lunedì 14 marzo 2011

INTERVISTA A DYLAN DOG

Di quali fossero le caratteristiche della fanzine "Collezionare" di cui fui animatore negli anni remoti della mia gioventù, ho già detto tante di quelle volte che non mi pare il caso di insistere. Chi non fosse stato all'ascolto all'epoca in cui ne parlammo, può facilmente recuperare gli articoli nell'archivio di questo blog: mi illudo che, se proprio non interessanti, siamo comunque non sgradevoli da leggersi.

A giudicare dai commenti, devo pensare che i lettori abbiano trovato invece abbastanza divertenti le "interviste impossibili" che venivano pubblicate sulla rivistina e che ho ripubblicato in rete. Originariamente, dato che "Collezionare" veniva realizzata in provincia di Firenze e aveva, nei suoi primi numeri, una diffusione locale, si trattava di testi di cabaret scritti in vernacolo fiorentino. In questa versione vi ho fatto leggere, per esempio, l'intervista ai Fantastici Quattro. L'intervista a Zagor, invece, l'ho proposta su questo blog "tradotta" in italiano. Tutte e due hanno fatto ridere o sorridere e ne sono contento. Resta ancora da pubblicare l'intervista al Comandante Mark (lo farò, prima o poi, prometto - o minaccio, a seconda di ciò che avete pensato delle prime due).

Ricorderete anche, forse, che mentre le interviste ai Fantastic Four e a Mark sono tutte farina del mio sacco, quella a Zagor era nata in collaborazione con Enrico Cecchi, uno dei fondatori di "Collezionare" e uno dei principali animatori del Club del Collezionista di cui la testata era espressione, finché un male incurabile non l'ha portato via nel giro di pochi mesi. Ma, ne sono sicuro, sarebbe felicissimo di sapere che ricordiamo ancora il suo senso dell'umorismo tipicamente toscano e continuiamo a ridere leggendo quello che ha lasciato scritto.

In questi giorni, dato che sto arredando uno studio in una mansarda non lontana dal mare (ci lavoro nei fine settimana), mi è capitato di ritrovare alcuni appunti per articoli rimasti inediti che avrebbero dovuto finire su "Collezionare" e che non sono mai stati pubblicati. Uno di questi era un abbozzo per una nuova intervista in vernacolo fiorentino, da me iniziata e mai finita (non saprei dire perché). A rispondere (nel modo sfrontato e sboccato con cui già erano stati dissacrati gli altri eroe delle precedenti puntate) era Dylan Dog.

Ovviamente il testo risale alla fine degli anni Ottanta: si fa infatti riferimento al "mostro di Firenze" (quello che uccideva le coppiette). All'inizio, l'intervistatore si stupisce per il nome del personaggio: oggi ci abbiamo fatto l'abitudine, ma inizialmente "Dylan Dog" suonava davvero strano ai nostri orecchi di giovani lettori. Inoltre, c'è un riferimento a un possibile incontro fra l'Indagatore dell'Incubo e il Comandante Mark, in cui si ipotizza, come possibile esito, quello raffigurato nella vignetta qua sopra, realizzata (testi, disegni e colori) dal sottoscritto per un'asta di beneficienza (io ce l'ho solo in fotocopia, e mi chiedo chi mai abbia acquistato l'originale e quanto l'abbia pagato). Dunque, per la vostra curiosità, pubblico qui sotto l'appunto INEDITO, a oltre trent'anni di distanza dalla sua stesura. A seguire, invece, uno dei testi (sempre in vernacolo fiorentino) di Enrico Cecchi.


INTERVISTA A DYLAN DOG (1987) Abbozzo inedito di Moreno Burattini

Intervistatore- Perché la si chiama Dylan Dog?

Dylan Dog- Perché se mi chiamassi Dylan Bob mi toccherebbe a sonare la chitarra invece d'i' clarinetto.

I- 'Un le sembra d'esagerare colle ragazze? In quasi tutte le su' avventure lei va a letto con du' o tre!

DD- Questo fa parte d'i' mi' accordo con Bonelli.

I- Come sarebbe a dire?

DD - Sarebbe a dire che io sono disposto a affrontare zombi e omini lupo, ma in compenso voglio ave' qualche soddisfazione! 'Un tu penserai mica che vada in giro a scontrarmi con tutti que' mostri (che tra l'altro mi fanno anche schifo) senza volere niente in cambio? Bah! 'Un mi chiamo mica Zagor! Co' Bonelli son stato molto chiaro.

I.- Unn'era meglio fassi dare de' quattrini?

DD.
- Su questo punto gl'è stato Bonelli a essere molto chiaro co' me.

I.- Come mai i' su' campanello, quando lo schiacciano, gl'urla?

DD- Vorre' vedere icché tu faresti se schiacciassero te!

I.- Noi d'i' Clebbe d'i' Collezionista si vorrebbe invitalla a venire a Firenze ospite nostro.

DD- Poveri grulli! 'Un son mica scemo! Dalle vostre parti gl'imperversa i'maniaco delle coppiette! Di già c'ho un monte di mostri qua a Londra, figuriamoci se voglio venire a trovare anch'i' mostro di Firenze.

C.- Icché ne pensa dell'ispettore Bloch?

DD- Macché Bloch! In realtà lui gl'è l'ispettore Brok, quello d'Alan Ford. S'è tagliato i baffi pe' non farsi riconoscere, ma gl'è lui.

C.- Ma gl'è sicuro?

DD- Dio bono, sicurissimo. 'Un tu lo vedi come l'è imbranato? Un c'intende mai nulla e vien sempre a raccomandarsi co' me, come d'i' resto quando gl'era a Niu Yorche si raccomandava a i' Numero Uno.

I.- Con quale altro personaggio della Bonelli vorrebbe incontrarsi?

DD - Con tutti tranne che co' i' Comandante Mark.

I.- E perchè?

DD - Perchè quello appena mi vede, m'ammazza! Tutte le volte che incontra un'inglese gli viene un travaso di bile e ci ha gli istinti omicidi!

I.- A noi ci piacerebbe un'avventura co' lei e Mister No.

DD - Eh, mi garberebbe anche a me, ma lui 'un ne vuol sapere.

I.- Perchè?

DD - Dice che gli soffierei tutte le ragazze. Anche lui, unn'è mica Zagor.



TESS & DIABOLIC OVVERO: TUTTA LA VERITA'
SU I' PIU' BONO E SU I' PIU' CATTIVO
D'I' FUMETTO ITALIANO
di Enrico Cecchi (da Collezionare n° 3 - 1985)


M'accingo a parlarvi di due de' più importanti personaggi d'i' fumetto italiano: Tess di Bonelli e Diabolic delle sorelle Giussani. V'avviso subito che ne parlerò in termini spregiativi, sicché a chi 'un gli sta bene, gli conviene 'un leggere nemmeno. E se qualcuno gli avesse qualcosa da ridire, se lo tenga per sé perché a me 'un me ne frega nulla e 'un ci ho tempo pe' stallo a sentire.

Incominciamo da i' primo eroe in ordine alfabetico: Diabolic. Come tutti sapete, Diabolic gli'è un criminale tra quelli più cattivi in circolazione, e 'un c'è delitto che unn'abbia commesso, da i' più venale (s'è scaccolato sull'autobus) a i' più efferato (unn'ha pagato i' biglietto).

I' su' più grande errore l'ha fatto quando s'è sposato co' Eva Cant (ma a proposito: s'enno sposati o vivano ancora n'i' peccato?). Da qui' momento, unn'ha avuto più pace, perché lei l'è un tipo incontentabile: icché la vede, icché la vole. Sicché a lui un gli resta che pigliagliene, colle bone (gliele va a rubare) o colle cattìe (gl'ammazza i proprietari finché un gli tocca in eredità).

Ora, uno potrebbe dire: -Ma un farebbe prima a compralla, la roba, invece di fa' tutto qui' casino colle maschere, co' congegni e co' sotterfugi?- Bah! E allora la leggenda d'i' Re d'i' Terrore in do' la va a finire? E noi icché si fa, si compra i giornalini pe' vedere Diabolic che va pe' le botteghe e fa' la spesa? Comunque, i soldi un gli mancan di certo. Carcolando che s'è appropriato come minimo di 500 milioni (esentasse) a giornalino, si conclude che fino a ora gl'ha fregato più di 400 miliardi. Pe' fortuna quelli della Finanza se n'enno accorti, e gl'hanno sguinzagliato sulle su' tracce i' famoso ispettore Ginco, che dopo oltre secento tentativi falliti gl'ha ancora i' coraggio di ripetere: -Un tu mi sfuggirai, maledetto!-

Eroe di tutt'altra tempra gl'è Tess. Difatti, tanto gl'è cattivo Diabolic, quanto gl'è bono Tess. Eppure vu dovete sapere che in gioventù Tess gl'era un fori-legge braccato da tutti gli sceriffi d'i' circondario. Ma un bel giorno decise di cambiare vita e s'arruolò ne' Ranger, dato che a fare i' poliziotto poteva seguitare a ammazzare chi gli pareva, come prima, e in più pigliava anche lo stipendio. L'impegno di paladino della giustizia un gl'impedì di dedicassi alla carriera politica: difatti vinse l'elezioni e diventò presidente de' Navao. Salito a i' potere, si circondò subito di gente fidata: i' figliolo Chitte, i' cognato Tiger e i' nonno Carson (insomma: una dittatura).
Però, da tanto che gl'era bravo n'i' difendere i proletari da' soprusi de' padroni e de' prepotenti, si meritò i' soprannome di U.I.L.ler (sindacalista).
I' più cattìo nemico di Tess gl'è uno stregone, di nome Yama e di cognome un si sa. L'astio tra' due nacque quando Tess fece chiudere lo studio d'i' babbo di Yama, in dove questi leggeva la mano e faceva i tarocchi. Da allora un si son più potuti vedere, e gl'è una vita che enno a dassi. Tess n'avrà ammazzati trecentomila, ma Yama un gli riesce mai d'ammazzallo.