venerdì 26 agosto 2016

COVER BOY



E così, la grande attesa è finita. Il sito della Sergio Bonelli Editore ha rivelato il nome del nuovo copertinista di Zagor, quello chiamato a raccogliere l'eredità di Gallieno Ferri (un'impresa praticamente impossibile, che si può solo sperare di realizzare in parte). Si tratta di Alessandro Piccinelli, uno che ha lo Spirito con la Scure nel cuore anche se da tempo, dopo aver disegnato una memorabile avventura darkwoodiana, è stato precettato per illustrare Tex. Su Dime Web è immediatamente apparso un articolo di Saverio Ceri che dice quasi tutto quello che c'è da dire e che io non ripeterò: cliccate qui per leggerlo direttamente, troverete notizie e immagini in abbondanza. Per quanto mi riguarda, racconterò altre cose: aneddoti personali e la mia testimonianza su come si è arrivati alla sua designazione.



Guardate l'illustrazione qui sopra, Venne realizzata da Alessandro Piccinelli per un portfolio organizzato da Giancarlo Orazi nel 2009, in occasione degli ottanta anni di Gallieno Ferri. A ogni disegnatore degli oltre venti che parteciparono venne chiesta una libera interpretazione di una classica cover zagoriana. Piccinelli scelse "La vendetta di Kandrax".

Benché anche molte delle altre versioni, realizzate da validissimi disegnatori (dello staff dello Spirito con la Scure ma anche al di fuori di esso), fossero più che apprezzabili, se non addirittura splendide, a me piacque in modo particolare quella di Alessandro. Ricordo di aver pensato: "Sarebbe un copertinista straordinario". Questa impressione è stata confermata ogni volta che Piccinelli si è cimentato con illustrazioni riguardanti il Re di Darkwood, e cioè molto spesso. Già, perché nonostante il passaggio a Tex, Alessandro trovava sempre il modo di disegnare Zagor: per una fanzine, per un libro, per una mostra, per un lettore che glielo chiedeva. Di recente, per un altro portfolio, quello curato da Marco Grasso in occasione del numero 600, dove Piccinelli ha dato la sua interpretazione della cover de "La corsa delle sette frecce". Anche in questo caso non ho potuto che restare ammirato e continuare a immaginare il comasco come possibile realizzatore di ottime copertine, quando e se ce ne fosse stato bisogno.


Si trattava comunque soltanto di mie riflessioni. Giuro di averne fatte di simili anche di fronte a ottimi disegni di Marco Verni, Marco Torricelli, Joevito Nuccio, Raffaele Della Monica, Gianni Sedioli, Mauro Laurenti, Walter Venturi e tanti altri. Ciascuno di questi nomi, e di sicuro anche quelli di altri non compresi in questa lista (ho elencato solo i più citati tra i lettori che esprimevano le loro opinioni sul possibile sostituto di Ferri), aveva i numeri per poter ambire a raccogliere il testimone dalle mani del maestro di Recco quando questi avesse deciso di godersi un po' di meritato riposo (ho sempre pensato che Gallieno fosse immortale e avrebbe smesso per sua decisione). Però, ecco, il nome di Piccinelli è sempre stato nella mia personale top ten dei copertinisti ideali, come possibile outsider.  Per questo l'ho proposto subito quando, in una riunione svoltasi a inizio aprile, ho capito che in Casa editrice si preferiva non ricorrere a un copertinista che imitasse Ferri da troppo vicino. "Di Ferri ce n'è uno, e non possiamo clonarlo", è stato detto. Dunque, ho tirato fuori il nome di Piccinelli mostrando in direzione i due disegni che vedete sopra. Le discussioni sono immediatamente finite. Sul nome di Alessandro siamo stati d'accordo tutti, in un minuto. Perché è esattamente quel che ci voleva: uno in grado di accontentare gli innovatori e i tradizionalisti, i fautori della tradizione e quelli che auspicano un rinnovamento. 


Alessandro ha lavorato in silenzio per cinque mesi, facendo prove su prove e dimostrando, oltre al suo talento, umiltà e disponibilità. Inoltre ha fin da subito capito l'importanza del ruolo che è stato chiamato a ricoprire. Attualmente ha realizzato quattro copertine a prova di bomba: le critiche non mancheranno lo stesso, ma non scalfiranno in un millimetro la qualità del suo lavoro.
Gli aneddoti. Ho telefonato a Piccinelli per dargli la notizia il giorno prima del funerale di Ferri. Il mattino dopo era con noi a Recco, a dare anche lui ultimo saluto al maestro. Poi: ricordo la prima volta che mi fecero vedere dei disegni di Alessandro. Fu Mauro Boselli a mostrarmeli, dicendo: "Questo ragazzo piace a Sergio Bonelli che lo vuole su Tex. Però, per fargli fare le ossa, gli daremo da disegnare prima una storia di Zagor che scriverò io e in cui metterò tutti i possibili elementi del western in modo da vedere come se la cava". Rileggete "Huron" e giudicate voi.
Infine, sappiate che nei miei due libri "Utili sputi di riflessione" e "Dall'altra parte" ci sono illustrazioni di Piccinelli realizzate per me medesimo. Quella del racconto "La sparizione della Madonna" ve la mostro qui sotto.
Grazie Alessandro, e auguri.



martedì 23 agosto 2016

CICO AGENTE SEGRETO



E' in edicola il n° 20  della collana a colori bimestrale dedicata dalle Edizioni If alla riproposta degli albi di Cico in ordine cronologico (quelli originariamente pubblicati, in bianco e nero, sotto il marchio Bonelli tra la fine degli anni Settanta e il 2007). Si tratta di "Cico Agente Segreto", con testi mie e disegni di Francesco Gamba. Ogni volta che rileggo gli albi di questa serie li trovo divertenti (e di sicuro io mi sono divertito, a suo tempo, a scriverli).
Un divertimento aggiuntivo alla lettura di questa ventesima riproposta potrebbe essere la caccia ai riferimenti alle avventure di James Bond, delle quali si è voluto, con ogni evidenza, fare la parodia. A pagina 28, per esempio, il capo della sezione di Baltimora dei servizi segreti si presenta così: “Sono Sean George Roger Thimoty Pierce Peephole, nome in codice Acca”. Non importa essere dei cinefili per riconoscere i nomi di battesimo dei cinque attori che hanno interpretato il personaggio di 007 sul grande schermo, almeno fino al 2000 (anno della prima pubblicazione di “Cico Agente Segreto”), e cioè Sean Connery, George Lazemby, Roger Moore, Thimoty Dalton e Pierce Brosnan. Daniel Craig, ovviamente, all’epoca non aveva ancora vestito i panni della spia con la licenza di uccidere creata nel 1953 dallo scrittore inglese Ian Fleming. A proposito di spie, il cognome “Peephole” significa appunto “spioncino”, così come è chiaro che “Acca” rimanda a “M”, nome in codice che Fleming attribuisce al direttore del SIS (Secret Intelligence Service), struttura meglio nota come MI6 (Military Intelligence, Sezione 6). La lettera “Q” definisce invece il mitico ingegnere al servizio di Sua Maestà che costruisce trucchi sempre diversi per accessoriare l’Aston Martin dell’agente segreto più famoso del mondo, interpretato in diciassette film dall’attore Desdmond Llevelyn (non a caso, nella nostra parodia il tecnico, designato come X, si chiama proprio Desmond). Q non compare in realtà in nessun romanzo: si tratta di una figura presente solo nelle pellicole cinematografiche. Fleming cita soltanto la “Q Branch”, la divisione a cui appartiene. I gadget di cui viene rifornito Cico non sono tuttavia una caratteristica esclusiva delle storie bondiane: viene alla mente per esempio anche John Steed, il protagonista di una serie televisiva inglese, “The Avengers”, che noi conoscevamo come “Agente speciale”. Prodotta in sei stagioni tra il 1961 e il 1969, per un totale di 161 episodi, raccontava avventure a cavallo tra la spy-story e la fantascienza, in cui gadget tecnologici (soprattutto armi) si celavano in oggetti di uso comune. Per esempio, l’ombrello maneggiato da Steed (interpretato dal flemmatico Patrick Macnee) nascondeva una lama affilata. Potremmo continuare a lungo con gli esempio “MacGyver”, una popolare serie televisiva statunitense (sette stagioni tra il 1985 e il 1992), interpretata da Richard Dean Anderson. Angus MacGyver è sì una sorta di agente segreto, ma anche un eroe solitario che ripudia la violenza ed è equipaggiato unicamente con un coltellino svizzero, con cui costruisce i suoi gadget improvvisati utilizzando i materiali che ha a disposizione sul momento. Si tratta di ingegnosi marchingegni che lui chiama “macgyverismi”.

sabato 13 agosto 2016

DA QUI ALL'ETERNITA'







Per attirare la vostra attenzione su quel che bolle in pentola riguardo al sottoscritto, rubo a Ivano Codina il suo divertente Paper Zagor senza neppure chiedergli il permesso, tanto siamo amici (e lui del resto l'ha rubato a sua volta alla Disney e alla Bonelli senza autorizzazione).  Chiaramente, ci sarà anche qualcosa a proposito di Zagor per cui il disegno spiritoso (con la scure) che vedete in apertura è giustificato. E siccome qualche altra cosa sarà di tipo umoristico e parodistico, ecco che è giustificata anche la paperaggine del disegno medesimo (questo per prevenire le contestazioni dei pignoli). Ma procediamo in ordine cronologico.




Ci saranno anche il disegnatore Marcello Mangiantini e lo scrittore Giampaolo Merciai, con me, a presentare "Dall'altra parte" (Cut Up) mercoledì 17 agosto alle ore 21 nella Sala Consiliare di San Marcello Pistoiese. Mangiantini (Zagor, Dampyr, Dragonero, Adam Wild) è anche l'autore di una delle illustrazioni dei 26 racconti inquieti. Se proprio non volete venire per incontrare me, venite a farvi autografare un disegno da lui, e a farvi dedicare da Merciai il suo ultimo romanzo "Porco Giuda!". Basta che veniate. Lo so che è sempre più difficile smuovervi di casa, ma salire a San Marcello vuol dire cenare benissimo in uno dei tanti ristoranti della montagna pistoiese e godere di aria fresca e acqua buona. Comunque, "Dall'altra parte" sta andando molto bene, e i commenti di chi  ne ha letto i racconti sono, per quel che ho potuto vedere e ascoltare, più che lusinghieri. Vi ricordo che una delle 26 storie (tutte brevi) ha per protagonista Zagor e gode di una illustrazione inedita di Marco Verni. Oltre a parlare di questo libro, proporrò una sorta di spettacolo di cabaret che ormai vado portando avanti da più di un anno, intitolato "Utili sputi di riflessione", esattamente come il libro di aforismi targato Allagalla che ho scritto nel 2015 e che, dopo essere stato anche ristampato, è ormai in esaurimento (se non ve lo siete procurato, fate appena in tempo a cercarlo adesso). In settembre, ottobre, novembre e dicembre farò comunque altre presentazioni inquiete dei miei racconti.



La prima di queste presentazioni sarà sabato 3 settembre alle ore 15 a Narni Comics, una manifestazione in calendario dal 2 al 4 di quel mese a Narni (Terni), con una miriade di ospiti e di iniziative. Tanto per dirne una, subito dopo il mio incontro seguirà quello del Forum ZTN che festeggia dieci anni (e il giorno dopo parteciperò a un pranzo con i forumisti).  A presentare "Dall'altra parte" con me, a Narni ci saranno Mauro Laurenti, Graziano Romani e (udite, udite) Marco Torricelli, tutti e tre in qualche modo implicati nel libro (due con le loro illustrazioni, uno per la soundtrack).  Vedere Laurenti è facile, perché va dappertutto (come me), ma vedere Torricelli è proprio un evento: perciò non mancate. Ma c'è di più. Per la prima volta al mondo verrà presentato di persona (e pronto a fare disegni) il nuovo copertissima di Zagor. Non so se è chiaro il concetto. La locandina che vedete sopra è opera di Lola Airaghi, che sta disegnando una mia storia di Zagor: incontrandola a Narni le chiederemo tutti insieme a che punto è. Magari ci porterà a far vedere le prime tavole, chissà.



Quella che vedete qui sopra è invece la copertina di Tino Adamo per un albetto gratuito di 40 pagine dal titolo "Incontri impossibili" in uscita il 17 e 18 settembre in una fiera a Nichelino (TO), San Matteo Comics, in cui saranno raccolte varie cose umoristiche riguardante i fumetti realizzate da me medesimo e pubblicate in Rete (chi le ha viste sostiene che facciano ridere). In quell'occasione presenteremo al pubblico, per la seconda volta dopo Narni, il nuovo copertinista di Zagor. Un albetto analogo raccoglierà invece il meglio del solito Franco Lana. Due albi, in pratica, per una sola visita. Occhio che ci saranno poche copie numerate (duecento per titolo). Accorrete numerosi! 



Julia, Mister No e Zagor a Rapallo. Tre storie inedite raccolte in un volume che uscirà in occasione di Rapalloonia, il primo ottobre 2016: ecco la locandina di Emiliano Mammucari. Che c'entro io? C'entro, perché la  sceneggiatura della storia di Zagor, intitolata "Il sortilegio della strega", porta la  mia firma. I disegni sono invece di Walter Venturi. 
Qui di lato vedete l'inizio così come è stato fotografato su mio computer da uno degli organizzatori e da lui pubblicato sulla pagine Facebook della manifestazione.
Se vi state chiedendo come fa lo Spirito con la Scure ad andare a Rapallo, o in che modo un racconto breve possa metterlo in contatto con la cittadina ligure, non avete che da attendere poche settimane e procurarvi il catalogo della manifestazione (che avrà una introduzione scritta appositamente da Tiziano Sclavi). Io sarò ospite appunto il giorno di sabato, quello inaugurale.




Perché a Rapallo resterò solo un giorno e non almeno due per fare magari l'ultimo bagno nel mare della stagione? Semplice: perché domenica 2 sarò a Roma, e più precisamente negli stand della Fiera, dove si starà svolgendo l'edizione autunnale di Romics. Sarò in compagnia del nuovo copertissima di Zagor, che in quel momento sarà in edicola con la sua prima cover, ovvero quella dell'albo "Zenith 666", numero speciale a colori dedicato all'incontro fra l'universo dello Spirito con la Scure e quello di Dylan Dog, attraverso la celebrazione di Tiziano Sclavi che, prima di scrivere il suo Indagatore dell'Incubo, fece proprio a Darkwood le sue prove generali. 



E poi? Beh, poi c'è un appuntamento a Brescia il 15 e il 16 ottobre. Si tratta della prima edizione di una piccola ma interessante manifestazione di cui vi parlerò a tempo debito. Per il momento arriviamo subito a Lucca Comics 2016 dove saranno almeno tre gli eventi zagoriani. Uno, riguarda appunto il nuovo copertissima e il suo incontro con il pubblico lucchese. Due, verrà messo in vendita il gioco da tavolo di  Zagor, che vedete nell'immagine poco sopra. Tre, io e Graziano Romani presenteremo un altro misterioso progetto top-secret a cui stiamo lavorando (con un bel po' di gente) da alcuni mesi. Di che cosa si tratterà? Lo sveleremo durante settembre, ma sarà qualcosa che farà clamore. La foto più sotto mostra Graziano con degli appunti durante le nostre riunioni di lavoro. Riguardo al gioco, vi assicuro che è "una figata" (come si suol dire) sia dal punto di vista grafico (illustrazioni inedite di Venturi e Rubini, oltre a quelle classiche di Ferri) che da quello del divertimento nel farci le partite (ho avuto la fortuna di provarci). Io mi sono limitato a supervisionare testi e disegni e credo di aver dato qualche utile suggerimento, ma complimenti agli autori e all'editore.



Altre notizie spicciole. In occasione del quinto anniversario della morte di Sergio Bonelli (avvenuta il 26 settembre 2011), Comic Out ristamperà la sua biografia scritta da me e da Graziano Romani "Guido Nolitta: Sergio Bonelli sono io", uscita con il marchio della Coniglio Editore pochi mesi prima della scomparsa dell'indimenticabile personaggio. La nuova edizione sarà ampliata e aggiornata. In ottobre usciranno due mie storie buonelane ma non zavorriate: una sarà una storia breve di 32 tavole pubblicata nel prossimo Color Tex e illustrata da Michele Rubini; la seconda sarà una storia lunga di 160 pagine presentata come Speciale Dampyr, con i disegni di Fabrizio Longo. Questo racconto dampyriano si svolge a Firenze e credo che faremo una presentazione in uno dei luoghi che Harlan Draka si trova a frequentare nel corso della storia. Torneremo a parlarne. Sul versante libresco, il giorno 8 ottobre 2016 terrò una conferenza presso la Biblioteca S.Giorgio di Pistoia, ma sarò più preciso al momento opportuno. Sto lavorando due saggi fumettistici che dovrebbero uscire per Allagalla (così da far seguito al fortunato "Tex secondo Letteri") e a due libri di genere diverso che invece interessano a Cut Up (l'editore di "Dall'altra parte"). Infine: ho messo a punto la programmazione per la prossima annata di Zagor, e vi assicuro che annamo bene. Chi vivrà, vedrà.


domenica 7 agosto 2016

NON UMANI



E' in edicola “Non umani”, l’albo di Zagor n° 613 (Zenith 664), datato agosto 2016. La copertina, che vedete sopra, è opera di Gallieno Ferri.  I testi sono miei e i disegni di Emanuele Barison. Si tratta della prima puntata di una avventura in due albi, che si concluderà il prossimo mese. Parleremo della storia nel suo complesso, perciò, soltanto in settembre: per il momento mi limito a segnalare alcune curiosità e a fare qualche osservazione. Darò per scontato che abbiate già preso visione di questo primo episodio, dunque se non l’avete ancora fatto rimandate la lettura di quanto sto per scrivere. Nulla anticiperò della seconda parte se non esprimere il parere che sarà migliore della prima e riserverà un finale foriero di qualche conseguenza all’interno della saga.

Innanzitutto, “Non umani” vede il ritorno di Hays, un trapper assassino che io e Alessandro Chiarolla avevamo contrapposto a Zagor in una storia del 2003, anch’essa divisa in due parti: “Il fuoco dal cielo” e “Minaccia aliena” (Zenith nn° 508 e 509). Ecco la scheda di Hays tratta dalla rubrica “Buoni & Cattivi” che appariva sugli albi della Collezione Storica.


HAYS
Non tutti gli abitanti di Darkwood considerano una minaccia  il mostro alieno che si aggira per la foresta dopo esservi precipitato con il suo disco volante. Al bieco Hays fa comodo, al contrario, avere qualcuno a cui attribuire un duplice delitto che egli ha stesso compiuto. La rapina da lui tentata ai danni di Linda e Chuck Matheson, nella loro capanna isolata nel bosco, si è infatti trasformata in un bagno di sangue per la reazione delle sue vittime. L’arrivo sul luogo di Zagor e del gruppo di uomini che stanno dando la caccia all’exraterrestre offre ad Hays un perfetto capro espiatorio a cui dare la colpa delle due uccisioni, evitando ogni rischio che possano essere collegate a lui. Poiché lo Spirito con la Scure non cade nella trappola e subodora l’imbroglio, l’assassino cerca di convincere tutti che questi è caduto vittima di chissà quali misteriosi poteri telepatici della creatura venuta dalle stelle, in modo da giustificare anche i suoi tentativi per tappare la bocca al nostro eroe.

Ed ecco anche la scheda di Warzak, l’extraterrestre naufragato sulla Terra, creduto un pericolo dagli abitanti di Darkwood, finché lo Spirto con la Scure si rende conto di come sia soltanto un alieno in difficoltà in cerca di salvezza.

WARZAK
“E’ difficile tradurre il mio nome in un suono che tu possa articolare”, spiega l’alieno, a Zagor che gli sta davanti. Ma poi conclude: “Chiamani Warzak!”. Lo Spirito con la Scure e il mostro venuto dallo spazio comunicano per via telepatica. Il nostro eroe conosce già, per averle ricostruite da solo, una parte delle circostanze che hanno condotto l’extraterrestre fino a Darkwood: l’astronave su cui questi viaggiava ha fatto “naufragio” sulla Terra, precipitando come un meteorite, e Warzak si è salvato per miracolo. Adesso è in attesa che qualcuno del suo popolo venga a recuperarlo. Però deve difendersi dai terrestri che vogliono ucciderlo considerandolo una minaccia, su un pianeta che ha una forza di gravità tale da rallentargli i movimenti e un sole dalle radiazioni per lui nocive. Le armi di cui dispone gli consentono di uccidere, cosa che in effetti ha fatto, ma non gli impedirebbero di venire ucciso. Di fronte al naufrago delle stelle, Zagor deve decidere come comportarsi: considerarlo sicuramente un nemico, o cercare di instaurare un dialogo?

Di Warzak ricordo che io non gli avevo dato un nome, e che Sergio Bonelli a volere che ne avesse uno. Anzi, fu lui a darglielo: lo scrisse a penna a margine delle fotocopie su cui aveva letto l’avventura in anteprima, modificando il mio dialogo, quello in cui io facevo dire all’extraterrestre che non era possibile tradurre in un suono umano il modo con cui veniva chiamato sul suo pianeta di origine. In ogni caso, Warzak non c’è nella storia attualmente in edicola. Mi è sempre sembrato, però, un personaggio interessante. Così come interessante ho giudicato la “punizione” riservata ad Hays alla fine di “Minaccia aliena”: il trapper resta bloccato nell’astronave con cui Warzak torna fra le stelle. "Che fine avrà fatto?", mi sono chiesto. La risposta è in “Non umani”, e la faccenda si chiarirà ancora di più ne “Gli assassini venuti dallo spazio”, il mese prossimo. Di sicuro c’è che Hays non torna da solo, ma accompagnato da tre creature giunte dalle stelle, ognuna caratterizzata in modo diverso. 

Mi auguro che nessuno contesti il fatto che ci possano essere alieni diversi dagli Akkroniani nella serie di Zagor, per un bel po’ di validi motivi. Il primo è che a Darkwood ci può essere di tutto, e non vedo la ragione per cui possa emergere dal terreno un mostro a tre teste (quello che si vede in una storia scritta da Decio Canzio) e non possa aggirarsene per la foresta uno con il corpo fatto di lame, chiamato Shrike (una citazione che spiegheremo il mese venturo). In secondo luogo, già c’era stato appunto Warzak, approvato e addirittura battezzato da Nolitta: dunque fa parte della saga l’idea che le razze aliene possano essere diverse e multiformi. 

Terzo, c’è comunque anche il precedente della misteriosa astronave conficcata nel terreno che si vede ne “Le montagne del terrore”, storia del 2010 di Rauch e Laurenti. Infine, non dimentichiamoci di “FantaCico”, classico nolittiamo ambientato sul pianeta Babelia dove Cico viene teletrasportato da un marchingegno akkroniano: lì di razze aliene ce ne sono a bizzeffe. Dunque, si possono accettare anche i rappresentati delle tre che Hays riporta sulla Terra in cerca di vendetta. Due parole infine su Emanuele Barison, mio straordinario compagno d'avventura nella realizzazione di questa avventura non facile da realizzare. Di lui ho già scritto a lungo su questo blog.   


Si tratta della sua prima storia apparsa nella serie regolare, dopo "Risvegli", lo Speciale del 2014 che riscosse molto successo - almeno a giudicare dalla maggior parte dei commenti che mi sono giunti sotto gli occhi. Emanuele offre una interpretazione personale dello Spirito con la Scure e del suo mondo, dandone una visione cupa e drammatica. Non ha un tratto ferriano, anche se considera Ferri un maestro indiscusso, ma ha una personalità tale da potersi permettere di allontanarsi dal suo esempio in cerca di suggestioni diverse. 

Sperimentare nuove mani non può che far bene alla serie, se si tratta (come nel caso di Barison) di autori di notevole spessore con una lunga esperienza in Italia e all'estero (ha disegnato Diabolik, che disegna tuttora, Lazarus Ledd, Topolino, molti albi pubblicati in Francia scritti da Corteggiani). Vedrete ancora di più i suoi meriti nel prossimo albo.