E' in edicola da qualche settimana il n° 14 della collana a colori bimestrale dedicata dalle Edizioni If alla riproposta degli albi di Cico in ordine cronologico (quelli originariamente usciti, in bianco e nero, sotto il marchio Bonelli tra la fine degli anni Settanta e il 2007). Si tratta di "Cico Galeotto", con testi mie e disegni di Francesco Gamba. A corredo del racconto a fumetti c'è, come di consueto, un mio commento.
Nell’editoriale pubblicato in apertura della prima
edizione di “Cico galeotto”, nel dicembre 1996, Mauro Boselli scriveva:
“Secondo noi Cico non è un tipo ridicolo, pasticcione, tontolone, scansafatiche
e codardo, ma un eroe, un eroe sul serio! Chi altri potrebbe sopportare tante
disavventure senza perdere mai il sorriso e la voglia di lottare?”. In effetti,
nell’albo che avete tra le mani, il nostro messicano (dopo tutte le sciagure
che gli sono capitate negli episodi precedenti) si ritrova ingiustamente
accusato di tentata strage e condannato addirittura all’ergastolo. Eppure
eccolo a lottare per sopravvivere nel duro ambiente del penitenziario e cercare
di fuggire. Lo spunto offre la possibilità di mettere in parodia gli stereotipi
dei romanzi e dei film carcerari. La prima battuta è quella del nome della
prigione: Sky Queen, cioè “Regina Coeli” traducendo in inglese dal latino.
Walter Long è "il Tigre" in "Muraglie" |
Il
punto di riferimento principale, come non sarà sfuggito ai più attenti
cacciatori di citazioni, è il film “Muraglie” (“Pardon Us” nell'originale
americano) un film del 1931 diretto da James Parrott con la formidabile coppia
Stan Laurel & Oliver Hardy. Stanlio e Ollio finiscono dietro le sbarre per
aver cercato di vendere la loro birra artigianale a un poliziotto durante il
proibizionismo e fra le dure (ed esilaranti) prove che devono affrontare c’è
anche lo scontro con un galeotto particolarmente truce, temutissimo da tutti i
compagni di prigionia, soprannominato “il Tigre”. A interpretare il losco
ceffo, in modo molto efficace, è Walter Huntley Long (1879-1952), che dopo
questo primo film con Laurel & Hardy ne girò con loro molti altri, sempre
nel ruolo del cattivone che terrorizza i due comici.
Ma ci sono, in “Cico galeotto”, molte altre allusioni:
una, per esempio, è quella suggerita dalla gag in cui il messicano compie un
atto di prepotenza contro un altro detenuto (apparentemente inerme) e costui si
rivela essere il direttore del carcere travestito per indagare sugli atti di
bullismo tra le mura del suo istituto. Qui il riferimento è a “Brubaker”, una
pellicola del 1980 diretta da Stuart Rosenberg e interpretata da Robert
Redford, appunto a capo di un penitenziario in cui si fa rinchiudere,
fingendosi un detenuto, per verificare come si vive nelle celle. Fairfax
Abbott, il vecchietto che scava tunnel cercando di evadere è una strizzata
d’occhio all’Abate Faria, uno dei personaggi de “Il conte di Montecristo” di
Alexandre Dumas (1844). Ma non sfuggano i riferimenti anche a “Fuga da
Alcatraz” (“Escape from Alcatraz”), film del 1979 diretto da Don Siegel e
interpretato da Clint Eastwood, che ha ispirato, per esempio, la scena in cui i
detenuti di Sky Queen tentano si sfuggire ai lavori forzati con atti di
autolesionismo. Infine, andate a controllare sul dizionario che cosa
significano in italiano i nomi dei due politici in lizza per la carica di
governatore: Swindler e Rascal. In nomen omen.