venerdì 5 aprile 2019

IL GHOST WRITER



La vignetta che vedete qui sopra, opera di Alessandro Piccinelli, illustra uno dei miei aforismi contenuti in "Utili sputi di riflessione" (una raccolta edita da Allagalla), e serve perfettamente a illustrare l'aneddoto che sto per raccontarvi. Mauro Boselli, mio mentore prima che mio collega, viene da me e mi dice (più o meno, cito per sommi capi): "Ieri mi sono messo a leggere i commenti sui forum di Zagor e ho trovato uno che ce l'ha con te, il quale contestava non so quale scelta narrativa in una delle tue ultime storie. Il detrattore con il dente avvelenato sosteneva che se le tue sceneggiature del passato sembravano migliori, era perché te le riscrivevo io. Incredibile! La gente parla a vanvera: tu sei uno dei pochissimi a cui non ho corretto quasi niente, se non ritoccare un toscanismo!". In pratica, qualcuno ipotizza (senza prove e solo per malevolenza) che Boselli sia stato un mio ghost writer. Questa la dice lunga sulla pretesa di taluni di sproloquiare senza conoscere le cose. 

Ora, siccome sto riferendo un discorso fatto a voce e non pretendo perciò di essere creduto (men che mai dai detrattori per partito preso che hanno le loro crociate da portare avanti), citerò un passo della mia prefazione al libro "Il boss del fumetto", di Francesco Manetti e Nicola Magnolia (Youcanprint). In quel testo (stampato, letto da Boselli e mai contraddetto) si legge: 

In una intervista, che mi sono appuntato per potermene un giorno vantare (cosa che finalmente avviene adesso), Boselli dichiara: “Pur leggendo a quei tempi ogni singola pagina che mi mandava Moreno, mi sembra di ricordare che i miei interventi fossero davvero molto limitati (al massimo gli correggevo qualche toscanismo!). Credo anche (e anche questo è un record per chi mi conosce e sa quanto sono interventista) di avergli chiesto, in dieci anni, solo la riscrittura di un paio di sequenze”. 

L'intervista in questione venne pubblicata proprio su un forum. Dunque tutte le storie di Zagor che ho scritto sono farina del mio sacco, belle o brutte che siano. Si può chiedere a Bonelli stesso se sia vero: prego, accomodatevi. L'espressione che mi verrebbe fatto di usare  sarebbe "prima di dare aria alla bocca" sarebbe meglio contare fino a dieci, sennonché (udite udite) è la stesso consiglio che viene dato a me da un augusto lettore dopo aver letto sul blog di Marco Corbetta una mia risposta riguardante la storia "Non umani" (nella rubrica che tengo da tempo lì sopra, in cui rispondo appunto alle domande degli zagoriani). 

La domanda, fatta evidentemente da un lettore a cui quel racconto era piaciuto, chiedeva se mai ci sarebbe stato un seguito. Rispondevo così:

Nelle mie intenzioni, sì. Mi trattiene solo l’odio viscerale che ha per quella storia la componente antifantascentifica e antiorrorifica dei lettori zagoriani, quelli che vogliono soltanto indiani, trapper, soldati, mercanti di whisky e trafficanti d’armi. Va detto che l’alieno mutaforma che è rimasto a Darkwood ha assunto l’aspetto di un normale trapper, chissà che mostrarlo sempre con quelle sembianze potrebbe andar bene ai più bizzarri tra il pubblico che pur leggendo Zagor da una vita non si sono mai accorti che proprio per volere di Nolitta (il quale non voleva far concorrenza sul piano del western a Tex) lo Spirito con la Scure è nato per essere luogo di incontro e contaminazione fra tutti i generi.

Dunque ritenevo "bizzarri" coloro i quali non si sono accorti che le storie di fantascienza ci sono sempre state su Zagor per preciso volere di Nolitta (basti pensare a "Sulle orme di Titan"). Esiste persino un video su YouTube, che vedete qui sotto, in cui Sergio (intervistato da Vincenzo Mollica) dice chiaramente che lo Spirito con a Scure è "falsamente" indicato come appartenente al genere western, mentre è più legato al fantasy. Vedere (e ascoltare) per credere.


Perciò, chi ritiene che non ci debba essere l'elemento fantastico in Zagor esprime sicuramente una opinione bizzarra. Peraltro è lecito essere anche bizzarri (io lo sono). Si è liberi di dire quel che si vuole e si può senza dubbio manifestare il proprio non apprezzamento per una storia, figuriamoci. Ma  se si argomenta "non mi è piaciuta", si entra nel campo dei gusti personali e va tutto bene, se si argomenta "su Zagor non ci devono essere gli alieni", questa affermazione lascia perplessi.  Ecco però che, travisando il senso della mia pur semplice e inoffensiva affermazione, un tale commenta cos':

"Caro Burattini, a me non piace Non umani. Quindi sarei una persona bizzarra, secondo tigo?!? O forse son contrario a storie di horror o fantascientifiche?!? Oppure a tuo avviso sono un detrattore di Sergio Bonelli?!? Caro Burattini, lo sai vero che prima che tu nascessi io gia' leggevo Zagor e Tex?!? Beh, questo cosa vuol dire...vuol dire che prima di dare aria alla bocca conta almeno fino ad un miliardo di miliardi e poi forse, dico forse, forse avrai da dire qualcosa di sensato..."

E' chiaro che di fronte a tanta autorevolezza (testimoniata dal tono garbato e signorile) non mi resta che chinare il capo e cospargermela di cenere, tuttavia non posso fare a meno di notare che un lettore, per il solo fatto di leggere Tex e Zagor da prima di me, ritiene che il sottoscritto, sceneggiatore di Zagor da trent'anni, debba tacere di fronte a lui e non esprimere un parere. Se mi è stato permesso (da Sergio Bonelli in primis) di scrivere più pagine di Zagor dello stesso Nolitta e di occupare un ruolo di responsabilità (curatore della serie) evidentemente è perché cose del tutto insensate non scrivo e non dico. Del resto, allo Spirito con la Scure ho dedicato saggi, libri, articoli e tutti sanno il da fare che mi do per promuovere il personaggio. Personaggio che gode per fortuna di ottima salute ed è circondato da tanto entusiasmo. Però, devo tacere. Sciacquarmi la bocca. Questo il livello della detrazione. Me ne faccio una ragione.