Nei primi giorni di febbraio del 2022 è giunto in edicola l’albo di Zagor 679 (Zenith 731), intitolato “L’ultimo duello”, terza parte di una lunga avventura iniziata con il numero del dicembre precedente. Tutte e tre le puntate hanno avuto testi miei, disegni di Nando e Denisio Esposito, copertine di Alessandro Piccinelli.
Delle prime due parti abbiamo già parlato in un paio di articoli pubblicati, al momento dell’uscita, su questo stesso blog: potete cliccare qui di seguito su “La diabolica trappola” e su “Mortimer colpisce ancora” per leggere quel che è stato scritto. E’ giunto adesso il momento di tirare le somme. Va detto che ho ricevuto varie richieste di interviste dopo la conclusione della storia: potete trovarle in Rete su siti e podcast, altre usciranno su carta. Io stessi ho realizzato un video pubblicato sul mio canale YouTube, se volete vederlo cliccate qui.
Numerosi i commenti e le discussioni su Facebook, sui Forum e su Twitter. L’avventura con Mortimer, dunque, non è passata inosservata – e di questo sono molto soddisfatto. Ho quattro aggettivi per definirla: inevitabile, romantica, inaspettata e corale. Cercherò di spiegarli, in breve, uno per uno.
Inevitabile perché i ritorni dei grandi nemici sono sempre inevitabili, come insegna la tradizione di quasi tutti i fumetti seriali del mondo (non si contano le ricomparse sulla scena del Dottor Octopus in lotta contro l’Uomo Ragno, o di Mefisto contro Tex), nonostante il parere di quei lettori (ne ho parlato in un post precedente) che sono contrari a questi recuperi, perché molto più numerosi sono quelli che li richiedono a gran voce. Quindi, come ho già spiegato, nonostante personalmente considerassi definitivamente sepolto Mortimer sotto le pietre della riva di un fiume, le pressioni di tanti zagoriani mi hanno convinto a resuscitarlo (con un escamotage che mi pare abbastanza convincente). Del resto, senza volermi paragonare a lui, anche Arthur Conan Doyle fu costretto dalle insistenti richieste del pubblico a resuscitare Sherlock Holmes dato per morto.
Un detrattore di Mortimer (anche lui ne ha alcuni) ritiene, detraendo anche me, che io abbia dimostrato scarsa fantasia facendo ritornare il diabolico criminale proprio in concomitanza con il ritorno da una trasferta di Zagor (quella europea) esattamente come era ricomparso al ritorno da una trasferta precedente (quella sudamericana). Mi colpisce essere accusato di scarsa fantasia dopo trent’anni che scrivo storie, ma tant’è. A parte il fatto che la trasferta europea assomiglia di più a un’unica lunga avventura durata il tempo necessario per compiere una missione (cinque mesi), contro i quasi tre anni della trasferta sudamericana e dunque il paragone è un po’ bislacco, non sfuggirà a nessuno come il ritorno del Vampiro e quello di Mortimer, proposti in successione, facciano in realtà parte delle celebrazioni del sessantennale zagoriano. Si celebra l’anniversario appunto mettendo Zagor a confronto con un nemico nolittiano (Bela Rakosi) e uno non nolittiano (Mortimer) con una voluta simmetria.
Veniamo all’aggettivo “romantico”. Fra le protagoniste della vicenda ci sono anche le tre ragazze di Pleasant Point: Ellie May, Sara e Jenny. Quest’ultima, in particolare, viene messa in particolare evidenza, e non è la prima volta che succede. Già in alcune avventure del recente passato abbiamo assistito a un evidente innamoramento della fanciulla con le lentiggini verso Zagor. Il quale, ne “L’ultimo duello” comincia ad accorgersi della particolarità della ragazza. C’è dunque una sottotrama rosa che si sta dipanando. Non nego di essermici inoltrato con un po’ di timore, e per ora (che io sappia) sta piacendo più o meno a tutti. L’input mi è giunto lavorando con Stefano Voltolini al Maxi “Lungo il fiume”, uscito nel 2020 ma messo in cantiere a inizio del 2019. Mi ha colpito la caratterizzazione di Jenny data da Stefano: deliziosa senza essere la classica “bella” da pin up.
Fino a quel momento, le ragazze di Pleasant Point (Ellie May, Sara e Jenny, appunto) costituivano più o meno un terzetto indistinguibile, come le Tre Grazie. Invece, davanti alla Jenny di Voltolini mi sono detto: se fossi Zagor, mi piacerebbe questa. La meno appariscente. Detto fatto, ho dato un ruolo a Jenny, separato dalle altre, nella storia “La figlia del mutante” che portavo avanti in contemporanea, e in una scena ho fatto leggere nella sua mente a Sophie Randall (appunto una telepate) il suo amore segreto per lo Spirito con la Scure. Da qui sono partite varie altre scene che confermavano l’attrazione di Sophie verso Zagor (nella storia “I sette vikinghi”, in “Provaci ancora Cico”) e il progressivo interessamento anche del nostro eroe. In estate ci sarà una storia, disegnata da Anna Lazzarini, in cui Jenny è assoluta protagonista. In seguito, vedremo un Color su di lei, disegnato da Mauro Laurenti (che per primo ha creato graficamente, su testi di Mauro Boselli, le ragazze di Pleasant Point, nella storia “Ladro di ombre”, del 1993).
Arriviamo all’aggettivo “inaspettata”. Perché questa storia dovrebbe essere inaspettata? Perché, secondo me, il finale (la sorte di Mortimer) non è facilmente prevedibile. Mi sembra (almeno, ci ho provato) che l’ultima mossa del genio del crimine sia abbastanza sorprendente (poi, ci sarà pure chi aveva capito tutto fin dalla prima scena all’inizio de “La diabolica trappola”, dove vengono anticipati indizi su come sarebbe andata a finire). Non svelo di che cosa si tratti nel caso in cui qualcuno di voi debba ancora leggere l’albo, ma diciamo che mi ha fatto piacere accontentare anche i detrattori del supercriminale.
Per finire, reputo che la chiave di lettura dell’intera storia sia nell’aggettivo “corale”. Infatti, come Zagor stesso dice a Mortimer, se lui è riuscito a sfuggire alla sua diabolica trappola è per merito di molti amici che lo hanno aiutato. Aiuto che lui però si è guadagnato con il suo comportamento altrettanto da amico nel corso degli anni. Se Mortimer è solo, orgogliosamente solitario, Zagor si è meritato di avere degli alleati, pronti a intervenire in suo favore. E con questa morale della favola, grazie dell’attenzione.