sabato 6 ottobre 2018

IO, LA COVER E LO SCURO



La mia personale sensazione di fronte a certi fumetti di oggi è che gli sceneggiatori cerchino di non far capire ai lettori che cosa stanno raccontando, che i disegnatori cerchino di rendere ancora più incomprensibile la sceneggiatura, e che i coloristi cerchino di coprire i disegni sottostanti in modo che spariscano. Delle tre cose, l'unica a cui si può trovare una spiegazione logica è la terza: si capisce che il colorista, il cui nome di solito non compare citato in copertina fra quello degli autori, cerchi in tutti i modi di far vedere che esiste e dunque tenti di rubare la scena agli altri coprendo tutto in modo che si veda solo lui. Però, è anche il problema più facile da risolvere: mentre con le primedonne sceneggiatore e disegnatore è impossibile parlare e ottenere un cambio di registro (cominciano a citare dotte scuole letterarie e intellettualissime correnti artistiche), al disegnatore gli editori potrebbero dire: tu che hai il nome scritto in piccolo, datti una regolata e cerca di far vedere almeno un po' i disegni colorando più chiaro. 

Il problema della colorazione troppo scura è particolarmente nocivo quando si tratta delle copertine. Sembra che i coloristi non concepiscano una copertina con colori tenui. Il bianco, il giallo, il celeste non sono contemplati: predominano il marrone e il viola, vagamente emergenti dal nero. Continuo a esprimere un parere personale, quello di un semplice lettore (e non parlo di Zagor): l'edicola è un luogo buio pieno di angoli tetri, le riviste si affastellano coprendosi a vicenda, dunque le copertine scure ci spariscono dentro. Una volta l'illuminato direttore di una Casa editrice mi disse: "copertina scura, resa sicura". Intendeva per "resa" il deleterio quantitativo di copie invendute restituite dall'edicolante al distributore. Secondo me, aveva ragione. Le copertine scure non attirano l'attenzione, non ci si capisce nulla, mostrano forme avulse. In certi casi, intendiamoci, vanno pure bene: se una scena è di notte, è di notte. Però anche di notte, se è una copertina deve far capire che cosa c'è in agguato nel buio.