Questo post non ha nessun tema particolare da trattare, perché per una volta anch'io sono rimasto senza argomenti. L'ultima volta che ho aggiornato il blog è stato più o meno un mese fa, il 27 febbraio 2022. La guerra era appena cominciata. Avevo ancora la forza di scrivere per diletto (questo spazio, in fondo, è un passatempo). Dopo, non ce l'ho avuta più. Diciamo allora che l'argomento di oggi è giustificare un silenzio così lungo e insolito.
Seguire le cronache dal fronte ucraino mi ha annichilito, non soltanto per il sangue versato in questi giorni, ma anche per le prospettive (a mio avviso, terrificanti) delle conseguenze a cui andremo incontro. Mi sento una balena che non ha più la forza di nuotare controcorrente e si lascia spiaggiare. Non mi va di cazzeggiare, ho interrotto anche i video sul mio canale YouTube. Somatizzo.
Sulla pagina Facebook mi limito ormai alle comunicazioni di servizio.
Sono rimasto un minimo attivo sui social solo su Twitter, dove comunque non brillo.
Peraltro, veniamo da due anni terribilmente stressanti per la pandemia (che ancora imperversa), perciò piove sul bagnato. Sono un po' stanchino.
Ciò non vuol dire che mi sono chiuso in casa a guardare il soffitto. Sto lavorando moltissimo. Più lavoro, più tengo la mente occupata. Perciò ho aumentato la mia produzione di tavole (di Tex e di Zagor), mi sono avvantaggiato in ufficio sulle consegne per le prossime scadenze, sto preparando l'uscita il mio prossimo libro. Sarà spiritoso, che raccoglie 365 epigrammi sotto il titolo di "Versacci", ma è stato messo in cantiere sei mesi fa, adesso è lavoro. In realtà non è che proprio tutti gli epigrammi sono spiritosi. Quello che segue è, per l'appunto, uno in tema.
La balena spiaggiata
Ci son giorni in cui poi capisci
perché si spiaggia una balena
giorni in cui anche tu la finisci
di volteggiare sull’altalena
accorgendoti allora di avere
coltivato illusioni soltanto
e in faccia riesci a vedere
la realtà dietro un velo di pianto.