dei forzati” (del 2004) era ancora migliore. Oggi, quando mi si pone la stessa domanda, segnalo magari “Zagor: le Origini” (del 2019), ma insomma il mio podio privato è questo. Il che potrebbe non significare nulla, se non fosse che di solito anche gli appassionati, quando ne discutono fra loro, mettono in fila una classifica non troppo dissimile.
Le mie primissime storie, soprattutto quella d’esordio, “Pericolo mortale” e la successiva, “L’abbazia del mistero”, vennero scritte, oggi me ne rendo conto, con verve da “lettore”: volevo inserire tutti quegli elementi nolittiani che tanto mi piacevano nelle avventure che avevo divorato negli anni della fanciullezza e dell’adolescenza, e credevo che avendo Nolitta come modello il resto sarebbe venuto da sé. Però poi, dopo gli iniziali entusiasmi, mi accorsi che sceneggiare Zagor con il piglio del professionista non era per niente facile e di come la stoffa dello sceneggiatore non si misurasse solo su un paio di exploit, ma sulla distanza. Credo che più o meno tutti gli appassionati abbiano una storia “ideale” nel cassetto, magari due, ma lavorando alle prese con un fumetto seriale si tratta di tirar fuori dal cilindro un coniglio dopo l’altro, ininterrottamente per anni, cercando ogni volta di stupire il pubblico. Così. dopo due o tre storie iniziali abbastanza brillanti, ho avuto uno sbandamento e c’è voluto un po’ perché rientrassi in carreggiata, con nuove consapevolezze. Ho temuto più volte di non essere all'altezza, di esaurire le idee, di non avere le spalle abbastanza larghe per reggere il peso della serialità e dello standard qualitativo bonelliano. A rassicurarmi sul fatto di essere effettivamente tagliato per scrivere Zagor provvide Decio Canzio, il braccio destro di Sergio Bonelli, che si diceva certo delle mie capacità. A farmi da istruttore mi fu invece assegnato Renato Queirolo, editor con gli occhi da nittalopo (“vede gli errori anche al buio”, diceva Mauro Boselli). Renato è stato invece per me come il sergente dei Marines che addestra i suoi allievi con il pugno di ferro, arrivando persino a farsi detestare, ma poi, dopo il giuramento, tutti gli sono grati per aver fatto di loro dei veri soldati. Mentre cercavo ancora la mia strada e imparavo il mestiere, nello staff di Zagor avvenivano grandi rivoluzionamenti. Se ne andavano collaboratori come Marcello Toninelli e Ade Capone, alcuni nuovi sceneggiatori venivano messi alla prova ma si arrendevano, entravano nello staff nuovi disegnatori, alcuni destinati a restare altri, ad andarsene. “L’uomo con il fucile” apparve in edicola subito dopo l’ultima di Toninelli (“La notte del massacro”) e la prima storia di Mauro Boselli apparsa sulla serie regolare, “Ladro di Ombre”, disegnata da Mauro Laurenti, anche lui al suo esordio zagoriano. Da lì in poi io e Mauro saremmo stati, per lungo tempo, i principali sceneggiatori di Zagor e se c’è un punto in cui la serie dello Spirito con la Scure inaugura un nuovo corso è proprio questo. Poco dopo, Boselli divenne anche il curatore della testata, e lo rimase fino alla fine del 2006, quando presi il suo posto, promosso sul campo da Sergio Bonelli. Successivamente, completamente assorbito da Tex e da Dampyr, Mauro ha smesso di occuparsi di Zagor (salvo scrivere, nel 2021, il team up fra lo Spirito con la Scure e Aquila della Notte), io invece ho continuato fino a oggi, finendo per risultare lo sceneggiatore con più pagine all’attivo, superando in quantità (giammai in qualità) perfino Guido Nolitta. Dicevo del mio iniziale desiderio, praticamente un’illusione, di rifarmi alla lezione nolittiana. Lungo l’arco di oltre trent’anni, dato che con il tempo con il tempo tutto si evolve, ho imparato meglio il mio mestiere, sono stato lasciato progressivamente sempre più libero e mi sono preso da solo molte libertà, ho cercato di adeguarmi ai tempi, ho ricevuto stimoli diversi e li ho ritrasmessi, e alla fine ho maturato mia personale “calligrafia”: la mia personalità si è fatta strada ed è emersa. Accanto a me, a farmi da nume tutelare, ho sempre avuto però una guida d’eccezione: il disegnatore de “L’uomo con il fucile”, Gallieno Ferri, maestro e amico indimenticabile. Le tavole che seguono dimostrano perfettamente la sua capacità di raccontare e di emozionare, un talento che ha segnato intere generazioni di lettori in Italia e nel mondo.
domenica 16 aprile 2023
POPPE D'APRILE
Eccone un estratto:
Ecco alcuni passaggi del testo.
Ahimè, dobbiamo deludervi… la nostra nuova rubrica Poppe a fumetti era soltanto un Pesce d’aprile, anzi, una vera e propria zingarata.
Di nuovo seguiva un mio breve testo, e di nuovo lo riporto qui sotto per intero.
QUALCOSA È ANDATO STORTO
La morale della favola la traggo in questo ulteriore breve brano inedito, tratto dal mio diario personale (ebbene sì, ne tengo uno privatissimo che aggiorno tutte le sere - e che verrà pubblicato postumo). Il primo di aprile scrivevo:
domenica 2 aprile 2023
LE CREATURE DEL BUIO
domenica 12 marzo 2023
LA BANDA DEGLI ASSASSINI
Gianni Sedioli |
La storia, per forza di cose, ha dovuto preverdere una trama piuttosto semplice, dato che 94 tavole sono poche, per una storia di Zagor (come ben sanno i lettori, ma ancor di più gli autori). Tuttavia, è venuto fuori un racconto di pura azione piuttosto adrenalico, come appunto scriveva il commentatore su Twitter. Soprattutto, è qualcosa di molto western, così da accontentantare i tanti amanti del genere che mal sopportano le storie pià horror o con elementi fantastici (che pure fanno parte della tradizione fin dall'inizio della serie, come mi capita di ripetere spesso).
Un altro commentatore, sempre su Twitter, fa notare, come potete leggere più sotto, che nel mese di marzo sono in edicola sia con un mio albo di Zagor che con un albo di Tex, impresa riuscita (pare) a pochi nella lunga storia della Bonelli (non so se sia vero, ma pare io sia il quinto). Di Tex parleremo sul prossimo post di questo blog.
domenica 26 febbraio 2023
LA PALUDE DEI FORZATI
sabato 25 febbraio 2023
LA MESA DELLA FOLLIA
E' uscito il mio primo albo di Tex sulla serie regolare di Aquila della Notte. Si tratta del n° 748, datato febbraio 2023, intitolato "La mesa della follia", prima parte di una avventura che si concluderà nel prossimo albo, "Le creature del buio". I disegni sono di Michele Rubini, la copertina è di Claudio Villa.
Un esordio, il mio, giunto dopo che ho da poco compiuto sessant'anni e
lavoro nel mondo dei fumetti da quasi trentacinque: insomma, dovrei
essere ormai rodato, aver fatto più volte il tagliando e la revisione,
eppure mi sono emozionato come un remigino il primo giorno di scuola.
Essere chiamati a scrivere Tex è come venire convocati in Nazionale,
anche se si milita in una squadra di club di alta classifica (nel mio
caso, Zagor). L'emozione è stata rafforzata poi dal fatto di dovermi
confrontare con un pubblico nuovo, attento ed esigente come quello che
segue il ranger bonelliano.
Tuttavia, non è la prima volta che mi approccio ad Aquila della Notte. Ho già pubblicato quattro storie brevi apparse in altrettanti Color Tex. La prima fu "Incontro a Tularosa" (Color Tex n° 6, 2014), illustrata dall' "americano" Giuseppe Camuncoli. In una tavola di questo racconto, che Camuncoli mi ha regalato, sembra che Tex muoia ucciso in duello. Nessuno ci ha creduto per più di un secondo, ma mi parve una buona trovata. Sono seguiti poi, negli anni, altri tre racconti di trentadue tavole ciascuno, disegnati nell'ordine da Michele Rubini, Raffaele Della Monica e Frederic Volante.
La storia breve illustrata da Michele Rubini, appasa sul Tex Color n° 10 (2016), è particolarmente importante in relazione a "La mesa della follia". Si intitola infatti "Chupacabras!" (ne ho parlato qui). Dato che di queste creature del folklore e delle leggende messicane (studiate da quella pseudoscienza che prende il nome di "criptozoologia") non si era mai trattato nella saga di Tex, che io rammentassi, proposi di farne impiombare qualcuna ad Aquila della Notte e Mauro Boselli accettò di buon grado. Rubini diede vita a dei chupacabras straordinari. Perciò, sia io che Mauro ci siamo continuati a dire, di tanto in tanto, che in fondo era un peccato che quei mostri si vedessero soltanto nelle poche pagine di quelle storia breve, mentre l'argomento si prestava a venire sviluppato meglio e di più.
Quando a un certo punto si è trattato di dover affidare una nuova sceneggiatura a Michele, Mauro mi ha chiesto di scriverla io. Così è nata "La mesa della follia", che prova a spiegare l'origine dei chupacabras e delle loro incredibili caratteristiche, tirando in ballo (su precisa indicazione boselliana) El Morisco. Per me, un invito a nozze: da sempre le mie storie di Tex preferite sono state quelle con il brujo di Pilares, e il primo albo che ricordo di aver letto fu "Il signore dell'abisso". Sono conteto che la cover di Villa sembri citare proprio quel racconto di G.L.Bonelli e Guglielmo Letteri.
Rimanderò al prossimo mese un commento complessivo all'avventura. Lasciatemi solo aggiungere che c'è un'altra storia texiana a mia firma uscita prima de "La mesa della follia", ed è una breve avventura pubblicata in formato orizzontale (sei albetti) insieme ai primi numeri della ristampa anastatica delle strisce di Tex che escono in edicola insieme al Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport. Il racconto si intitola "Il ponte minato", ed è stato disegnao da Rodolfo Torti. In più, esiste una mia sceneggiatura di 128 tavole, ancora inedita, affidata a Marco Torricelli: non so dire quando e dove verrà pubblicata, ma prima o poi sicuramente vedrà la luce. Il che porta il totale del mio contributo a Tex a quota a sette storie.
C'è però un altro contributo che credo di aver dato nel corso degli anni, ed è quello legato alla mia attività di saggista. Sono davvero innumerevoli gli articoli e i libri che ho scritto riguardo il ranger bonelliano. Mia è l'introduzione dell'Oscar Mondadori che ristampa "Il passato di Tex", e poi contunuare citando i cinque volumi dell'enciclopedia texiana "Cavalcando con Tex" o i fascicoli allegati alle statuette del mondo di Tex distribuite anni fa un edicola. Se cliccate sul tasto sotto il titolo del blog con la scritta "I miei libri" potrete trovare un elenco (spero) abbastanza aggiornato. Per concludere, vi mostro una foto che mi vede a Narni con Michele Rubini (a sinistra) e Mauro Laurenti. Grazie Michele per le tue tavole grandiose.
venerdì 24 febbraio 2023
CAMPO NEMICO