lunedì 6 settembre 2010

VERGINE E LEONE

Sono reduce da una delle tante trasferte che, ormai da molti anni, mi portano a girare su e giù per l’Italia (con qualche capatina anche all’estero) a parlare degli eroi di carta, soffermandomi su quelli bonelliani, Zagor in particolare.
Ho cominciato nei primi anni Novanta tenendo addirittura un corso della durata dei sei mesi (ripetuto in varie edizioni) sulla storia del fumetto, presso il Centro "Trovamici" del comune di Empoli. Poi ho fatto da ospite fisso a una trasmissione radiofonica tenuta ogni martedì a Radio Blu (una emittente ascoltata in tutta la Toscana). Ho proseguito via via tenendo conferenze, sempre aiutate da tante immagini proiettate su uno schermo luminoso, in vari contesti e in varie circostanze, o partecipando a dibattiti, incontri con il pubblico, talk-show o semplicemente raduni di lettori. Sono sempre andato dovunque, incurante della distanza, della stanchezza, del lavoro arretrato.
Il weekend che ho appena trascorso in Val Comino, in Ciociaria, però, è stato particolarmente bello e gratificante. Sono stato infatti invitato al “Festival delle Storie” organizzato dalla Casa editrice Minimum Fax: un’esperienza ricchissima dal punto di vista umano e culturale, e molto divertente. Vi avevo già anticipato l’evento, adesso cercherò di raccontarvi qualcosa senza annoiarvi troppo, e procedendo per brevi flash e aneddoti. Prima di cominciare, due parole proprio sulla Ciociaria: una terra bellissima, assolutamente da visitare, dove si mangia benissimo con un incredibile rapporto tra qualità e prezzo, popolata da gente cordiale e gentile. La visione di Montecassino vista dal basso lascia senza parole, dovrò tornare per vedere il panorama dall'alto. Roberto Diso sta illustrando un "Romanzo a Fumetti" dedicato alla battaglia che vide vittima di un terribile bombardamento il monastero durante la Seconda Guerra Mondiale.
Amici zagoriani

Come spesso mi capita quando vado in trasferta, al termine dell’incontro nella piazza di San Donato Val Comino, si sono fatti avanti tanti lettori di Zagor, tutti muniti di albi da far autografare e macchine fotografiche.Poiché in uno stand si potevano acquistare sia il libro “Gallieno Ferri, una vita con Zagor” che il disco di Graziano Romani “Zagor, king of Darkwood”, ho dedicato anche alcune copie di entrambi, cimentandomi anche come disegnatore di piccoli schizzi. Con tutti ho scambiato pareri e strette di mano, raccolto osservazioni e commenti, e mi sono trovato circondato da un salutare entusiasmo. La cosa non era del tutto scontata, perché non si trattava di un raduno di fan o di una mostra mercato del fumetto: anzi, giocavo in trasferta nell’ambito di una kermesse libraria e in una pubblica piazza affollata anche di passanti e di curiosi. Ugualmente, il popolo di Zagor si è fatto riconoscere per la sua passione e per il suo calore.

Il calzino nascosto

Un divertente aneddoto riguarda il sottoscritto e la scrittrice Giulia Blasi. Durante il dibattito su eroi e supereroi a cui partecipavo con Adamo D'Agostino, Marco Mancassola e Cinzia Leone, il moderatore Vittorio Macioce ha invitato anche la bella e fulminante Giulia, che era tra il pubblico, a prendere la parola e a parlare del suo “Nudo d’uomo con calzino”, edito da Einaudi. Il libro è un folgorante campionario di vari tipi maschili in cui l’autrice si è imbattuta nel corso delle sue variegate esperienze di rapporti con l’altro sesso, dentro e fuori dal letto. Tipi di tutti i generi, da quelli perfettini a quelli che lo fanno strano, da quelli maldestri ai classici bastardi. Spiegando il titolo, la Blasi ha ricordato quel che è purtroppo tragicomicamente vero, e cioè che la visione di un uomo nudo con i calzini è una delle cose più terrificanti del creato. Al che, tutti i maschietti presenti hanno cominciato a scavallare le gambe e far calare il più possibile i pantaloni in modo da celare le calze indossate.

Al termine dell’incontro, mi sono andato a comprare il brossurato della Blasi, su una bancarella. Più tardi, dopo cena, Giulia mi ha fatto notare che tra i ritratti del su libro, ce n’era uno dedicato a un tipo che, diversamente dalla maggior parte degli altri, lei non aveva mai incontrato davvero di persona, ma ne aveva fatto il protagonista di fantasia di uno degli incontri narrati e, chissà perché, ritenendo che il nome si adattasse al soggetto in questione, aveva chiamato Moreno.

Dopo questa chiacchierata, ripromettendomi leggerlo in seguito, consegno il libro alla mia dolce metà che nota il Moreno tra i protagonisti dell’antologia e legge il racconto mentre facevo la doccia. Esco, e la trovo incredula: “Non è possibile - mi dice - Questa Giulia ti conosceva già! Qui sta parlando di te!”.

Pare infatti che nei modi di fare, nel tipo di seduzione messa in atto, nell’intraprendenza dimostrata al primo appuntamento, e in molti particolari, compreso il nome, il Moreno descritto dalla Blasi mi assomigli in modo inquietante.
La mattina dopo, a colazione, giusto per non far nascere sospetti e gelosie, ho chiesto alla scrittrice (che vedete qui sopra in questa foto) di rassicurare la mia compagna sul fatto che non mi aveva mai visto né incontrato prima e che il suo personaggio era del tutto immaginario.

Gli altri tre

Non so se gli altri tre maschietti presenti con me all’incontro figurino anche loro in “Nudo d’uomo con calzino”, ma erano persone davvero in gamba. Marco Mancassola ha parlato del suo romanzo “La vita erotica dei superuomini” (Rizzoli), in cui con arguzia e talento affabulativo racconta la vita quotidiana di Reed Richards (il Mister Fantastic dei Fantastici Quattro) o di Mystique (quella degli X-Men che vedete in alto sotto il titolo) alle prese con i problemi dell’età e dei rapporti con l’altro sesso.

Adamo D'Agostino, sceneggiatore Disney, personaggio di estrema simpatia, ha racco ntato di come le sue storie debbano tener conto di un mercato mondiale fatto anche di musulmani piuttosto che di indù, di sudamericani e di orientali e dunque persino far mangiare a Topolino degli spaghetti risulta problematico.

Infine, che dire di Graziano Romani? E' il formidabile musicista, mio amico fraterno e compagno inseparabile di mille avventure, che vedete nelle foto accanto a me più in alto: si è esibito in acustico con grande successo.
Chi era?

Infine, c’è da svelare il mistero sull’identità della Cinzia Leone che ha partecipato con me al dibattito a San Donato Val Comino lo scorso sabato pomeriggio. Del dubbio se si trattasse della giornalista, scrittrice e illustratrice di fumetti o della cabarettista attrice comica con lo stesso nome, avevamo già parlato alcuni giorni fa. C’erano elementi a favore dell’una e dell’altra ipotesi. Ebbene, si trattava della prima.
Con tutto il rispetto per la seconda (che gode dalla mia massima simpatia) sono stato felicissimo di aver conosciuto una autrice da me sempre ammirata, premiata addirittura con lo Yellow Kid (l’Oscar del fumetto italiano una volta attribuito a Lucca, là dove oggi si assegna invece il Gran Guinigi – che anch’io mi sono aggiudicato). Cinzia Leone (la fumettista), oltre a essere molto brava come disegnatrice, è anche una persona di grande cultura, conversatrice brillante, dotata di magnetismo personale e, come se non bastasse, è davvero una gran bella donna. Lo scorso anno ha pubblicato per Bompiani il romanzo “Liberabile- Storia di un uomo qualunque”. L’ho portato con me per farmelo dedicare e lei mi ha scritto: “A Moreno, compagno di avventure di carta”. Sarebbe bello poter realizzare davvero qualcosa insieme. Lei è Leone, io sono della Vergine, non so, ci potrà essere sintonia astrale?