martedì 18 agosto 2020

IL RAPIMENTO DI ICARO LA PLUME




E' in edicola da qualche settimana il Color Zagor n° 11, intitolato "Il rapimento di Icaro La Plume". Il soggetto e la sceneggiatura sono stati scritti a quattro mani dal sottoscritto e da Mirko Perniola, i disegni sono opera di Fabrizio Russo, la copertina è di Alessandro Piccinelli.
L'albo è stato presentato dal sito della Sergio Bonelli Editore con un articolo e un video che troverete cliccando qui:


Il video è comunque questo:


Questo undicesimo Color ha la particolarità non solo di riportare sulle scene un caratterista nolittiano molto amato dai lettori quale il barone Icaro La Plume (tutti gli albi di questa collana sono dedicati a un personaggio del microcosmo zagoriano portati uno per uno alla ribalta), ma anche e soprattutto quella di celebrare un anniversario.  Era infatti l’estate del 1990, e cioè quella di ben trenta anni fa, quando in edicola uscì il terzo Speciale dello Spirito con la Scure, intitolato “La città sopra il mondo”, illustrato da Gallieno Ferri su testi di Marcello Toninelli.  Ecco la copertina di quella storia.

Proprio per festeggiare questo trentesimo anniversario, abbiamo pensato di riportare Zagor sulla cima dell’inaccessibile rupe su cui sorge Ol Undas, “La Dimenticata” (questo, secondo gli autori, il significato di quel nome). In allegato all’albo a fumetti, i lettori di allora trovarono anche un prezioso libretto curato da Mauro Boselli, e corredato da una suggestiva copertina di Claudio Villa, quella che vedete più in basso. Il titolo del breve saggio, “Le terre immaginarie”, alludeva a tutti i “regni perduti” della letteratura fantastica e avventurosa, che fossero isole mitologiche, città nella giungla o reami incantati, e “Ol Undas” rientrava a tutti gli effetti nel novero. Trent’anni fa, Zagor non si era ancora imbattuto, come avrebbe fatto a partire dal 1995, con l’albo “Le sette città di Cibola”, nelle vestigia delle antiche civiltà di Atlantide e di Mu, e non aveva sentito parlare, dunque, della guerra che aveva portato alla reciproca distruzione, e quindi alla scomparsa, delle due civiltà antidiluviane. Perciò, ne “La città sopra il mondo” non si parlava apertamente di una origine atlantidea. Nel sequel del 2020, invece, il mistero della fondazione dell’insediamento sul picco dalla vetta circondata da nubi venefiche viene risolto, e si instaura anche un collegamento con la lunga saga che ha visto, alla fine, il Re di Darkwood raggiungere persino l’Antartide (con l’albo “Antartica” del 2014), alla ricerca appunto di una base segreta della perduta Atlantide. 

Ho accennato, poco sopra, all’illustrazione di Villa che mostra una gigantesco sasso galleggiare nel cielo. Fu proprio riflettendo su come si potesse costruire una storia su quel disegno che, nel 2011, scrissi un Maxi Zagor intitolato “La banda aerea”, di cui era protagonista, insieme allo Spirito con la Scure, il barone Icaro La Plume, entrambi impegnati a combattere contro il diabolico mister Rope, padrone del segreto dell’antigravità. Il nome Rope non venne usato per caso: rimanda infatti a un astrofisico di fama internazionale, Christian Corda, grande appassionato zagoriano, che mi fornì la necessaria consulenza. Per sapere come andò potete leggere qui: 



 La Plume, nobile decaduto, come sappiamo ha un solo sogno nella vita: il volo. Peccato che la forza di gravità cerchi in tutti i modi di non farglielo realizzare, causando l’inevitabile schianto al suolo dei suoi velivoli, più pesanti o più leggeri dell’aria che siano. Fu proprio la caduta di un dirigibile direzionabile di sua invenzione, il Catamarano Volante, a condurre il barone, Zagor e Cico sulla rupe di Ol Undas e a dare il via allo Speciale di trenta anni fa. Come vedrete, il ritorno nella “città dimenticata” sarà ricco di sorprese al pari della prima avventura, e qualcosa mi dice che della rupe su cui sorge torneremo a sentir parlare. Io e Perniola abbiamo infatti gettato le basi per un ulteriore seguito.